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Economiche/ Light/ Primi/ Ricette vegetariane

Gnocchi di zucchine

Quest’estate ne ho avute tante in casa, buonissime e rigorosamente acquistate dal contadino, saporitissime rispetto a quei concentrati d’acqua del supermercato.

Le ho utilizzate per la parmigiana, per dei meravigliosi pesti freschissimi, per delle semplici preparazioni trifolate, tagliate sottili e grigliate, marinate con aglio, olio e limone… insomma mi sono sfogata!

Me n’erano rimaste alcune che stavano un po’ appassendo e ho provato a farne degli gnocchi, complici delle meravigliose patate rosse appena raccolte… il risultato? Degli gnocchi delicatissimi che ho condito con del buon burro bavarese aromatizzato con la salvia freschissima… e per questa volta sono riuscita a far mangiare le zucchine anche al marito!

Gnocchi alle zucchine

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Serves: 4 Cooking Time: 30 mins

Ingredients

  • 400 g. di zucchine (peso al netto dello scarto)
  • 330 g. di patate rosse
  • 250 g. farina 00
  • 1 uovo
  • 40 g. parmigiano grattugiato
  • q.b. sale
  • q.b. olio evo

Instructions

1

Grattugiare le zucchine e rosolarle nel tegame con l'olio per insaporirle, poi versarle in un colino e lasciarle sgocciolare.

2

Nel frattempo tagliare le patate a cubetti e cuocerle a vapore per 20 minuti; a questo punto unire le patate cotte e le zucchine e frullare il tutto, poi versare in una terrina capiente ed unire la farina, l'uovo ed il parmigiano.

3

Dopo aver impastato bene trasferire il composto su di una spianatoia ben infarinata ed iniziare a lavorare, aggiungendo dell'altra farina se necessario.

4

Prelevare dei pezzi di impasto, farne dei filoni e ricavarne gli gnocchi.

5

Cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata estraendoli con una schiumarola non appena questi vengano a galla.

6

Condirli a piacere (con burro e salvia sono ottimi).

Economiche/ Primi/ Ricette vegetariane

La ribollita, un ritorno alle radici

Era previsto: un’ondata di gelo, ovviamente apprezzata dopo un autunno eccessivamente caldo che a me personalmente ha disturbato parecchio in quanto il cambio delle stagioni mi è sempre gradito, con l’alternarsi dei colori e dei prodotti della terra.

E’ arrivato: un freddo cane, Trieste è spazzata da una bora gelida e la pioggia scende a fiocchetti di ghiaccio, io imperterrita me ne vado al lavoro in scooter altrimenti con gli orari non ci entro, ma la sera rientro a casa e c’è solo voglia di caldo e comfort food.

In questo fine settimana ho cucinato tanto, molte zuppe, torte, strudel di mele, prevalentemente piatti tipici della mia zona, finchè sabato, passeggiando tra i banchi del supermercato, l’ho visto… lui! Ricercato da sempre, assolutamente introvabile nella mia regione, un mito della mia infanzia: il cavolo nero! Ne ho fatto incetta, sbollentandone buona parte e congelandone le foglie, ma soprattutto rifacendo finalmente, dopo anni ed anni che non la mangiavo, la ribollita: sono figlia di un toscano, non c’è nulla da fare, alcuni piatti mi sono rimasti nel cuore e la voglia di metterli in tavola è costante.

E’ stata gradita, bollente, fumante, mio figlio l’ha spazzolata, i cani si sono messi volentieri in fila per una scodella, mio marito si è messo a dissezionarla togliendone tutte le foglie di cavolo e di verza, ma lui è senza speranza si sa… praticamente ha mangiato una zuppa di patate e cannellini, non commento oltre.

Le foto purtroppo sono dure a farsi in pieno inverno, alle quattro del pomeriggio è già notte, quindi faccio del mio meglio ma con scarsi risultati…

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Ribollita
Porzioni
Ingredienti
Porzioni
Ingredienti
Istruzioni
  1. Preliminarmente avviso che non ho messo alcuna tempistica né porzioni ben definite in quanto trattasi di una zuppa contadina, di quelle che vengono messe insieme un po' ad occhio, ci si mette quello che c'è ed infatti tradizionalmente si iniziava a sobbollire ciò che avanzava dell'orto già il venerdì sera per poi arrivare ad avere una zuppa sontuosa per il pranzo della domenica, quindi non vi create troppi problemi e iniziate con l'appassire gli odori nell'olio buono e poi ad aggiungervi le verdure cuocendole con il brodo, piano piano per ammorbidirle, senza fretta, tanto la ribollita va, per l'appunto, bollita e ribollita più volte. Non c'è una ricetta precisa da seguire, voi cuocetela dosando le verdure a piacere, con amore e senza mai far mancare il cavolo nero che, grazie alla sua dolcezza, fa la differenza. Una volta preparata tostate un po' le fette di pane raffermo e iniziate a stendere, a strati e meglio se in un coccio, verdure e pane spezzettato alla buona con le mani, cuocete ancora un pochino che se anche si appiccica sul fondo del coccio prende un po' di sapore affumicato e delizioso! Aggiungete, all'occorrenza, del brodo caldo e servite bollente, avrete un piatto povero, saporito e conviviale. I contadini ne sapevano parecchio di comfort food...

Primi/ Ricette vegetariane/ Salse e sughi

Pasta fredda al pesto di zucchine e mandorle con pomodorini arrostiti e olive

 

Luglio. Tradizionalmente il mese meteorologicamente più stabile dell’anno, ma questa volta lo vivo alla giornata, prendendo i momenti di sole cocente per un tuffo in mare e godendo delle giornate come oggi per prendere fiato: per me luglio significa colazioni alle sei del mattino, in pigiama sul balcone, a piedi nudi sulla pietra fredda, mentre i primi raggi di sole iniziano ad accarezzarmi il viso. Stamani invece gironzolavo per la casa sentendo il legno bianco del pavimento insolitamente fresco mentre, affacciandomi, cumuli neri si addossavano inondando il cielo di una luce anomala che faceva sembrare irreale il bosco davanti casa. Non mi dispiacciono momenti così, mi rendono più energica dopo la pigrizia delle giornate più cocenti e, volendo, anche un tuffo in mare e quattro bracciate sotto il cielo cupo mi regalano sempre un’emozione unica, una sorta di unione con la natura vista in tutte le sue sfaccettature.

Non lo so se al rientro dal lavoro troverò il sole o la pioggia, tuttavia il pranzo dev’essere pronto in quanto i miei orari male si conciliano con qualsiasi preparazione, quindi ho optato per un piatto fresco e gradevole comunque, a prescindere dal caldo intenso o da un eventuale abbassamento della temperatura.

Una pasta fredda, condita con un pesto diverso da quello tradizionale genovese, unita ad una manciata di pomodorini arrostiti (o, a scelta e per una versione più estiva, freschi e tagliati a cubetti) e di olive nere: anche qui potete sbizzarrirvi usando quelle greche o di Gaeta, più amarognole, oppure le dolci spagnole come ho fatto io, oppure addirittura passarle al forno e condirle con olio, peperoncino e aglio. Anche le dosi sono molto generiche perché va tutto a gusto personale, l’importante è che si crei un’armonia di sapori tipicamente estivi e profumatissimi!

 

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Pasta fredda con pesto di zucchine e mandorle
Tempo di preparazione 10 minuti
Tempo di cottura 20 minuti
Porzioni
2 porzioni
Ingredienti
Tempo di preparazione 10 minuti
Tempo di cottura 20 minuti
Porzioni
2 porzioni
Ingredienti
Istruzioni
Per il pesto di zucchine
  1. Frullare con il minipimer la zucchina tagliata a cubetti insieme con le mandorle leggermente tostate, l'aglio, il sale, l'olio evo e il parmigiano, tutto a piacere e secondo gusto (io prediligo abbondare con le mandorle).
Per la pasta
  1. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata per il tempo indicato sulla confezione e, nel frattempo, arrostire i pomodorini; scolare bene la pasta conservando un cucchiaio di acqua di cottura per stemperare il pesto e mescolarla con quest'ultimo finchè è calda. Non appena sarà raffreddata unirvi i pomodorini (se preferite potete anche utilizzarli a crudo e tagliati a cubetti), la mozzarella a dadini, il basilico e le olive. Mescolare bene e mangiarla a temperatura ambiente.

Economiche/ Primi/ Ricette vegetariane

La vellutata di zucca nella zucca

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C’è odore d’autunno nell’aria, un profumo di cui nemmeno mi era resa conto visto il periodo turbolento che sto vivendo, eppure domenica nell’attraversare l’altopiano di Trieste mi sono persa a guardare incantata il tripudio di colori che tingono i boschi, tutta una gamma cromatica che dal verde dei pini marittimi vira verso il rosso acceso del sommaco passando per l’ocra.

Uno splendore unito al mio rammarico perchè questo bellissimo autunno mite me lo sto perdendo, perchè mi sto privando di tante belle passeggiate in mezzo alla natura, ma proprio il tempo non c’è: rincaso dal lavoro e ho appena il tempo di pranzare prima di correre dalla mamma che, fortunatamente, migliora ogni giorno sempre di più.

Ho voluto rendere onore a questa stagione così dolce a modo mio, con le prime zucche che ho acquistato: questa volta le ho comperate in Slovenia per non ripiegare sulla solita mantovana verdognola… non sono bellissime?

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Ingredienti:

mezzo porro

mezza cipolla rossa

una patata

300 g. di zucca

40 g. di burro

100 g. di Asiago

sale un pizzico

200 g. di acqua

35 g. di farina

crostini di pane per rifinire

olio evo q.b.

Procedimento:

tritare il porro e la cipolla ed imbiondirli nel burro fuso, aggiungere la patata e la polpa della zucca precedentemente ammorbidita (4 minuti alla massima potenza in microonde sono sufficienti), unite l’acqua, la farina, l’Asiago a dadini e il sale e cuocere per circa venti minuti (se usate la pentola a pressione o il Bimby, altrimenti regolatevi aumentando il tempo di cottura), poi frullare il tutto e servire con il pane tagliato a cubetti e saltato nell’olio extra vergine di oliva.

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Economiche/ Ifood/ Primi

Pasta melanzane, tonno e limone… e l’estate in arrivo

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La voglia di primavera si fa sentire prepotente, il balcone inizia a rallegrarmi le giornate con i primi fiori che, nonostante le piastrelle mancanti ancora da risistemare, regala una sensazione di benessere, di colore e di allegria.

In realtà la mia mente va già oltre immaginando un balconcino colorato, con le tende a strisce bianco e giallo, quelle che da anni desidero ma che ancora rimangono nella lista dei desideri, con un tavolino rotondo come un bistrot all’aperto, in ferro battuto e con le sedie coordinate ricoperte da cuscini a strisce come le tende, molto bohemien , dove poter sorseggiare un’aranciata fresca godendo del panorama o scorrendo le pagine di un libro, immersa nel profumo intenso delle acacie e del sambuco.

Mi immagino durante un tramonto estivo, dopo una giornata di mare, a godere della brezza del bosco con la pelle che ancora profuma di sole, mentre mi rilasso e prendo fiato, magari in compagnia di mio marito mentre ci concediamo un aperitivo o un gelatone ricco di frutta.

Quest’anno la voglia di rinnovamento è iniziata già ai primi albori della primavera, con sacchi e sacchi di ciarpame buttati, con tantissime cose regalate, con un contestuale trasloco dell’ufficio che ha contributo a soddisfare la mia voglia di novità e di rinascita.

Ho faticato molto e il blog ne ha risentito, ma alla fine ho voluto ricominciare proprio con una ricetta tratta da Ifood, una meraviglioso e velocissimo piatto di pasta pasta che ben si è accordato con la mia necessità di stringare al massimo i tempi per potermi concentrare sui lavori lunghi e faticosi che ho intrapreso, senza per questo rinunciare al gusto e alla voglia di (quasi) estate!

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Ingredienti:

una melanzana

una scatola di tonno all’olio di oliva

mezzo limone

un pizzico di sale

olio evo q.b.

qualche fogliolina di basilico

Procedimento:

tagliare la melanzana a cubetti e farla saltare in padella con un po’ di olio e, non appena sarà cotta a puntino, sarà sufficiente aggiungervi il tonno (se volete sgocciolarlo fate pure, ma io che sono una ghiottona ho preferito versare in padella tutto il contenuto della scatoletta) ed un pizzico di sale; amalgamare bene il tutto e, a fine cottura, aggiungervi qualche fogliolina di basilico (che io non avevo) e una generosa spruzzata di limone.

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Etniche/ Primi

Puntini di sospensione e noodles al pollo

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Ci sono giornate come frasi dense di punti di sospensione, in cui non sai nemmeno se e come finirà,

ci sono giornate piene di punti interrogativi, quando ogni certezza diventa una scommessa con se stessi,

ci sono giornate costellate di punti esclamativi, quelle in cui ti senti un leone e sei pronto a sbranare l’umanità.

Le mie giornate più recenti sono traballanti tra i punti di sospensione e quelli interrogativi, con un infinito alfabeto di stanchezza che si ripete sempre uguale a se stesso come le note di un refrain…

Sono momenti in cui ogni tanto spunta un punto esclamativo, uno di quelli ricchi di convinzione perchè sai che non puoi continuare a correre facendo lo slalom tra sospensioni ed interrogativi, sai che serve un gesto di amore verso se stessi, un qualcosa che va al di là dell’indossare un abito che fa star bene o un velo di trucco del colore giusto.

Questo mio punto esclamativo si chiama alimentazione, quella che troppo spesso ho tralasciato guadagnando chili inutili e perdendo energia: oggi ricomincio da me, da un tema scritto appositamente per me stessa, perchè il tempo manca, perchè mi voglio coccolare con un cibo appagante, perchè sono disposta a fare dei sacrifici solo se la pancia è comunque soddisfatta, perchè riesco a condurre il filo del discorso solo se non è troppo complicato.

Ho scoperto i noodles e sempre più spesso sperimento, provo, tento… giocando con gli ingredienti che ho a disposizione perchè l’importante è il risultato che dev’essere assolutamente light senza perdere in gusto, colore e profumo, perchè anche i punti sospensivi possono divenire dei punti fermi, perchè le interrogazioni possono trasformarsi in esclamazioni di gioia per la mia costanza!

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Ingredienti:

100 g. di noodles di riso

olio di sesamo q.b.

un pizzico di sale aromatizzato

salsa di soia q.b.

salsa di pesce q.b.

120 g. di petto di pollo

una grattugiata di rafano fresco

cavolo cappuccio q.b.

porro (parte verde) q.b.

Procedimento:

Riscaldare dell’acqua per ammollarvi i noodles, come da istruzioni sulla confezione e, nel frattempo, ripassare velocemente in un wok il petto di pollo tagliato a pezzettini con un pizzico di sale aromatizzato (non amo la carne troppo intrisa di salsa di soia), poi aggiungere un goccio di olio di sesamo, la salsa di soia e quella di pesce ed unire le verdure tagliate fini, farle saltare un po’ ed aggiungere una generosa grattugiata di rafano.

Non appena i noodles saranno pronti, scolarli ed unirli al condimento nel wok, far saltare ancora un po’ il tutto sino ad amalgamare gli ingredienti.

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Etniche/ Primi/ Ricette vegetariane

Finalmente i soba (con il risucchio!)

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Da lungo tempo nella mia dispensa risiedevano alcune confezioni di soba, ultimo ricordo di una meraviglioso pacco di golosità etniche regalatemi da mio cugino, legato al Giappone oramai da anni a seguito di un matrimonio internazionale e che conosce bene la mia passione per il cibo tipico di tale paese.

Ci ho pensato tantissimo perché temevo di sbagliare la cottura, pur avendo avuto da lui la ricetta da utilizzare, poi alla fine,  come al solito, ho fatto a modo mio, in particolar modo in vista della prossima scadenza del prodotto.

I soba sono una sorta di spaghettini marroncini realizzati con la farina di grano saraceno, vengono confezionati a mazzetti (le dosi citate in ricetta), tant’è che solitamente si considera un mazzetto a testa: noi siamo in tre e prima di sentirmi dire che son pochi ne ho usati quattro 🙂

Avendoli preparati caldi ho usato la versione “zupposa”, ma  si tratta fondamentalmente di un piatto da gustare freddo e quindi perfetto per l’estate, oltretutto  ogni boccone andrebbe accompagnato da una sorta di risucchio per gustare al meglio anche la parte brodosa, che a noi sembra comico, ma nella cultura orientale ha un significato, legato al gradimento, più profondo; io l’ho voluto preparare caldo e anche un po’ a modo mio,  secondo i miei gusti, pur senza stravolgere alcuni degli ingredienti cardine della cucina nipponica.

La mia è una preparazione un po’ occidentalizzata per carenza di materiale, tuttavia andrebbero serviti sugli zaru, una sorta di piccoli vassoi in bambù, e accompagnati da una teiera cubica contenete l’acqua di cottura da utilizzare, a termine del pasto, per allungare ciò che rimane del condimento e farne un brodo leggero molto gustoso da bere.

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Ingredienti:

4 dosi di soba

1 porro (ho utilizzato la sola parte bianca perchè era molto grosso, ma personalmente trovo che anche quella verde stia benissimo)

2 cucchiai di semi di sesamo

3 cucchiai di salsa di soia

2 cucchiaio di aceto di riso

4 cucchiai di olio di sesamo

acqua q.b.

Procedimento:

Cuocere i soba in acqua non salata per il tempo indicato sulla confezione (la mia indicava quattro minuti), nel frattempo tostare i semi di sesamo in un padellino antiaderente, poi metterli da parte e affettare il porro; nel frattempo, in una ciotola, mescolare la salsa di soia, l’olio di sesamo, l’aceto di riso e un po’ di acqua per ottenere la parte liquida (se fossero stati preparati freddi ne sarebbero bastate un paio di cucchiaiate); scaldare il wok e versarvi il condimento in cui andremo a far saltare il porro affettato, successivamente vi aggiungeremo i soba e, solo da ultimo, il semi di sesamo. Far saltare ancora un po’ sino ad amalgamare gli ingredienti e servire.

PS: ho beccato il marito che, zitto e nascosto, tentava di grattugiarci sopra il parmigiano!

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Arte, storia ed architettura/ Primi/ Ricette vegetariane

Mantova e i casoncelli nascosti!

Sabbioneta

Sabbioneta

E’ deciso: si parte per un fine settimana, ancora increduli di aver ottenuto tutti un giorno libero dal lavoro e dalla scuola… siamo una famiglia fortunata! La scuola è chiusa grazie ad un ponte con la giornata del santo patrono, al lavoro sono piovute suppliche e scene madri, non si sono verificati cataclismi, né influenze, né epidemie né tanto meno catastrofi naturali… non siamo nemmeno più in bolletta del solito, un pieno di gasolio lo possiamo fare… infilo in borsa un paio di abiti di ricambio e riempio una sacca di cibo da sistemare sugli scaffali del camper (persino il frigorifero funziona… ovvio, mica siamo ad agosto, stagione in cui notoriamente si rifiuta di partire)!

Destinazione? Dopo tante discussioni? Abbiamo ipotizzato Parma, Sabbioneta e Mantova, poi rammento al marito che non si può partire un giorno prima, pena il linciaggio da parte del figlio derubato di Halloween, quindi tagliamo Parma e si avvia il motore in direzione Sabbioneta.

Il mercatino

Il mercatino

Ci troviamo dinanzi un piccolo borgo, oltretutto Patrimonio dell’Umanità, molto curato e fortunatamente provvisto di un bellissimo mercatino dell’antiquariato (sorvolo sugli occhioni dolci fatti al marito affinché cedesse un paio di banconote alla sottoscritta… momentaneamente…ehm…sprovvista di contante): non abbiamo visitato alcun palazzo all’interno perché doversi sempre organizzare a turni avendo due cagnette che ci accompagnano, beh… diventa faticoso ed impegna troppo tempo! Abbiamo gironzolato con calma lungo le pulitissime stradine di Sabbioneta, chiacchierato con alcuni abitanti del luogo di una gentilezza squisita, osservato i palazzi e approfondito gli aspetti più interessanti grazie all’ufficio turistico locale, per poi rientrare all’area di sosta che ci ha ospitati, completa di acqua e di scarichi e totalmente gratuita… una chicca!

A parte il divieto violato... è proprio carino!

A parte il divieto violato… è proprio carino!

L’indomani mattina siamo ripartiti alla volta di Mantova, una piccola città deliziosa, pulita, con un’atmosfera provinciale molto rilassante ed un centro storico di tutto rispetto, dove abbiamo avuto modo di passeggiare, con il naso all’insù,  osservando i bellissimi palazzi, anche se molti dei quali totalmente coperti a seguito dei restauri in corso d’opera; purtroppo noi ci siamo trovati in città nella giornata del lunedì, turno di chiusura dei musei (ma porca miseria… se uno ha solo il lunedì viene totalmente punito!), pertanto abbiamo cercato di concentrare le uniche visite cui non intendevamo rinunciare al martedì mattina seguente, in vista del fatto che la sera dovevamo rientrare a casa, focalizzandoci unicamente sul Castello con il Palazzo Ducale e sul Palazzo Te.

La casa di Rigoletto

La casa di Rigoletto

Un piacevole tocco di antichità sul palazzo delle Poste

Un piacevole tocco di antichità sul palazzo delle poste

Il Castello di Mantova

Il Castello di Mantova

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Una delle splendide sale di Palazzo Te: la stanza dei giganti, un affresco a tutto tondo da lasciare senza fiato!

Una delle splendide sale di Palazzo Te: la stanza dei giganti, un affresco a tutto tondo da lasciare senza fiato!

Naturalmente non ho omesso la ricerca, caldamente consigliata da una cara amica, dei casoncelli alla zucca e amaretto, ma non sono stata in grado di trovarli in alcun negozio, pertanto ho pensato di farmeli da sola e di offrirveli per il pranzo di oggi!

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Ingredienti:

Per la sfoglia:

300 g. di farina di grano tenero

3 uova

Per il ripieno:

500 g. di zucca mantovana

80 g. di parmigiano

100 g. di amaretti

100 g. di mostarda mantovana

sale q.b.

noce moscata q.b. (io però ho usato la cannella perchè la preferisco)

pepe q.b.

un tuorlo per sigillare i dischetti di pasta ripiena

Procedimento:

Impastare tutti gli ingredienti previsti per la sfoglia e riporla a riposo per almeno un’ora; nel frattempo tagliare la zucca a cubetti ed infornarla a 180° per circa 30-45 minuti (fate attenzione perché dipende dal forno) o fintanto che si possa ridurre in purea, poi unire gli altri ingredienti rimasti. Mescolare bene e versare delle piccole quantità, a intervalli regolari, sull’impasto: tagliare poi dei dischetti di pasta e ricoprire la parte farcita con dei dischetti di uguale misura, sigillandone bene i bordi con del tuorlo d’uovo spennellato.

Cuocerli in acqua salata per circa 4 minuti e condirli con burro, salvia e parmigiano: deliziosi!

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Bimby/ Economiche/ Primi/ Ricette vegetariane

La creatura del bosco e la sua zucca magica

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Sono una creatura del bosco, è indiscutibile: oramai sono prossima al letargo e i risvegli mattutini sono diventati un incubo, al lavoro ho gli occhi sbarrati davanti al computer e appena apro un codice mi si incrocia lo sguardo e le palpebre si rifiutano di collaborare. Ascolto con attenzione chi si siede davanti a me e mi espone i propri problemi e le relative necessità, ma la mente tende a volare al divano di casa mia e ai cuscini soffici che lo ricoprono… che poi se mi ci siedo con un libro tra le mani è matematico che mi addormento  nel giro di cinque minuti al massimo.

La sera sono talmente stanca che preparare la cena diventa un’impresa ciclopica, mi prefiggo puntualmente le verdure, ma si sa che vanno lavate e ripulite e finisce che mi trovo stravolta davanti ad una scodella di latte, incapace di fare alcunché: solo la domenica sono pimpante e piena di energia e ciò a causa degli orari massacranti che mi allietano tutta la settimana. Non ce la posso fare sino all’estate prossima.

E allora ho affinato la tecnica delle zuppe, delle vellutate, ovviamente con l’aiuto esclusivo del Bimby che me ne prepara tre scodelle alla volta, una che mi riscalda la pancia nell’immediato e altre due da riporre nel frigorifero per l’indomani: sono sane, economiche, ricche di verdure, confortevoli e scendono che è una bellezza. Ora ho il “trip” della zucca, che ho scoperto essere un prodotto fantastico, io che la guardavo di brutto ogni inverno, non sapendo bene cosa farmene con quella buccia dura da scalfire, tutti quei bitorzoli impossibili da togliere, poi ho avuto un’illuminazione e ho iniziato a sperimentare, scoprendo un ortaggio incredibilmente versatile seppur difficile da tagliare, con quel suo colore allegro e simpatico, arancione come un tramonto d’estate, con il suo tocco dolciastro perfettamente abbinabile ad ogni piatto se ben equilibrato con gli altri ingredienti. Insomma, la magica zucca sa il fatto suo e questa volta l’ho voluta mettere nella vellutata.

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Ingredienti:

una cipolla piccola

400 g. di zucca a pezzetti

400 g. di patate a pezzetti

20 g. di olio evo

un cucchiaino abbondante di dado vegetale (meglio se fatto in casa)

un pezzetto di zenzero di 1 cm. circa (io ho usato quello secco perché l’avevo terminato)

15/20 g. di burro

una spolverata di paprika dolce (facoltativo)

Procedimento:

Chiaramente la cottura in pentola a pressione è assolutamente perfetta, dopo aver imbiondito la cipolla tagliata fine in poco olio extravergine, e in circa venti/trenta minuti si cuoce tutto (fate qualche prova perché molto dipende dal tipo di zucca): basteranno poi pochi colpi di frullatore ad immersione avendo però l’accortezza di inserire il burro solo a fine cottura e prima di frullare il tutto.

Io ho usato il Bimby, nel cui boccale ho inserito la cipolla tagliata in quarti, frullata brevemente a vel.5 e poi ripassata nell’olio per 10 minuti a 100° a vel.1; successivamente ho inserito tutti gli ingredienti tagliati a pezzi grossolani e ho impostato la cottura a 100°, vel.1, per 30 minuti; alla fine ho aggiunto il burro frullando per 30 secondi a velocità 10.

Versare nelle fondine e spolverizzare con della paprika dolce.

Ed ecco fatto, in barba a pigrizia e stanchezza da bradipo!

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Economiche/ Primi

Gnochi de susini, profumo della mia terra contadina!

Un piatto splendido, un primo dolce delizioso, semplice, economico, saziante… e non storcete il naso perchè il fatto che sia dolce non equivale ad un piatto da evitare!

Lo faceva la mia mamma con le susine raccolte dall’albero dei nonni e quando sentivo nell’aria il profumo del burro e della cannella il mio stomaco già rotolava dalla gioia, tant’è che mi alzavo da tavola con il baricentro sposato e pericolosamente pendente verso la punta delle scarpe 🙂

Da quando mi sono sposata non ne ho più mangiati perchè non mi riusciva bene l’impasto degli gnocchi, poi l’anno scorso ho riprovato e mi sono rincuorata poichè erano ottimi.

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Ed ecco la ricetta, di una semplicità disarmante:

Ingredienti per l’impasto:

800 g. di patate

200 g. di farina

un pizzico di sale

un uovo da 60 g.

una susina per ciascun gnocco

un cucchiaino di zucchero semolato per ciascun gnocco

Ingredienti per il condimento:

burro q.b.

pangrattato q.b.

zucchero q.b.

cannella in polvere q.b.

Procedimento:

Lessare le patate (io le pelo prima di cuocerle al vapore, con un pizzico di sale, per averle più asciutte), impastarle con la farina e un pizzico di sale, poi lavorare l’impasto ancora caldo sulla spianatoia infarinata; a parte togliere i noccioli alle susine e sostituirli con un cucchiaino di zucchero, richiudere il frutto e disporlo al centro di un disco di impasto che andrà subito richiuso ottenendo una sfera molto grossa.

La cottura segue il solito principio dello gnocco che quando viene a galla è cotto (io non salo l’acqua).

Il condimento verrà realizzato tostando il pangrattato nel burro, aggiungendo dello zucchero che andrà leggermente a caramellare profumandosi grazie alla cannella che, tostando, sprigionerà tutti gli olii essenziali che la caratterizzano; il tutto sarà pronto quando il colore sarà di un dorato brunito e quasi croccante al morso. Nel caso dovesse  risultare troppo asciutto aggiungere qualche cucchiaio dell’acqua di cottura degli gnocchi, ma tenete presente che non appena arriverete al cuore dello gnocco si sprigionerà anche il succo del frutto al suo interno.

Fatelo e non ve ne pentirete perchè è un perla di saggezza contadina che vi sazierà con pochissima spesa e grande soddisfazione!

PS: lo so…tre foto e nemmeno una ad intravedere il cuore dello gnocco… ma erano talmente buoni che quando mi sono girata il piatto era vuoto 🙁

 

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