Economiche/ Primi

Gnochi de susini, profumo della mia terra contadina!

Un piatto splendido, un primo dolce delizioso, semplice, economico, saziante… e non storcete il naso perchè il fatto che sia dolce non equivale ad un piatto da evitare!

Lo faceva la mia mamma con le susine raccolte dall’albero dei nonni e quando sentivo nell’aria il profumo del burro e della cannella il mio stomaco già rotolava dalla gioia, tant’è che mi alzavo da tavola con il baricentro sposato e pericolosamente pendente verso la punta delle scarpe 🙂

Da quando mi sono sposata non ne ho più mangiati perchè non mi riusciva bene l’impasto degli gnocchi, poi l’anno scorso ho riprovato e mi sono rincuorata poichè erano ottimi.

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Ed ecco la ricetta, di una semplicità disarmante:

Ingredienti per l’impasto:

800 g. di patate

200 g. di farina

un pizzico di sale

un uovo da 60 g.

una susina per ciascun gnocco

un cucchiaino di zucchero semolato per ciascun gnocco

Ingredienti per il condimento:

burro q.b.

pangrattato q.b.

zucchero q.b.

cannella in polvere q.b.

Procedimento:

Lessare le patate (io le pelo prima di cuocerle al vapore, con un pizzico di sale, per averle più asciutte), impastarle con la farina e un pizzico di sale, poi lavorare l’impasto ancora caldo sulla spianatoia infarinata; a parte togliere i noccioli alle susine e sostituirli con un cucchiaino di zucchero, richiudere il frutto e disporlo al centro di un disco di impasto che andrà subito richiuso ottenendo una sfera molto grossa.

La cottura segue il solito principio dello gnocco che quando viene a galla è cotto (io non salo l’acqua).

Il condimento verrà realizzato tostando il pangrattato nel burro, aggiungendo dello zucchero che andrà leggermente a caramellare profumandosi grazie alla cannella che, tostando, sprigionerà tutti gli olii essenziali che la caratterizzano; il tutto sarà pronto quando il colore sarà di un dorato brunito e quasi croccante al morso. Nel caso dovesse  risultare troppo asciutto aggiungere qualche cucchiaio dell’acqua di cottura degli gnocchi, ma tenete presente che non appena arriverete al cuore dello gnocco si sprigionerà anche il succo del frutto al suo interno.

Fatelo e non ve ne pentirete perchè è un perla di saggezza contadina che vi sazierà con pochissima spesa e grande soddisfazione!

PS: lo so…tre foto e nemmeno una ad intravedere il cuore dello gnocco… ma erano talmente buoni che quando mi sono girata il piatto era vuoto 🙁

 

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17 Comments

  • Reply
    edvige
    21 Settembre 2015 at 17:23

    A Trieste questi gnocchi “Zwetschenknödel ” sono un rimasuglio austro-ungarico più austro. Si sono sempre usati come dolci ovvero alla fine del pasto ma a Trieste sono diventati specialmente sul carso un primo piatto.
    Li fanno molto grandi…tante patate e piccolo susino.
    Se ti interessa sul mio blog avevo messo tanto tempo fa quelli che si usano in Austria con la famosa confettura densissima dei susini chiamata “powidl”. Questo si che è ungarico.
    Si fanno anche con le albicocche al posto del susino ovviamente mezza albicocca sarebbe enorme e si chiama “marillenknoedel”.
    Condimento sempre pane grattuguato passato nel burro con un pò di zucchero oppure solo con la cannella.
    In passato lontano per un nostro amico che faceva gli anni il 15 agosto gli preparavo solo per lui 30 gnocchi di susini solo conditi con burro e cannella perchè questa non piaceva a nessuno.
    Io li faccio piccoli poco patata attorno e cerco i susini piccoli il resto come fai tu solo metto pocchissimo burro e zucchero perchè non posso ed alle volte li mangio cosi.
    Buona serata cara.

    • Reply
      Tatiana Bruni
      22 Settembre 2015 at 8:16

      Gli gnocchi dolci li amo tutti, ma questi con le susine sono proprio i miei preferiti perché il ripieno di confettura per me è troppo dolce: qui c’è il contrasto di sapori e infatti il morso preferito è proprio quello del susino, del suo succo e di un pezzetto di impasto condito…tutto insieme! E non mi ci far pensare che mi viene fame già a quest’ora….
      Però gli altri li proverei come dessert: non mi faccio mancar nulla io! 🙂
      Un bacio!

  • Reply
    luna
    21 Settembre 2015 at 19:29

    Che piatto particolarissimo, per come lo hai descritto bene poi pare di sentirne il profumo. Io non posso usare né farina normale né burro, e provare a farlo con olio e farina di riso mi parrebbe sacrilego….vorrà dire che un giorno decideró di sgarrare e me lo prepareró lo stesso! È un piatto splendido anche per tutta la tradizione e i dolci ricordi che si porta dietro. Complimenti Tatiana e tanti baci!
    P.S.: volevo dirti che in vacanza ho letto”Felicità è un pizzico di noce moscata”( lo avevo avuto in prestito ma non mi decidevo a leggerlo, poi la tua recensione mi ha convinta.beh l ho trovato bellissimo,piacevole, scritto proprio bene e …ho pianto tanto!ma avevi ragione tu,non è un libro triste, tutt’ altro! Grazie!)

    • Reply
      Tatiana Bruni
      22 Settembre 2015 at 8:13

      Onesta onesta? Per una volta sgarra e goditeli tutti: sono paradisiaci e anch’io, che sto sempre molto attenta a ciò che mangio, talora ignoro tutti i buoni propositi ma termino il pasto sazia da scoppiare e felice. E non modificare nemmeno un ingrediente: guai a te! 🙂
      Mi fa piacere perché tutti coloro i quali hanno letto il libro mi hanno scritto entusiasti e il tuo commento me lo conferma: vero che è di una dolcezza incredibile? E concordo che il finale ti lascia in lacrime, ma non c’è tristezza… alla fine rimane solo la serenità dell’accettazione.
      Ti abbraccio 🙂

  • Reply
    Stravagaria
    21 Settembre 2015 at 19:33

    Non riesco ad immaginarne il sapore ma trovo sia una combinazione straordinaria e mi incuriosisce moltissimo. Capisco che a casa tua sia difficilissimo anche solo riuscire a fare la fotografia di insieme 🙂

    • Reply
      Tatiana Bruni
      22 Settembre 2015 at 8:08

      Prova ad immaginarti mentre addenti uno gnocco di patate rigorosamente casalingo, con quel profumo che solo se fatti in casa emanano, e fondilo con l’asprigno del susino, nel mentre il succo del frutto si mescola ad uno strato di pangrattato dolce e croccante pieno di cannella: un mix incredibile di sapori nella semplicità di un piatto povero. Tanto buoni che mi è stato richiesto di rifarli a brevissimo perché sono scomparsi nel tempo di scattare una fotografia!

  • Reply
    Francesca P.
    21 Settembre 2015 at 19:41

    Da amante delle palline scopro curiosa questa ricetta e sarebbe bella assaggiarla mentre si parla dei mari più importanti della nostra vita… io ne ho scoperto uno nuovo quest’anno, come ben sai… 🙂

    • Reply
      Tatiana Bruni
      22 Settembre 2015 at 8:04

      Sono palline delicatissime che fondono la dolcezza profumata che li ricopre con il cuore asprigno di susina: li assaggi una volta e poi uno tira l’altro fino a scoppiare e poi…sì…allora sarebbe bello mettersi comode a pancia piena e parlare dei mari della nostra vita perché sono certa che amiamo lo stesso blu 🙂

  • Reply
    Vanessa
    21 Settembre 2015 at 22:16

    Mamma mia è un tuffo al cuore questa ricetta! Li ho scoperti ai tempi dell’università e ora, non vedo l’ora di provare la tua ricetta! 🙂

    • Reply
      Tatiana Bruni
      22 Settembre 2015 at 8:00

      Provali, sono talmente facili da realizzare! E dire che ci ho messo una vita a decidermi… quanto mi sono persa 🙂 Sai che non li mangiavo da ben prima di sposarmi e quindi significa che sono più di quindici anni?
      Un bacione!

  • Reply
    Rebecka
    24 Settembre 2015 at 10:58

    Ma …ma …..sai che ne mangiavo a vagonate quando ero piccola? Le faceva la mamma di un’amica dell’infanzia. E’ un po’ che me le sogno e adesso ecco la ricetta. Mi ricordo ogni morso, ogni consistenza e che bello scoprire che i nostri paesi condividono inconsapevolmente una ricetta. 🙂

    • Reply
      Tatiana Bruni
      24 Settembre 2015 at 11:20

      Sono tipici della mia zona e tutto sommato, vivendo in una città di confine, sentiamo molto l’influsso della cucina dell’est: sicuramente una parte della gastronomia triestina si riallaccia alle abitudini austriache, ma per lo più trova riscontri in quella slovena (e addirittura in quella russa), quindi penso sia anche per questo motivo che ci troviamo in sintonia! Ora però una mangiata di gnocchi ce la facciamo, vero? 🙂
      Un bacione!

      • Reply
        Rebecka
        4 Ottobre 2015 at 13:54

        Niente di più facile. La Romania in fatto di tradizioni culinarie ha subito a random l’influenza austro-ungarica, turca e russa. In effetti confrontando i ricordi d’infanzia con un’amica Ucraina, anche lei mi ha detto che li mangiava molto spesso da piccola. Quindi direi che sì, probabilmente con gli istrorumeni che c’erano nella parte più povera dell’Istria, le tradizioni culinarie si sono mischiate creando meraviglie.
        E detto ciò, una mangiata me la faccio non volentieri, di PIU’ !!!
        Bacinissimi

        • Reply
          Tatiana Bruni
          4 Ottobre 2015 at 15:31

          Per questo adoro passare da te… le nostre tradizioni, sconosciute ai più dei miei connazionali, da te trovano spesso riscontri e similitudini….
          Ti abbraccio 🙂

  • Reply
    “Chifeleti”, dolcezza dell’infanzia
    16 Giugno 2016 at 20:48

    […] quella che la mamma mi regalava grazie all’avanzo di impasto degli gnocchi (qui quelli con le […]

  • Reply
    Elena Levati
    7 Dicembre 2018 at 15:16

    Eccoli!! Li avevo letti un po’ di corsa l’altra sera e non ho avuto modo di dirtelo: mi piacciono moltissimo! Cannella susine già è un mix che amo e qui c’è tutto il buono del sapore e del sapere semplice contadino che mi affascina!! Grazie mille per la ricetta

    • Reply
      Tatiana
      9 Gennaio 2019 at 8:10

      Elenina cara, li hai fatti? Hai preso nota? Sono ghiottissimi… Lo sai che da piccola stravedevo per quella crosticina di pane, zucchero e cannella un po’ tostati? Sono qualcosa di divino 🙂
      Un bacio!

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