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Antipasti e stuzzichini

Antipasti e stuzzichini/ Insalate/ Light/ Pizze e pane/ Ricette vegetariane

Agretti piccanti con briciole di feta

Questo è un piatto da bistrot, quello che ogni giorno immagino sorga nella mia cucina e che, ora che la stagione mi permette si sfruttare anche lo spazio aperto dei balconi, mi sembra più reale che mai!

La ricetta non è mia, ma di Elena, e mi è piaciuta talmente tanto da farmi arrabbiare in quanto nella mia città non riuscivo a trovare gli agretti: a dire il vero nemmeno li conoscevo, ma quel colore così vivido unito alla mia passione per la cucina vegetariana ha fatto sì che me ne innamorassi e che inaspettatamente in un ipermercato lontanissimo da casa li vedessi. Con il dubbio ovviamente: saranno questi? O no? Il nome loro assegnato dall’ipermercato non l’avevo mai sentito (e manco me lo ricordo), ma ho ben pensato di attivare il marito per una ricerca lampo su Google mentre io li accarezzavo con lo sguardo, ammirata da cotanta beltà (sì, sono scema, ridete pure)!

Erano loro! Gli agretti, barbe di frate o come caspita li chiamavano loro, ma il tempo di realizzare di averli finalmente trovati ed ero già con il sacchetto in mano: un mazzolino, poi due… facciamo tre… dai… in barba all’avarizia!
Ed eccoli qua: favolosi in questa ricetta, con la loro freschezza insaporita dall’acciuga (che fa la differenza), dal piccante del peperoncino, con la delicata sapidità del feta e con la sempre perfetta presenza del nostro ottimo olio extra vergine di oliva… un connubio perfettamente equilibrato, un pasto al volo che non appesantisce, un aperitivo, un antipasto, una semplice merenda sanissima, perfetto sempre! Anche nel mio bistrot 🙂

 

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Agretti piccanti con briciole di feta
Tempo di preparazione 20 mins
Tempo di cottura 15 m
Porzioni
2 bruschette
Ingredienti
Tempo di preparazione 20 mins
Tempo di cottura 15 m
Porzioni
2 bruschette
Ingredienti
Istruzioni
  1. Portare l'acqua ad ebollizione, salarla e versarvi gli agretti precedentemente puliti dalle radici e ben lavati, cuocere per dieci minuti: premetto che vanno cotti proprio nell'acqua in maniera da far perdere quel sentore di erba selvatica che, se eccessivo, disturba il palato, quindi non al vapore nè in padella con poca acqua. Colarli dall'acqua in eccesso e ripassarli per pochi minuti in una padella in cui si sarà fatto insaporire l'olio con uno spicchio d'aglio, un peperoncino ed un filetto di acciuga spezzettato. Nel frattempo abbrustolire leggermente un paio di fette di pane casereccio, versarvi gli agretti e sbriciolarvi della feta: ottimo come pasto saporito e veloce oppure per un aperitivo sicuramente più salutare che quello che può essere un sacchetto di patatine!

 

Antipasti e stuzzichini/ Pasta madre/ Pizze e pane

Crackers facilissimi con esubero di pasta madre

crackers rustici

crackers rustici

 

Io e la pasta madre: un rapporto disastroso.

La prima volta decido di realizzarla da me partendo dagli ingredienti base e seguendo i sacri testi per avere un buon lievito madre in vasetto, ma ovviamente l’unica cosa che riesco ad ottenere è un ammasso muffoso. Lascio perdere per un po’ e poi…

crackers casalinghi

Seconda volta, in occasione di un incontro con il maestro Gandino, che me ne regala un pezzetto, ci riprovo, questa volta con il sistema del lievito in sacco, legato, però non solo non mi lieviterebbe nemmeno una gomma da masticare, ma riesco persino a farla ammuffire (di nuovo).

crackers casalinghi

Terza volta, conservazione in acqua, grazie a Stefania che arriva al Food Fest di Oderzo con il bagagliaio della macchina pieno di vasetti di pasta madre: cresce, è stupenda, è quella che sino ad oggi riesco a gestire meglio, ma non riesco a farci (ancora) mezzo panino commestibile! Tuttavia gli esuberi dei rinfreschi si sprecano, quindi inizio ad utilizzarli: la prima volta faccio dei grissini, buoni ma non li rifarei poichè comunque insoddisfacenti, la seconda passo ai crackers, una massa non commestibile e tossica, probabilmente anche radioattiva 🙂

crackers con pasta madre

Oggi, sconsolata ma tenace, riprovo: FAVOLOSI!!! Alcuni un po’ troppo cotti ma ancora migliori nel sapore, altri più bellini, insomma… eccoli qua! Frutto di lacrime e imprecazioni.

crackers pasta madre

 

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Crackers con esubero di pasta madre
Tempo di preparazione 10 mins
Tempo di cottura 10 mins
Porzioni
2 teglie da forno
Ingredienti
Tempo di preparazione 10 mins
Tempo di cottura 10 mins
Porzioni
2 teglie da forno
Ingredienti
Istruzioni
  1. Inserire nell'impastatrice la pasta madre e la farina, iniziare a mescolare aggiungendo piano piano e fino a completo assorbimento l'acqua necessaria, tenendo conto che la quantità dipende estremamente dal tipo di farina; poi aggiungere l'olio e alla fine il sale. Impastare bene sino a completa incordatura e stendere molto sottile: io ho usato il tirapasta (vista la pessima esperienza precedente in quanto erano venuti troppo grossi) sulla posizione 4. Trasferire il tutto sulla leccarda del forno unta con l'olio evo, tagliare a quadrotti con la rotella della pizza e bucherellare con una forchetta anzichè non gonfino in cottura. Spennellare con un po' di olio e spolverizzare con del sale. Infornare a 180° ventilato per dieci minuti o sino a doratura.

crackers rustici

crackers pasta madre

Antipasti e stuzzichini/ Pizze e pane/ Ricette vegetariane

Torta salata alle melanzane e pomodorini

torta-salata-verdure-mediterranee

Sono giorni di pioggia, si infilano uno dietro l’altro, crudi, umidissimi nonostante il vento che accarezza la mia città coperta da un cielo plumbeo e pieno d’acqua, c’è chi nonostante tutto riesce a cogliere ancora qualche ora di mare tra un temporale e un acquazzone, ma si sa che i triestini sono tenaci; sono giornate di tempo variabile, quelli in cui la mattina ti vesti a strati e quando esci dal lavoro puoi trovarti sotto il cole cocente oppure nel pieno dell’autunno inoltrato, quelli in cui stai alla scrivania e alle tue spalle senti tuonare in continuazione e l’acqua che scende a secchi e magari la sera, sotto un plaid al calduccio, ti godi il temporale con una tazza di the caldo tra le mani.
Oggi mi sono svegliata sotto la pioggia, eppure ben presto è sorto un sole stupendo, caldissimo, un cielo terso da illuminare il cuore, sono uscita a passeggio con Bubu e mi è presa già un po’ di nostalgia del mare, delle lunghe nuotate che mi hanno accompagnata lungo tutta l’estate, forse più della mancanza delle ore di sole… quella voglia di immergermi nell’acqua salata e nuotare fino al rilassarmi completamente.

Ho recuperato una ricetta sfiziosa, veloce, di quelle che spesso preparo e surgelo per i momenti di fretta, un piatto di Enrica (lei mi ispira a tal punto che mi sono stampata quasi tutte le sue ricette e le utilizzo quotidianamente in cucina) che porta in sè tutti i profumi dell’estate, tutti gli aromi mediterranei che mi dovrò far bastare sino alla prossima estate, perchè delle volte basta un buon boccone saporito che la mente ritorna ai momenti più belli…

 

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Torta salata alle melanzane e pomodorini
Tempo di preparazione 15 mins
Tempo di cottura 45 mins
Porzioni
4 persone
Ingredienti
Per la base:
Per la farcitura:
Tempo di preparazione 15 mins
Tempo di cottura 45 mins
Porzioni
4 persone
Ingredienti
Per la base:
Per la farcitura:
Istruzioni
  1. Preparare la base inserendo tutti gli ingredienti nella ciotola o nel mixer ed impastare velocemente (io ho aggiunto un po' di farina perchè l'impasto appiccicava troppo), poi stendere tutto, con le mani, nello stampo da crostata precedentemente oleato. Farcire con le fette di melanzana, tagliate ad uno spessore di 2-3 mm., poi spolverizzare con po' di sale e dell'origano e condire con un giro d'olio. A parte tagliare a fettine i pomodorini, condirli con olio, sale, aglio, timo e origano e aggiungerli alla farcitura. Infornare a 190°, a forno ventilato e nella parte inferiore, per 45 minuti. Servire, a piacere, con un ciuffo di basilico fresco; io spesso la preparo con largo anticipo e la congelo perchè si mantiene benissimo.

A bit of freedom/ Antipasti e stuzzichini

A bit of freedom e il bourek

La creazione delle prime pagine di questo mini-magazine mi ha dato soddisfazione perchè partire da zero e riuscire a vedere il risultato nero su bianco… beh, non è da poco! Quindi ho preparato la seconda parte, una piccola “seconda uscita”, proponendovi una ricettina sfiziosa e perfetta in ogni occasione, dal finger food all’aperitivo o addirittura, come ho fatto io, per una cena estiva all’aperto, accompagnata da un piatto di melanzane grigliate.
Buona lettura e buon appetito 🙂

Antipasti e stuzzichini

Pizzette morbidissime alla ricotta

Il mio umore è in costante (dis)equilibrio come il bizzarro clima primaverile, tra fatiche immense per gestire il mondo inguaiato che vorticosamente gira attorno a me e i piccoli, effimeri istanti di piccole gioie personali, quelle da coltivare poiché spero di seminare dei minimi momenti di serenità e che questi, trovando del terreno fertile, possano crescere a dismisura regalandomi un raccolto soddisfacente.

Perché sono sempre convinta che il sacrificio, ove necessario, vada affrontato, ma anche che non ci si debba mai accontentare del minimo: io voglio il massimo che posso ottenere, sempre, soprattutto quando ne va della mia felicità… e allora continuo a scavare finchè qualche momento riesco comunque a ritagliarlo, anche se nella confusione, nella frenesia, nell’agitazione. E questi momenti quasi sempre sono destinati alla cucina, agli esperimenti tra ingredienti nuovi o ricette da testare, meglio se programmate quando veramente è necessario cucinare qualcosa di particolare.

Domani mio figlio andrà a Venezia in gita scolastica e già ogni giorno si rimpinza di panini, buonissimi e non lo metto in dubbio (anche perché glieli preparo io 😉 ), ma non mi va che tutto il giorno sia costretto a mandar giù pane secco e che mi arrivi la sera con lo stomaco sottosopra ed una sete da morire: lui ama gli aperitivi, ama il finger food, ama le sfiziosità quindi perché non accompagnare i panini con qualcosa di morbido?

E allora… “aperipranzo” sia! 🙂

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Pizzette alla ricotta
Tempo di preparazione 5 mins
Tempo di cottura 15 mins
Porzioni
20 pizzette
Ingredienti
Tempo di preparazione 5 mins
Tempo di cottura 15 mins
Porzioni
20 pizzette
Ingredienti
Istruzioni
  1. Mescolare tutti gli ingredienti nella planetaria, stendere l'impasto sulla spianatoia per ottenere uno spessore di poco meno di mezzo centimetro (nel forno raddoppiano!), ritagliare dei dischetti di circa 5-6 cm. con un coppapasta oppure utilizzando una bicchiere, stendervi il pomodoro insaporito con l'origano e infornare a 180° per 10/15 minuti; estrarre ed aggiungervi la mozzarella tagliata a dadini e colata dell'acqua in eccesso, infornare ancora per 5 minuti. Sono ottime anche se mangiate fredde (perfette per l'aperitivo, ma io le preparo a mio figlio quando rimane a scuola in pausa pranzo per non gonfiarlo con troppi panini... sono leggerissime!).
Recipe Notes

Affinchè la mozzarella sia priva dell'acqua in eccesso, dopo averla tagliata ho l'abitudine di lasciarla in frigorifero almeno un'ora: l'acqua in eccesso uscirà da sola e basterà colarla dalla ciotola.

Le mie pizzette sono state "tagliate" con una ciotola grande per ottenere la classica "pizzetta da panificio", ottima per la merenda.

Antipasti e stuzzichini/ Economiche

I taralli pugliesi, il dolore e la forza

Manco da tanto tempo e voglio trascorrere qualche momento con voi, un po’ perchè l’ho promesso e un po’ perchè ne ho bisogno: ho avuto (e ho) tanti problemi con la mia mamma, ogni giorno è una scommessa contro la malattia, la malasanità, i servizi pubblici inesistenti, ogni giorno è volto a regalarle un sorriso e un piccolo passo avanti, cercando tutte le informazioni che io possa rinvenire, tutti i contatti utili, imparando come si assiste una persona in cattive condizioni fisiche, affrontando la fatica fisica e quella psicologica, occupandomi dell’assistenza più umile, quella che non tutti farebbero, sorridendo a casa e piangendo dentro, faticando senza risparmiarmi e cercando sempre un sorriso sul suo volto stanco, certa di aver fatto la cosa giusta pretendendo ogni istante che vengano garantiti i suoi diritti e che non venga lesa la sua dignità, come purtroppo è stato fatto sino ad oggi; non passa ora che non debba fare il diavolo a quattro contro il qualunquismo di coloro i quali dovrebbero garantire il rispetto della salute delle persone e ciò mi stanca, mi debilita, mi sfinisce… avevo bisogno di passare un po’ in cucina con voi, per dimenticare tutto ciò almeno per un paio d’ore.
Questo è un post che vuole essere una continuità con le vacanze estive, al ritorno delle quali, prima che mi crolli il mondo addosso, sono riuscita a mettere in atto qualche esperimento in cucina, scattando le foto e lasciandole su una chiavetta per settimane prima di ritrovare il coraggio di postare nuovamente perchè qui ogni riga è parte di me e mai sarei riuscita a scrivere se dentro di me non avessi sentito di aver fatto la cosa giusta e di lottare per qualcosa che andava fatto!

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Ingredienti (per circa 90-100 pezzi):

Farina 500 g.

Olio evo 125 g.

Vino bianco secco 200 ml.

Sale 10 g.

Pepe q.b. (oppure un pizzico di finocchietto selvatico)

Procedimento:

Amalgamare bene la farina con gli altri ingredienti e mescolare sino ad ottenere un panetto liscio, poi lasciar riposare l’impasto al fresco per almeno mezzora, successivamente ottenere dei rotolini (io mi sono mantenuta sui 6-8 cm.), curvarli sino ad ottenere degli anelli (i miei sono un po’ stortignaccoli e non perfettamente lisci) che, una volta richiusi, verranno prima fatti bollire in acqua per pochi minuti e poi infornati a 200°C. per circa mezzora, controllando affinchè rimangano dorati e non brucino.

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Antipasti e stuzzichini/ Autoproduzione/ Ricette vegetariane

Nord chiama Sud: alivi cunzati (olive condite)

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La preparazione di questa semplicissima ricetta, povera eppure saporitissima, mi ha riportata ai miei viaggi estivi in terra salentina (nonostante la preparazione tipicamente sicula), quelli che affrontavo con una cara collega e durante i quali ci divertivamo come delle matte: partivamo la sera con il treno e l’indomani scendevamo a Lecce, rigorosamente senza cuccetta e arrivando stravolte a destinazione, ma già impazienti non appena la ferrovia iniziava a sfiorare i primi fichi d’india, maturi e succosi, splendidi nel loro color del sole.

Mi ha riportata ai pomeriggi nelle campagne attorno a casa sua, dove gli ulivi facevano da padroni con quelle meravigliose foglioline argentee ad aggraziare i tronchi enormi e massicci che le sostenevano, sono ritornata al ricordo di quel mare splendido in cui l’Adriatico e lo Ionio si sposano in una lieve scia bianca, di quelle case bianche in pietra leccese con le terrazze di un candore abbagliante sulle quali era impossibile salire senza gli occhiali neri a proteggere dal riverbero, tra i pomodori stesi ad asciugare come tante piccole bandiere rosse profumate.

Mi sono ritrovata sulla costa tra le palme quando, con lo zainetto pronto, affrontavamo delle grotte meravigliose in cui ogni centimetro di pietra sembrava un gioiello incastonato nella roccia, mi è tornata alla memoria una giornata meravigliosa al mare quando io, nata in riva alle scogliere, mi sono gettata tra i flutti agitati e spumosi mentre lei tremava solo a vedermi, quando prendevo l’onda per ritornare sulle rocce senza nemmeno un graffio, quando io, bruna e dalla carnagione scura, mi abbrustolivo al sole cocente mentre lei rimaneva vestita per non bruciare la sua pelle lattea di rossa naturale.

Penso queste siano state le mie vacanze più belle, quelle in cui con diecimila lire di benzina tirate fuori a fatica andavamo ovunque, turiste (super) fai-da-te, a bordo di una Fiat 126 scassatissima dotata di un’autoradio ancora più scarsa, tant’è che cantavamo a squarciagola per coprire il frastuono del motore, acuito dai finestrini spalancati visto il caldo torrido del luglio mediterraneo. E, sulle note di “Ci vorrebbe il mare” (nostro must del periodo), i miei ricordi volano ancora intrisi di dolcezza…

Tornando al presente, poco prima di Pasqua mi hanno regalato un barattolino di olive appena colte, provenienza Slovenia, cosa che mi ha fatto un immenso piacere ma che continuavo ad osservare con un misto di curiosità e terrore non sapendo che caspita farne.

L’idea migliore che potessi avere (meglio di Google!) era quella di rivolgermi alle Bloggalline per avere delle delucidazioni: non che ci sperassi molto visto che mi sembrava di trovarmi davanti ad un genere merceologico molto anomalo e invece… dopo una botta di incredulità delle amiche bloggers in merito al periodo della raccolta (boh, le olive istriane saranno diverse da quelle mediterranee, che ne so….) è accorso in mio aiuto un nutrito gruppo di gallinelle meridionali che (ancora non smetto di benedirvi) sulle olive sapevano tutto, ma proprio tutto! Ho visitato i loro blog, uno ad uno, non me ne sono perso mezzo, e alla fine eccomi qui con la mia personale versione di olive condite che, vi assicuro, sono qualcosa di incredibilmente buono, un concentrato di profumi mediterranei che solo a sentirli sembra di essere già in vacanza 🙂

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Ingredienti (quantità a piacere):

olive appena raccolte

aglio

peperoncino

origano

sale

buccia di arancia (senza la parte bianca)

Procedimento:

colpire le olive con un batticarne al fine di estrarne il nocciolo, risciacquarle bene finchè l’acqua risulta limpida e porle a bagno per una settimana, cambiando l’acqua quotidianamente, affinchè perdano il sapore amaro; preparare un battuto di aglio, peperoncino e buccia d’arancia (con il pelapatate è un attimo), aggiungerlo alle olive ben colate dall’acqua, metterci un po’ di sale, dell’origano e un po’ d’olio extra vergine, mescolare il tutto e lasciar insaporire qualche giorno, sempre controllando che non ammuffiscano (la mia mamma le ha dovute buttare 🙁 ).

Volendo conservarle per più tempo sarà sufficiente porle in un vasetto sterilizzato e ricoprirle completamente d’olio.

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Antipasti e stuzzichini/ Economiche/ Secondi

Di sogni e cucina veloce con i burgers al tonno

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Anche oggi è una giornata di nebbia intensissima, calda ma con l’umidità che ti penetra nell’anima, eppure io con la fantasia galoppo come al solito e immagino di trovarmi nell’atmosfera della campagna britannica, in una zona impervia, isolata, di vivere in un grande cottage e allora mi ritrovo ad organizzare i pasti e la vita di un’intera famiglia che vive al suo interno.

Mi vedo uscire nel freddo della campagna con jeans e galosce per strigliare i cavalli e nutrire le capre, non prima di aver ammollato nel cognac una bella quantità di canditi per preparare il pudding da mangiare la sera a cena, poi mi immagino a rientrare in casa carica di legna da buttare nel camino perchè il cottage è grande e si raffredda in breve tempo.

Nel pomeriggio preparo un the caldo da servire con gli scones e ci ritrova tutti davanti al camino per chiacchierare, lontani anni luce da cellulari ed internet, tanto in questa zona impervia di collegamenti non ce ne sono… di solito approfitto di questi momenti per sprofondare in un libro e vivere mille avventure che altrimenti mi sarebbero precluse.

Forse dovei mettere nero su bianco le storie che puntualmente mi invento e magari ne uscirebbe qualcosa di carino, certo è che la mia voglia di scrivere è sempre inversamente proporzionale rispetto al poco che parlo: sono taciturna e tranquilla, ma con una penna in mano nessuno mi ferma più! 🙂

Dopo tanti giorni di riposo forzato, pur non essendo ancora nel pieno della forma fisica, sono tornata in cucina con tanta voglia di sperimentare e di creare qualcosa di buono, quindi ho iniziato in maniera blanda con questi burgers di tonno, facili e di preparazione velocissima! Ancora non ce la faccio a stare delle ore in piedi, quindi se siete a corto di tempo fateli e avrete un pasto sfizioso o un antipasto carino in poco tempo.

Ingredienti:

200 g. di tonno sott’olio non sgocciolato

140 g. di pangrattato

1 o 2  cucchiai di olive verdi

4 filetti di acciuga sott’olio

2 cucchiaini di capperi

1 uovo

1/2 bicchiere di latte

1 cucchiaio di prezzemolo tritato

1/2 limone

Procedimento:

Amalgamare tutti gli ingredienti in un robot da cucina, tranne il limone che andrà spruzzato sui burgers cotti, poi formare delle palline da infornare a 180°C. per circa 20/25 minuti in modalità ventilata; a fine cottura accendere il grill per pochi minuti in maniera tale da avere la superficie un po’ dorata.

Volendo cuocerli sulla piastra sarà sufficiente schiacciarli un po’ tra mani e poi appoggiarli sulla piastra ben calda rigirandoli ogni tanto.

Servire accompagnandoli con un’insalata fresca condita con del limone, che andrà spremuto anche sui burgers.

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Antipasti e stuzzichini/ Arte, storia ed architettura/ Bevande/ Ifood/ Un po' del mio mondo

Un sabato al Caffè San Marco

Gli interni del Caffè San Marco

Gli interni del Caffè San Marco

Sabato 3 ottobre, un sabato qualunque, come al solito costellato dai consueti impegni: spesa, pulizie di casa, cani a passeggio… poi casualmente do un’occhiata all’app di Facebook sul telefonino e, grazie ad un post di Cristina, vengo a sapere che Jessica è in visita nella nostra città: la mia prima reazione è una sonora protesta perchè anch’io voglio conoscere la “napoletana che viene da Seattle” e, detto fatto, complice mio figlio che si è eclissato a casa di un amico, il marito al lavoro, i miei genitori che non hanno combinato altri danni, i cani che sono democratici rinunciando al giretto lungo e Jessica che è molto disponibile… ci incontriamo davanti allo storico Caffè San Marco, all’interno del quale è in procinto di svolgersi una visita guidata (premesso, scovata da Jessica… perchè gli “indigeni” come la sottoscritta queste cose col cavolo che le sanno 🙂 !).

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Il caffè e i libri…

E insomma…. ne è uscito un pomeriggio bello, divertente, rilassante, pieno i chiacchiere nemmeno ci conoscessimo da un decennio, perchè lei è così, semplice, solare, verace ed esplosiva! Una forza della natura, accompagnata da Matteo, simpatico quanto lei e che mi hanno fatta sbellicare dalle risate… un incontro che a pelle è andato alla grande e io ad istinto non ho mai sbagliato!

Ho avuto modo così di sapere che lo storico Caffè San Marco nacque nel 1914 quale sala da biliardo e che venne parzialmente convertito in caffè per intrattenere le mogli dei relativi frequentatori, pur essendone proibita la tazzina alle donne (che però bevevano la cioccolata e forse tanto male non andava….), per divenire poi negli anni com’è ora… o quasi visto che due anni fa è stata nuovamente convertita un’ala del caffè al fine di poter ospitare alcune presentazioni letterarie, con conseguente vendita di volumi stampati. Del resto i suoi tavolini sono sempre stati occupati dagli intellettuali della città, quali Umberto Saba, James Joyce, Italo Svevo e Giani Stuparich, abitudine ancora portata avanti da molti studenti che su quei tavolini scribacchiano riempiendo quaderni di appunti o ripetendo intere lezioni di esame.

Libri, libri e ancora libri!

Libri, libri e ancora libri!

Alla descrizione del contesto ambientale e storico si è accompagnata anche una dettagliata spiegazione in merito al caffè, alle miscele usate e scelte personalmente dallo storico locale sino alla tostatura che viene effettuata in perfetta autonomia presso l’unica torrefazione di Trieste che ancora funziona a legna: in questo modo si ottiene un caffè al 90% arabica e 10% robusta intriso dell’aroma del legno e delle sue resine, un caffè “da conversazione” come è stato definito e come abbiamo avuto modo di assaggiare, una bevanda che non disturba il sonno nemmeno se gustata a pomeriggio inoltrato.

Il caffè all'origine

Il caffè all’origine

Il caffè verde

Il caffè verde

Chicchi crudi e tostati a confronto

Chicchi crudi e tostati a confronto

Il prodotto finale

Il prodotto finale

Di notevole interesse è la macchina che viene usata per riempire la tazzina, in quanto l’acqua scende a caduta verticale e non viene portata in orizzontale come in tutte le macchine espresso che vengono usate abitualmente: mi astengo dai dettagli tecnici perchè non sarei in grado di dare delle spiegazioni dettagliate e corrette, ma già l’aspetto estetico è notevole!

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Il nostro pomeriggio insieme non si è esaurito con il tour del caffè, ma si è prolungato in tutto relax ad un tavolino del San Marco dove abbiamo assaggiato una prelibatezza, tipica delle nostre zone, che Jessica non conosceva: un calice di Hugo, cocktail a base di sciroppo di fiori di sambuco, Prosecco, acqua minerale frizzante, lime e foglie di menta… che l’ha conquistata! Insomma, un altro punto a favore di Trieste… tant’è che penso per lei i nostri simboli d’ora in poi saranno piazza dell’Unità, affacciata sul mare, e lo Hugo 🙂

Lo Hugo

Lo Hugo

Torna ancora a trovarci Jess, con la tua travolgente simpatia… questa volta è stato un incontro improvvisato in mezzora (con tanto di foto scattate al cellulare perchè nella fretta ho dimenticato anche la  reflex), ma per la prossima volta lo Hugo ce lo organizziamo con cura!

Jess, a sinistra, ed io... l'incontro è stato talmente frettoloso che le foto sono state scattate tutte con il cellulare!

Jess, a sinistra, ed io… l’incontro più repentino della storia delle Bloggalline!

Antipasti e stuzzichini/ Dolci e desserts/ Economiche

“Chifeleti”, dolcezza dell’infanzia

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Pochissime righe per riproporre un’altra delle ricette della mia infanzia: questa era la mia merenda “lussuosa”, quella che la mamma mi regalava grazie all’avanzo di impasto degli gnocchi (qui quelli con le susine).

Spesso la merenda la preparava il papà, una fetta di pane cosparsa di sale, olio e origano e poi subito infornata per qualche minuto, se mi andava bene c’erano le “schnitte”, pane ammollato nel latte zuccherato e fritte (magari uno di questi giorni le facciamo insieme), talora qualche “palačinka” avanzata dalla cena golosissima della sera precedente, ma i “chifeleti” erano proprio il massimo, mangiati caldi e morbidissimi, con il sapore della pasta di patate che andava a fondersi con il dolce dello zucchero a velo… un’estasi! Peccato che li trovassi in cucina solo quando la mamma faceva avanzare un pezzettino di impasto degli gnocchi: è incredibile come questi ricordi rimangano impressi nella mente e spesso mi chiedo se anche a mio figlio rimarranno questi frammenti di infanzia profumati nel suo cuore goloso!

Eh, qui c’è poco da dire…  si lavora l’impasto a rotolini per poterne fare la forma che vedete nella foto, con le estremità incurvate, e si friggono nell’olio di semi bollente (mai usare quello di oliva perchè ne coprirebbe il sapore); una volta assorbito l’olio in eccesso spolverizzare con dello zucchero a velo e mangiarli caldi… sono deliziosi!

E’ una merenda povera, ma quanto più sana rispetto a merendine e creme spalmabili?

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