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San Martino della Battaglia e Pastrengo: oggi piccole tappe immerse in un paesaggio meraviglioso!

Salendo verso i vitigni

Stamani lasciamo temporaneamente l’area di sosta di Peschiera, alla volta di alcune piccole tappe di interesse storico che mio marito ha inserito nel programma, per me di ben poco interesse ma immerse in un paesaggio meraviglioso, sotto un sole cocente e passeggiando tra filari di viti e campi di ulivi. Ovviamente le cagnoline hanno apprezzato moltissimo la giornata rurale, mentre dal canto mio vi lascio solo dei piccoli “morsi” casomai foste interessati agli aspetti storici del luogo.

La prima tappa, a pochi chilometri da Peschiera, l’abbiamo fatta a San Martino della Battaglia, con l’obiettivo di visitare l’Ossario (eh sì, un altro tocco di macabro) e la Torre, quest’ultima purtroppo disattesa vista la chiusura della stessa nonostante il sito ufficiale la desse aperta sino a sera, il che ci ha portato anche ad una discussione con un addetto, il quale sosteneva il contrario nonostante l’evidenza del sito (ah… la trasparenza, questa sconosciuta!)

La Torre “impossibile “
La chiesetta sede dell’Ossario
Gli interni

Lasciando perdere la pessima figura fatta dalla gestione del complesso, abbiamo goduto di una bellissima passeggiata tra i filari di viti, costeggiando alcune cascine, purtroppo in pessime condizioni, protagoniste delle vicende belliche svoltesi in tale località, tra le quali vi segnalo quella della foto, in quanto in essa vi nacque l’odierna Croce Rossa.

La cascina in cui nacque l’odierna Croce Rossa

Lasciato San Martino abbiamo raggiunto Pastrengo, dove abbiamo raggiunto l’ennesimo forte passeggiando tra gli ulivi (sì, di tutte queste tappe storiche non me ne interessava mezza, ma il panorama è davvero affascinante e adatto a delle scampagnate in famiglia): si tratta del Forte Degenfeld, datato 1861, ed attualmente in una parziale ristrutturazione interna.

Forte Degenfeld
L’ingresso
Gli interni

L’ultima passeggiata l’abbiamo fatta per raggiungere la sede del Telegrafo Ottico, ovviamente non visitabile all’interno ma stupendamente situato in mezzo agli ulivi, sulla sommità del colle di San Martino, a 263 m., costruito nel 1865 a difesa della zona mediante un sistema di trasmissione in alfabeto Morse molto rudimentale, costituito unicamente da pannelli in legno e funi.

La salita tra gli ulivi
Il Telegrafo Ottico

Terminata anche quest’ultima visita siamo rientrati a Peschiera per una serata in relax prima del ritorno a casa… ma per poco perché stiamo già progettando un altro giretto a breve!

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Ossario di Custoza e Peschiera del Garda

La giornata di ieri è proseguita con la sospirata visita all’Ossario di Custoza, monumento in ricordo dei caduti costituito da un edificio con obelisco ed una cripta; visita che ci ha causato un po’ di problemi a causa dei disservizi causati dal maltempo. Infatti in tarda mattinata è scesa tanta di quell’acqua, spazzata da un vento violentissimo, che ha causato dei blackout al monumento, purtroppo non notificati in tempo al pubblico dei visitatori, quindi tra mail e telefonate siamo riusciti ad accedere all’edificio più di un’ora dopo l’orario previsto. Ne è valsa la pena, assolutamente, sia per interesse storico sia per la cripta “a vista” (nel senso che i teschi che vedete nella foto non sono coperti da alcuna teca, tant’è che ho pensato a lungo se pubblicare la foto o meno, poi ho ragionato sul fatto che online si trova ovunque e che non avrei arrecato alcun effetto macabro ); siamo stati accompagnati da Irene, bravissima guida che ci ha concesso l’ingresso gratuitamente, completando il tutto con tour guidato, anch’esso gratuito, quale ristoro per il disservizio subito, quindi il gruppo creato è stato esiguo e fortemente interessato, il che ha permesso una notevole interazione con chi ci ha spiegato veramente ogni cosa inerente il sito.

L’Ossario
La stupenda volta interna della cappella

La riesumazione dei resti dei caduti è iniziata nell’agosto del 1876 e ha interessato tutti coloro i quali sono caduti a Custoza nel 1848 e nel 1866, portando all’esumazione di 1894 corpi, trattati con rispetto e delicatezza e cercando quanto più possibile di mantenere integri anche gli oggetti rinvenuti, ottenendo alla fine un corridoio circolare letteralmente rivestito di ossa. Può fare un po’ impressione, ma la guida è riuscita a farci apprezzare l’aspetto criminologico ed antropologico del sito, facendoci notare i fori di proiettile nei crani, le striature di colore dovute ai materiali di contatto come il terreno o oggetti ferrosi e addirittura la muffa sorta su alcune superfici ossee.
A me personalmente ha affascinato molto (saranno le reminescenze di antropologia criminale che sono riemerse…), ma vi porto avanti prima che mi molliate tra le ossa 😀.

La cripta

Dopo la visita all’Ossario abbiamo fatto tappa merenda a Corte Vittoria, azienda casearia vicinissima a Custoza, ricca di formaggi a prezzi onestissimi ed un gelato che è la fine del mondo: ve lo raccomando se ne avete la possibilità!

L’ingresso di Corte Vittoria
Vi assicuro ne vale la pena! 😋
La sera accarezza i vitigni mentre raggiungiamo Monzambano

La sera abbiamo fatto tappa all’area di sosta di Monzambano, bellissima e collegata ad un piccolo parco con laghetto dove poter passeggiare con i cani, anche se noi ovviamente eravamo di corsa e la mattina seguente ci è toccato fuggire alla volta di Peschiera del Garda.

L’ingresso al centro storico di Peschiera per il tramite di Porta Brescia
Alcune vestigia romane visibili nel centro di Peschiera

Peschiera è stata inserita nel tour da mio marito in seguito alla presenza di alcune vestigia storiche, ma io me la sono goduta così com’è, in tutta la sua bellezza di cittadina lacustre, sotto un sole che finalmente scottava, tra una pizza ottima a pranzo, un aperitivo ed una passeggiata al porto dove, seduta in cima al molo, ho goduto della pace e della meraviglia dell’acqua.

Ponte dei Voltoni, costruito dalla Serenissima Repubblica di Venezia secondo il metodo veneziano delle palafitte lignee
Interno di Porta Verona
Porta Verona

Vi lascio alle foto perché di Peschiera davvero non serve altro!

I monti innevati oltre il molo
Mentre scende la sera sull’acqua…
…ed è subito poesia!
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La storia in Veneto: Villafranca di Verona

Il castello di Villafranca

Inaspettatamente ci siamo ritrovati un weekend lungo da poter sfruttare, tempo pessimo, dubbi tanti ma anche moltissima voglia di staccare dopo mesi di vita casalinga. Quando il tempo è poco si cerca di non allontanarsi troppo dalla propria città, quindi nuovamente scegliamo il Veneto, già protagonista di viaggi precedenti e che ci ha colpiti per la bellezza inaspettata che regala.

Partiamo il sabato poco prima dell’ora di pranzo, sempre a bordo di Chewbecca (il nostro fido camper, oltretutto appena ritirato al volo dall’officina), ci fermiamo per un po’ di spesa e pranziamo nel parcheggio della Lidl in letteralmente quindici minuti per ripartire alla volta di Villafranca, scelta un po’ a caso con lo scopo di visitare il suo castello.

Arrivati a destinazione decidiamo per un giretto esplorativo in centro e rimaniamo sorpresi per la vitalità che contraddistingue la cittadina, tant’è che sostiamo per un aperitivo a buffet libero (in stile “all you can eat” per capirci), di una bontà infinita e grazie al quale io di fatto ho cenato con i soli €4,50 dello spritz Campari 🤣.

Tappa al “Bar Enosteria Il Duomo”
Buffet a profusione …

Prima della sosta aperitivo abbiamo avuto modo di fare una breve visita al museo (gratuito) del Palazzo Bottagisio, non tanto per la mostra in sè in quanto racchiude solo storia locale, quanto per poter ammirare almeno una parte degli interni dell’edificio, oltretutto ospitante alcuni dipinti di ottima fattura. È valsa una visita anche alla Parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo di Villafranca, dal maestoso aspetto esteriore ed estremamente interessante dal punto di vista architettonico degli interni.

L’esterno del Palazzo Bottagisio, sede della firma del Trattato di pace del 1859

Soffitti stupendamente affrescati
Presenti anche bellissimi dipinti
L’esterno della Parrocchiale
Un cenno alla struttura interna, ariosa e bellissima
Il Battistero

Rientrando al camper ripassiamo davanti al castello, illuminato in maniera curiosa e che sappiamo attenderci per l’indomani.

Che meraviglia, vero?

La mattina del giorno seguente diluvia in maniera esagerata, il che ci convince ad avvicinare il camper al castello per evitare di bagnarci fino al midollo, soffia un vento impetuoso e fa freddissimo, ma non desistiamo… e facciamo la scelta giusta! Il castello è stupendo, inoltre capitiamo in un fine settimana in cui è animato da un gruppo di appassionati in costumi d’epoca, oltretutto molto generosi nelle spiegazioni, sopra a tutti Stefano, che ci inonda di descrizioni della vita nel castello e ci accompagna fino al mastio, nonostante il vento fortissimo che lo sferza impietoso.

L’esterno del maniero
Romeo e Giulietta ci accolgono all’interno
Ma noi siamo meglio 🤣

Si tratta complessivamente di una visita che vale assolutamente la pena fare, con un biglietto di ingresso molto economico e pari a cinque euro a persona: all’ingresso siamo accolti da una scultura bronzea raffigurante Romeo e Giulietta, per poi entrare nell’edificio ed ammirare stanze curatissime ed ognuna dedicata ad illustrare oggetti d’epoca, a fornire spiegazioni in merito ai sistemi difensivi e alle vicende belliche che lo hanno visto coinvolto, il tutto prosegue da una stanza all’altra e da un piano all’altro, ugualmente lungo i livelli del mastio, sino a raggiungere il ballatoio superiore, all’aperto, dove si gela, dove il vento ti prende a ceffoni ma il panorama è mozzafiato!

E salendo ancora più su…
… arriviamo all’apice del mastio!
Dal mastio la visuale sul cortile sottostante è perfetta

Nel pomeriggio abbiamo previsto di dirigerci verso Custoza, sede dell’omonima battaglia, ma di questo ve ne parlerò nel prossimo post, ora rientriamo al calduccio del camper ad asciugarci!

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Berchtesgaden, con qualche delusione 😥

Ripartiamo per la terza tappa di questa brevissima vacanza, sotto un cielo incerto ma sempre circondati da tanta, tantissima neve e temperature glaciali, pur con il nostro consueto entusiasmo di viaggiatori curiosi.

Arriviamo, dopo mezz’ora di guida e una tappa al supermercato, a Berchtsgaden, centro abbastanza grande che dà il nome a tutto il Berchtsgadenland quindi non proprio cippe ma… risulta impossibile fermarsi con il camper! Nessuna area di sosta, nessun campeggio (li detestiamo ma se proprio non si offrono alternative ce lo facciamo andar bene), nessun parcheggio privo del consueto avviso di divieto camper. Chiaramente siamo anche disponibili a spostarci per il pernottamento, ma quello che più ci pesa è dover percorrere delle strade innevate dopo il tramonto in quanto potrebbe risultare poco sicuro, ma tant’è… tentiamo un parcheggio in un vicolo a fondo cieco almeno per il tempo di una visita, ovviamente nel giro di pochissimi minuti riceviamo una visita della Polizei anche se, grazie al cielo, non ci creano problemi, dopo di che ci spostiamo con pochi minuti di passeggiata verso il centro della città e verso un delizioso mercatino, abbastanza esteso ma sempre a misura d’uomo, anch’esso con una ricca offerta di artigianato locale e senza le cianfrusaglie che “allietano” molte bancarelle nazionali (almeno nella mia città sono la norma, tra cinesate ed imbonitori che strillano al vento).
Ci godiamo il Glühwein di rito, il che ci farebbe sembrare degli ubriaconi patentati, ma vi assicuro con con le temperature di questi giorni scendono come acqua fresca, il che ci ritempra almeno per un’altra mezzoretta, il tempo di acquistare qualche pensierino per le persone che ci stanno nel cuore, per poi rientrare molto velocemente visto che oggi abbiamo portato con noi anche le cagnoline e sinceramente fa davvero troppo freddo per le loro zampette.

Vi lascio qualche scatto di un centro delizioso, ricco di case decorate e di un dedalo di vie carinissime… peccato per la scarsa accoglienza nei confronti dei camperisti che, pur disponibili a pagare sempre per una buona area di sosta e per i relativi servizi, lasciano volentieri buona parte dello stipendio in una città che viene loro incontro (piccolo momento polemico)!

Una delle mie pupette che annusa l’albero… 😀

Ovviamente siamo rientrati, per la notte, all’area sosta di Bad Reichenall!

Domani rientreremo a casa con la speranza, finalmente, di ritornare un po’ ai fornelli e alla mia amata pasticceria… ci vediamo alla prossima!

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Bad Reichenall, alla scoperta di un piccolo mercatino tra le terme

La partenza verso Bad Reichenall

Oggi è il terzo giorno di viaggio, allietato da una giornata soleggiata e gelida, infatti ci svegliamo con un bel -9 gradi e un brivido di terrore dinanzi al parcheggio ghiacciato. Alla fine ne usciamo indenni anche questa volta, senza derapate né danni, tant’è che ripartiamo alla volta della prossima cittadina da visitare.

La Salzach

Dopo pochi chilometri siamo a Bad Reinchenall, noto centro ricco di palazzi termali di bellissima fattura, di un’eleganza antica che va quasi in dissonanza rispetto al clima festoso che si respira in centro dove, grazie ad un piccolissimo mercatino, si beve Glühwein e si ride in armonia. Non si tratta di una manifestazione turistica tant’è che è frequentato per lo più dai residenti, ma per questo più vero… e il vin brûlé è assolutamente delizioso e lontano anni luce da quelle brodaglie chimiche che propinano altrove (da provare quello all’amaretto, una versione atipica ma strepitosa).

La mattina girelliamo un po’ con le cagnoline visto che nella mezz’ora di strada che separa l’area camper dal centro vi sono ben due parchi consecutivi, deliziosamente innevati, per poi raggiungere il centro e permettere loro una bella sgambata nelle ore meno fredde, per poi rientrare al camper e riscaldarci sino a metà pomeriggio.

Abbiamo preferito ritornare ai mercatini, nella piazza del Municipio, da soli in quanto al tramontare del sole la temperatura è colata a picco ed onestamente era dura anche per noi nonostante l’abbigliamento adatto: nulla di speciale da visitare a parte qualche chiesetta ma semplicemente un giretto invernale in pieno spirito pre natalizio culminato con una deliziosa cena in birreria, a prezzi onestissimi e qualità eccellente.

L’ingresso della birreria
Il calore e l’accoglienza degli interni
Birra di loro produzione, una chicca da scoprire
Ogni tanto ritorno a parlare di cibo (ma vi prometto un rientro in cucina a breve)

Sono consapevole del fatto che io vi abbia abituati a dei viaggi ricchi di architettura, di bellezze artistiche e di curiosità storiche, ma questa volta voglio solo portarvi per mano tra colori, profumi, decorazioni artigianali e dolcetti deliziosi; godetevi l’atmosfera e sorridete al calore della vita semplice, senza le cattiverie che ci accompagnano ogni giorno!

Natale/ Viaggi/ Vini e bevande

Alla scoperta dei Christkindlemarkt… bloccati da una bufera di neve!

Il panorama incoraggiante che ci allieta nell’area di sosta autostradale 😂

Dopo due anni di assenza rinasce prepotente la voglia di girellare tra quei magnifici mercatini nordici, obiettivo inizialmente arduo vista la consueta riluttanza da parte del datore di lavoro di mio marito nel concedere qualche giorno di ferie con ampio anticipo, costringendo la sottoscritta ad una situazione da funambola per potersi liberare dal lavoro all’ultimo momento. Detto ciò ce la facciamo, prepariamo il camper con la consapevolezza delle temperature estremamente rigide che ci attendono e partiamo!

Già sulla catena dei Tauri la situazione inizia a farsi “imbiancata” ma si sa… siamo in montagna e ci sta, ne abbiamo prese tante di nevicate intense fino ad oggi quindi zero preoccupazioni; i pensieri bui iniziano a Salisburgo, sotto una copiosa nevicata che riduce la visibilità e fa temere per la tenuta dei pneumatici sull’asfalto. Montiamo pneumatici da quattro stagioni ma, con i cerchi in lega, ci scordiamo di poter mettere le catene quindi panico, sangue freddo e cerchiamo la prima area di sosta possibile dove poter pernottare. Ne troviamo una con una bellissima zona camper e… la sbarra limitatrice a tre metri (ma sono scemi? Solo noi siamo alti 3,15 e non siamo enormi rispetto ad altri modelli.), fatto sta che ci infiliamo tra i camion prendendo la cosa con filosofia e cambiamo itinerario.

La meta iniziale doveva essere un tour di tre giorni tra Regensburg, Bamberg e Ulm, tutte città già visitate durante un’estate di molti anni fa ma che meritavano un giretto invernale. Tuttavia anche la zona intorno a Berchetsgaden è molto bella quindi ci sta bene… finché la mattina seguente ci alziamo così!

La mattina seguente realizziamo il devasto che ci aspetta…

Dopo parecchie tribolazioni riusciamo ad uscire dal parcheggio per immetterci sulla carreggiata autostradale perfettamente curata, per percorrere pochi chilometri e ritrovarci sulle strade secondarie messe peggio nonostante gli spazzaneve siano già in azione con benne e sale.

Il ponte che collega la Germania e l’Austria

All’ora di pranzo, procedendo con molta cautela, abbiamo raggiunto la Stille Nacht Kapelle, piccola cappella che ispirò l’omonimo canto natalizio e in questo periodo circondata da un mercatino natalizio piccolo e delizioso, composto da sole bancarelle di artigianato locale e ottimo Glühwein.

La Stille Nacht Kappelle

Gironzoliamo un po’ tra le bancarelle, visitiamo la chiesetta e ci beviamo il vin brûlé per riscaldarci, senza insistere troppo nel permanere al freddo perché le cagnette ne stanno risentendo.

Glühwein a go go….
La porta d’ingresso alla cappella
L’interno

Prima dell’ingresso nella cappelletta ammiriamo il fiume e la riva tedesca dalla parte opposta: in effetti la cittadina di Laufen nel corso dei secoli ha subito molti rilevanti cambiamenti tra i quali, il 14 aprile 1816, la cessione della regione del Salisburghese, da parte della Baviera, in cambio del Palatinato, il che ha portato a portare la linea di confine in corrispondenza della Salzach e alla cittadina di Laufen l’appartenenza alla Baviera mentre Oberndorf (all’epoca la Laufen austriaca) ad oggi appartiene all’Austria.

Laggiù, oltre la Salzach, c’è la Baviera


Ritorniamo al camper pregando di arrivare a domattina con la batteria dei servizi in quanto la stufa consuma follie e se dovessimo rimanere al freddo rischieremmo la rottura delle tubature dell’acqua. Quindi non ci resta che attendere domani, al lume di candela, e di aggiornarci con nuove notizie.

Potevano mancare i musicanti?
Ce la faremo ad uscire da qui?

Gute Nacht meine Lieben!

Amicizia/ Viaggi

Un viaggio lunghissimo per raggiungere un’amica- giorno 18

Ne parlavamo da tanto di incontrarci, ci avevamo pensato a primavera un paio di volte, ma siccome nessuna di noi due trascorre le proprie giornate ad annoiarsi siamo arrivate all’estate; ci avevamo pensato in occasione del nostro viaggio in Baviera ma eravamo strettissimi con i tempi, quindi siamo arrivate ad oggi.

Siamo partiti da Worms alle 8.30 del mattino, dopo una sveglia all’alba ed un velocissimo camper service, abbiamo imboccato l’autostrada con grande ottimismo visto che c’eravamo pressoché solo noi, niente camion trattandosi di un giorno festivo e con l’idea di raggiungere Terlano, in Alto Adige, nel primo pomeriggio.

Che accoglienza 😍

Appena ci siamo immessi su uno dei rami autostradali principali è iniziato il devasto tra file immense e rallentamenti continui, con Luca (eroico) che teneva duro e io che cercavo i percorsi alternativi su Google Maps impostato sul traffico, tra continue uscite sulle statali ed alcuni rientri in autostrada. Dopo dieci ore dalla partenza abbiamo visto il cartello che ci indicava l’ultimo chilometro da percorrere: non ci volevamo credere! L’area di sosta era già piena al limite, quindi abbiamo parcheggio su di un piazzale sterrato, sperando in bene vista la nota antipatia dei sudtirolesi nei confronti dei camperisti… però siamo onesti, le aree di sosta non sono preposte al campeggio stanziale e questa, già piccolina, era piena di turisti tedeschi armati di tendalini, sedie, tavolini e brandine! Con la conseguenza che i posti erano dimezzati e noi sinceramente eravamo troppo stanchi per continuare a girare, quindi il tempo di una doccia velocissima e siamo finalmente andati da lei! Molte di voi sanno di chi parlo, vero?

Sconvolta di stanchezza ma felice!

Noi chiacchieriamo quotidianamente da molto tempo, abbiamo imparato a conoscerci e spesso rimpiangiamo di vivere così lontano l’una dall’altra in quanto ne è nata una solida amicizia, un affetto inaspettato, diciamo che quando chiacchieravo ogni tanto con lei, poche battute frequentando alcuni gruppi in comune, mai avrei pensato ci fossimo trovate sulla stessa lunghezza d’onda. Invece, casualmente, lei lesse un mio post su un social, mi scrisse privatamente concordando con il mio pensiero e da lì fu un attimo, due annusatine come la volpe e il piccolo principe 🤣 ed è nata l’amicizia! Che con me non è cosa semplice, sia chiaro! 😉

Alessandra è deliziosa come la immaginavo, mi sono sentita subito a casa, ha due figlioli splendidi ed educatissimi ed un marito che è stata una sorpresa: esplosivo, intelligente, simpaticissimo… e ho ammirato una complicità tra di loro che mi ha riscaldato il cuore!

Grazie ragazzi, mi avete fatta sentire parte della famiglia ❤️

Germania/ Viaggi

Worms, dove Martin Lutero cambiò le regole della Chiesa – giorno 17

Monumento a Martin Lutero
Tra i personaggi presenti a lato di Lutero abbiamo anche Girolamo Savonarola

Siamo a Worms, quindi oramai al di fuori della Strada delle Fiabe, tuttavia perché non visitare anche un luogo storico, da sempre solo un nome sui libri di scuola? Siamo dove Martin Lutero, teologo e riformatore tedesco, diede inizio al protestantesimo.

Questo è il punto esatto in cui Lutero consegnò alla dieta dell’imperatore Carlo V la riforma protestante

Egli, infatti, sostenne semplicemente che non fosse necessaria l’intercessione della Chiesa per la salvezza dell’anima, essendo sufficiente, a tale scopo, la fede; inoltre egli si battè contro la chiesa romana in merito alla vendita delle indulgenze praticata dai papi Giulio II e Leone X.

A seguito di queste ed altre critiche egli formulò le 95 tesi, considerate quale l’inizio dello scisma dal cattolicesimo e della riforma protestante; Lutero venne invitato a ritrattare le sue tesi e le sue posizioni avverse alla chiesa di Roma, quindi, dopo il suo rifiuto, egli subì la scomunica per eresia da parte di Leone X con la nota bolla pontificia (siamo nel 1521, almeno per avere una collocazione storica).

Martin Lutero nacque da una famiglia di contadini, visse nell’umiltà ma riuscì a studiare sino a conseguire la laurea in Teologia, pur mantenendo sempre un suo pensiero critico e dando quindi origine al protestantesimo luterano ma, soprattutto, ad una visione libera della fede.

Premetto che su alcuni passaggi mi sono rinfrescata la memoria una volta decisa questa tappa del viaggio, vista la mia ben nota avversità per la storia, tuttavia affascinata dal pensiero libero di Lutero, assolutamente aderente al mio essere anticlericale (a dire il vero anche non credente), ma pur sempre molto rispettosa del pensiero altrui e della fede che possa accompagnare chiunque.

La sinagoga di Worms
Gli interni

Per il resto la città è moderna, con alcuni angolini storici perfettamente fusi nella modernità, al punto che su alcune parti residue del muro di cinta sorgono edifici recentissimi, è un centro molto vivace in cui coesistono tradizioni locali ed immigrazione moderata, dove incontrare le consuete catene commerciali ma anche la tipica ristorazione germanica a base di Wienerschnitzel e Weissbier, insomma una città molto carina e assolutamente vivibile!

Una delle porte della città
Il Duomo di S.Pietro (meraviglioso)
Gli interni
La cripta con sepolcri che risalgono a più di 1500 anni fa

Dopo qualche passo lungo il Reno rientriamo alla nostra casetta su ruote, stanchi soprattutto a causa del gran caldo (oggi si bolle) ma anche in quanto oramai siamo in giro da più di due settimane e la media giornaliera percorsa a piedi si aggira sui dieci chilometri, tant’è che anche le cagnoline iniziano ad essere cotte. Domattina la sveglia suonerà molto presto in quanto siamo ancora molto lontani dall’Italia ed entro metà pomeriggio dobbiamo essere assolutamente in Sud Tirolo, pronti al rientro?

La statua del Nibelungo, lungo il Reno
Il Reno
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Hanau, l’ultima tappa della Strada delle Fiabe (con qualche perplessità) e il Castello Eltz – giorni 15 e 16

Il monumento eretto in memoria dei fratelli Grimm

Questa mattina ci alziamo di buonora e raggiungiamo Hanau, con mille dubbi in merito alla visita della città in quanto, sin da quando abbiamo programmato il percorso sapevamo che Hanau non offriva nulla in relazione alle fiabe tranne un monumento in ricordo dei fratelli Grimm, che qui ebbero i natali, tuttavia gironzolando siamo riusciti a rinvenire il luogo dove sorgeva la loro casa, pur se distrutta il 19 marzo 1945 ad opera di un bombardamento.

Un’immagine di quella che era la casa natale dei Grimm
La casa che oggi sorge sulle ceneri di quella originale
Con qualche tratto a ricordo dell’edificio precedente

Hanau è una città modernissima e piena di vita, ricca di negozi e di locali, con dei centri commerciali immensi ma l’immigrazione è stata davvero eccessiva, il che ha portato ad una perdita di quella germanità che ho sempre apprezzato. Si tratta di un’immigrazione integrata in cui tutti lavorano, pagano le tasse e sono molto gentili, senza alcun pregiudizio di sorta, ma ho notato una perdita delle tradizioni tedesche, come avere il desiderio di fermarsi a bere una birra e non trovarla per non offendere i precetti religiosi dell’Islam. Sia chiaro che non intendo mancare di rispetto a nessuno però quando viaggio amo osservare la gente e la cultura del luogo ed onestamente oggi sono rimasta perplessa… (anche da altri aspetti che ho notato, ma ho voluto solo portare l’esempio più pregnante)

La birra alla fine l’ho trovata in una pizzeria italiana, ma anche il pink latte con vaniglia e cannella era delizioso!
Gli stivali del gatto (con gli stivali…)
Pochi ricordi dei Grimm ma la memoria è sempre viva

Nel mentre raggiungevamo Hanau abbiamo avuto un guasto ai freni del camper, quindi domattina la sveglia sarà al canto del gallo per l’appuntamento in officina, pertanto non so bene a che ora ci sbrigheremo, certo è che almeno viaggeremo in sicurezza e con il cuore più tranquillo.

Di prima mattina abbiamo riparato il guasto al camper grazie alla velocità dell’officina, praticamente in due ore hanno ordinato dischi e pastiglie dei freni e hanno terminato il lavoro (fantastici!), il che ci ha permesso di non perdere nemmeno una delle tappe prefissate.

Ci siamo diretti in mattinata verso Eltz, sede del Burg Eltz, stupendo maniero medievale situato sulle colline sovrastanti la Mosella, tra Coblenza e Treviri e ancor oggi di proprietà della medesima famiglia, dalla bellezza di trentatré generazioni; è considerato uno dei più belli castelli tedeschi ed infatti è magnificamente conservato sia esternamente, come potete vedere dalle foto, sia internamente dove, purtroppo, era impossibile scattare alcuna foto (ma merita davvero, ve lo garantisco!).


Ho accorpato anche il giorno 16 (tanto pubblico con calma perché non ho trovato alcuna connessione WiFi che mi potesse aiutare) così vi illustro qualcosa di più rispetto alla giornata trascorsa ad Hanau, storicamente scarsa.

Il castello è circondato sui tre lati dall’Elzbach e sorge su una rupe rocciosa alta 70 metri e la particolarità è che è stato suddiviso in tre parti (è un cosiddetto Ganerburg), ciascuna appartenente ad un diverso ramo della medesima famiglia; ciò in quanto nel Medioevo era uso, per le famiglie che non potessero permettersi un castello proprio, unirsi al fine di crearne uno da dividere in varie sezioni, insomma l’antenato dell’attuale condominio 😀.

La parte più antica risale al XIII secolo mentre la più recente è della metà del XVI secolo, il tutto suddiviso tra la famiglia del Leone d’Oro, quella del Leone d’Argento e quella delle Corna di Bufalo; al termine della visita della dimora il giro si conclude con l’accesso alla Tesoreria, in cui sono collocati più di cinquecento oggetti preziosi di arte orafa, in avorio intagliato e altri manufatto, oltretutto si tratta degli unici locali in cui le foto sono permesse, quindi ve ne condivido qualcuna.

Proseguiamo quindi verso Worms, ma a visitarla vi ci porto domani, gustandoci con calma l’ultima tappa di questa avventura tedesca, poi via verso l’Italia per un appuntamento tanto atteso con un’amica blogger che molti di voi già conoscono…


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Steinau an der Straße: tante foto per un piccolo luogo incantevole – giorno 14

L’accesso alla cittadina
Il fossato

Stamattina abbiamo raggiunto questo piccolo borgo immerso nel verde dell’Assia, dove i fratelli Grimm si trasferirono alla fine del XVII secolo, per abitare nella casa del nonno e dove, ancor oggi, sorge il museo loro dedicato.

Accediamo alla cittadina tramite un ponte che attraversa un fossato ed affiancato da una torre, come sempre reminescenza del perimetro cittadino, e dopo pochi metri siamo alla casa sopra citata: già il giardino è delizioso, vi si passeggia tra un principe ranocchio ed una casetta di marzapane, mentre la strega spaventa Gretel dopo aver rinchiuso Hansel nella stia dei polli.

Il principe ranocchio ci accoglie anche qui
Con i consueti musicanti di Brema…
E la casetta di marzapane!
La cucina dei Grimm

Entrando il pianterreno è dedicato alla vita della famiglia e si può ammirare una cucina stupenda, ancora con il lavello in pietra, il camino e gli accessori dell’epoca, ma salendo al primo piano c’è la magia! Un mondo dedicato alle favole, alla fantasia, dove si entra in una galleria verde come un bosco in cui sono poste decine di quadri raffiguranti scene delle fiabe dei Grimm, interamente in tre dimensioni grazie a delle immagini metalliche sovrapposte a diversi livelli, il tutto deliziosamente vintage e magico! Ho scattato foto su foto, ma ve ne condivido qualcuna.

La città celebra degnamente i Grimm in quanto anche nel castello vi è una stanza interamente allestita per far sentire il visitatore in una favola! Insomma, è sì un museo (e si è capito che io non amo i musei) ma quella stanza è deliziosa: mi sono seduta su un pouf e sono rimasta lì incantata…

Il castello
Gli interni della parte museale
Poi si sale letteralmente sui libri
E si arriva nella favola, tra principesse…
… e specchi magici!
Ma le casette di marzapane sorgono lungo tutte le viuzze
E questa le supera tutte!
Anche le fontane ci portano nelle fiabe

L’ultima tappa l’abbiamo fatta alla fontana che li ricorda, nel centro della quale si eregge un pilastro riccamente intagliato con alcune scene tratte dalle loro fiabe: insomma il centro è piccolissimo ma ricorda degnamente coloro i quali lo hanno reso celebre.

E questa è la più bella, vediamola insieme!
Tre piani sulla colonna intagliata
La vedete la casetta di marzapane con la stregaccia?
E Rapunzel con la treccia che pende dalla torre?


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