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Arte, storia ed architettura/ Baviera/ Germania/ Viaggi

Ultimo giorno sotto una pioggia torrenziale!

Stamani ripartiamo dall’area di sosta che ci ha accolti per la notte mentre il tempo sta cambiando: si sta sollevando un vento violentissimo mentre il cielo non promette nulla di buono, tant’è che raggiungiamo la prima tappa di oggi sotto il diluvio.

La chiesa che ci si para davanti è quella di Marienberg, la Wallfahrtkirche Maria Himmelfahrt, chiamata anche la “Perla della valle del Salzach”, considerata una delle più belle chiese rococò della Baviera… e a ragione! Ma veniamo a qualche traccia storica perché vi assicuro che ne vale davvero la pena: la struttura a due campanili domina tutta la piana circostante dalla sommità di una collina sovrastante il corso della Salzach e quando i monaci Cistercensi trasferirono il proprio monastero a Raitenhaslach, sul Marienberg sorgeva unicamente una cappella. Nel corso del secoli il santuario, luogo di pellegrinaggio, venne rinnovato ed ingrandito sino a quando, nel settembre del 1760, la chiesa venne totalmente ricostruita, su commissione dell’abate Emanuel II Mayr, artefice anche del monastero di Raitenhaslach, al costruttore bavarese Franz Alois Mayr e al pittore Martin Heigl, allievo del rinomato Johann Baptist Zimmermann. L’edificio venne consacrato nel 1764 ma, in seguito alla secolarizzazione, esso venne chiuso e parte degli arredi venne trasferita nel vicino monastero. La chiesa era già destinata alla distruzione, tuttavia fortunatamente i residenti si opposero strenuamente a tale decisione appellandosi al futuro re di Baviera Ludvig I, che fortunatamente acconsentì alla richiesta.

Per accedervi si salgono cinquanta gradini, suddivisi in cinque rampe da dieci, quale simbolo delle Ave Maria del Rosario, lungo le quali sono presenti svariate lapidi in memoria dei caduti dei due conflitti mondiali, ma è appena si varca la soglia che si compie la magia: non vi tedio con ulteriori descrizioni in merito alle opere ivi contenute, vi basti qualche traccia storica per meglio comprendere le vicissitudini del luogo… ammiratela e basta, è stupenda!

Anche la serratura è un capolavoro di maestria

Lasciata la chiesa, mentre la pioggia intensifica ulteriormente la sua portata, raggiungiamo il monastero di Raitenhaslach, sopra già citato e che resistette alla secolarizzazione fornendo anche luogo di sepoltura ai membri della dinastia Wittelsbach, nonostante le alterne vicende che portarono, dopo la consacrazione del 1186, alla distruzione della basilica romana a tre navate allora presente, sino ad arrivare al capolavoro barocco odierno, nuovamente ad opera del predetto Mayr e che ad oggi rappresenta un luogo di formazione e cultura ove si distinguono il Neuen Kloster, l’Alter Kloster e la Wasser Turm, ma anche questa volta il pezzo forte è lei, la chiesa, meraviglioso gioiello barocco. A voi le immagini, da rimanere a bocca aperta ancora una volta!

Anche le acquasantiere seguono il medesimo stile architettonico
Ma quanto è carino l’Insektenhotel posto nel giardino?

Le specie ospitate

Sempre sotto un cielo gelido invernale raggiungiamo Tittmoning, piccolo centro molto carino ma, essendo un sabato pomeriggio di tempo impietoso, letteralmente deserto; raggiungiamo il castello grazie ad una salita abbastanza abbordabile, ma che non presenta alcun tratto di interesse storico o architettonico.

Il ponte che conduce al castello
Un particolare dell’ingresso

Rientrando sulla strada verso il parcheggio che ci ospita notiamo una curiosa fontana sovrastata da una cicogna e scopriamo che si tratta della Storchenbrunnen, realizzata intorno al 1625, raffigurante una cicogna con una serpe chiusa nel becco e rappresentante la vittoria del bene sul male; si narra, inoltre, che se si desidera un figlio sia necessario passarvi davanti e poi voltarsi…

La Storchenbrunnen

E con questo post vi lascio sino alla settimana prossima… devo proprio lasciarvi una buonissima ricetta dolce, facile e di effetto!

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Burghausen: una bellissima cittadella all’interno di una fortificazione

La fontana e la torre dell’orologio

Stamani ci dirigiamo con calma verso Burghausen mentre il tempo volge al meglio e la pioggia di ieri viene sostituita da un sole cocente ed un cielo meraviglioso! Raggiungiamo il castello e lasciamo tutto il giorno il camper parcheggiato al di fuori delle mura vista la posizione comodissima anche per raggiungere il centro cittadino.

Ingresso nella cittadella fortificata
Anche qui alcune casette sono riccamente decorate
Passeggiando lungo le stradine interne ricche di alberi fioriti

Attraverso le antiche mura si entra in quella che è una vera e propria cittadella, ancora abitata, verdissima, fiorita e stupenda! Si tratta infatti del più lungo complesso fortificato in Europa, utilizzato sino al tardo Medioevo dal Duca della Bassa Baviera quale seconda residenza, nonché sede educativa dei bambini e anche del tesoro, qui custodito. Il fortilizio subì vari rimaneggiamenti ed ampliamenti nel corso dei secoli sino all’aspetto odierno, concluso sotto l’egida del Duca Giorgio il Ricco, nel periodo compreso tra il 1479 e il 1503, venendo utilizzato per vari scopi, tra i quali ricordiamo quello di fortezza, di prigione, di abitazione per ranghi elevati di lavoratori nonché di residenza.

La Torre delle Streghe: qui avvenne l’ultimo processo per stregoneria nel 1751, mentre l’ultima esecuzione per spada risale al 1831

La passeggiata all’esterno è lunga e gradevole, il panorama sovrasta il corso della Salzach e la sottostante cittadina, che raggiungeremo più tardi, si attraversano svariati cortili attraverso porte turrite, per raggiungere il cuore del castello, mantenuto in ottime condizioni e bellissimo, parzialmente visibile mentre la restante parte ospita il museo, che purtroppo abbiamo dovuto disattendere in quanto ci avrebbe portato via circa un’ora e mezza e non avremmo potuto portare con noi le nostre famigliari “pelose”.

Da un cortile all’altro
Il ponte levatoio che conduce all’anima del castello
Un particolare dell’ingresso
Nei cortili interni
La sala del tesoro

Dal castello siamo scesi direttamente in centro, molto piccolo ma delizioso, consistente nella parte principale, ricca di palazzi meravigliosamente decorati e localini, tra i quali la birreria Augustiner, dove abbiamo goduto di un pranzo di ottimo livello innaffiato dalla consueta birra favolosa che solo l’Augustiner sa offrire.

Il palazzo più bello in assoluto
Particolari nelle decorazioni dei palazzi
La sede municipale

Costeggiando la lunga fila di palazzi coloratissimi si attraversa una porta, anch’essa decorata, che conduce al Grüben, zona ricca di botteghe antiquarie in cui trovare letteralmente di tutto, nonostante molte siano oramai chiuse.

L’ingresso del Grüben
Tra botteghe antiquarie

La città presenta anche una forte cultura per il jazz in quanto sede di alcune manifestazioni ad esso dedicate, oltre alle targhe sparse in tutto il Grüben e dedicate ai maggiori jazzisti della storia musicale.

E targhe commemorative… potevo non immortalare quella di Dizzy Gillespie?

Siamo poi risaliti al castello (un po’ impegnativo ma ci si sbriga in pochi minuti) per risalire a bordo del nostro Chewbecca e raggiungere la prossima tappa, l’ultima, che sarà oggetto del post di domani sera!

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Verso la Baviera: prima tappa a Laufen

Vecchie botteghe

Ci siamo lasciati pochi giorni fa in Veneto ma vi avevo promesso una nuova ripartenza: stamattina siamo di nuovo seduti in camper alla volta della Baviera. Il tempo che troviamo sui Tauri è pessimo, del resto sulla zona montuosa è la normalità, ma il cielo nero e l’acqua a catinelle ci accompagnano fino a Laufen.

In realtà questa zona ve l’avevo già introdotta a dicembre, quando arrivammo sotto una bufera di neve, tuttavia oggi siamo riusciti a fare una passeggiata un po’ più approfondita nonostante il maltempo, scoprendo un piccolo centro ricco di case bellissime, purtroppo molto trascurato e lasciato andare a molteplici chiusure commerciali e all’incuria.

Palazzi riccamente decorati, questa è la Haus Pauli
L’apice della volta del
ponte sulla Salzach

Il vecchio municipio

La cittadina fa parte del Berchtesgadener Land, in Baviera, ma non sono riuscita a trovare maggiori notizie in merito, né sulle guide turistiche né online, quindi mi limito a lasciarvi qualche scatto, soprattutto per le bellissime insegne che campeggiano lungo le viuzze e per il ponte, stupendo, quello che già mi colpì a dicembre e che collega la Baviera alla vicina Austria (non siamo lontani da Salisburgo).

La chiesa della cittadina, maestosa, stupenda…
La struttura ariosa degli interni, in netto contrasto con l’esterno, possente e massiccio
Le volte che percorrono il perimetro esterno dell’edificio
Il ponte sulla Salzach
Di là c’è l’Austria
Ma quanto bello è?

Rientriamo al camper, lasciato in un parcheggio dedicato, gratuito e senza servizi, per sostarvi la notte, bagnati fradici e bisognosi di un ambiente riscaldato, una birra ed una fetta di torta, dopo tanti chilometri e tanta pioggia. Per domani speriamo in un tempo un po’ migliore, nel mentre ci riposiamo e ci organizziamo per una nuova tappa!

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San Martino della Battaglia e Pastrengo: oggi piccole tappe immerse in un paesaggio meraviglioso!

Salendo verso i vitigni

Stamani lasciamo temporaneamente l’area di sosta di Peschiera, alla volta di alcune piccole tappe di interesse storico che mio marito ha inserito nel programma, per me di ben poco interesse ma immerse in un paesaggio meraviglioso, sotto un sole cocente e passeggiando tra filari di viti e campi di ulivi. Ovviamente le cagnoline hanno apprezzato moltissimo la giornata rurale, mentre dal canto mio vi lascio solo dei piccoli “morsi” casomai foste interessati agli aspetti storici del luogo.

La prima tappa, a pochi chilometri da Peschiera, l’abbiamo fatta a San Martino della Battaglia, con l’obiettivo di visitare l’Ossario (eh sì, un altro tocco di macabro) e la Torre, quest’ultima purtroppo disattesa vista la chiusura della stessa nonostante il sito ufficiale la desse aperta sino a sera, il che ci ha portato anche ad una discussione con un addetto, il quale sosteneva il contrario nonostante l’evidenza del sito (ah… la trasparenza, questa sconosciuta!)

La Torre “impossibile “
La chiesetta sede dell’Ossario
Gli interni

Lasciando perdere la pessima figura fatta dalla gestione del complesso, abbiamo goduto di una bellissima passeggiata tra i filari di viti, costeggiando alcune cascine, purtroppo in pessime condizioni, protagoniste delle vicende belliche svoltesi in tale località, tra le quali vi segnalo quella della foto, in quanto in essa vi nacque l’odierna Croce Rossa.

La cascina in cui nacque l’odierna Croce Rossa

Lasciato San Martino abbiamo raggiunto Pastrengo, dove abbiamo raggiunto l’ennesimo forte passeggiando tra gli ulivi (sì, di tutte queste tappe storiche non me ne interessava mezza, ma il panorama è davvero affascinante e adatto a delle scampagnate in famiglia): si tratta del Forte Degenfeld, datato 1861, ed attualmente in una parziale ristrutturazione interna.

Forte Degenfeld
L’ingresso
Gli interni

L’ultima passeggiata l’abbiamo fatta per raggiungere la sede del Telegrafo Ottico, ovviamente non visitabile all’interno ma stupendamente situato in mezzo agli ulivi, sulla sommità del colle di San Martino, a 263 m., costruito nel 1865 a difesa della zona mediante un sistema di trasmissione in alfabeto Morse molto rudimentale, costituito unicamente da pannelli in legno e funi.

La salita tra gli ulivi
Il Telegrafo Ottico

Terminata anche quest’ultima visita siamo rientrati a Peschiera per una serata in relax prima del ritorno a casa… ma per poco perché stiamo già progettando un altro giretto a breve!

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Ossario di Custoza e Peschiera del Garda

La giornata di ieri è proseguita con la sospirata visita all’Ossario di Custoza, monumento in ricordo dei caduti costituito da un edificio con obelisco ed una cripta; visita che ci ha causato un po’ di problemi a causa dei disservizi causati dal maltempo. Infatti in tarda mattinata è scesa tanta di quell’acqua, spazzata da un vento violentissimo, che ha causato dei blackout al monumento, purtroppo non notificati in tempo al pubblico dei visitatori, quindi tra mail e telefonate siamo riusciti ad accedere all’edificio più di un’ora dopo l’orario previsto. Ne è valsa la pena, assolutamente, sia per interesse storico sia per la cripta “a vista” (nel senso che i teschi che vedete nella foto non sono coperti da alcuna teca, tant’è che ho pensato a lungo se pubblicare la foto o meno, poi ho ragionato sul fatto che online si trova ovunque e che non avrei arrecato alcun effetto macabro ); siamo stati accompagnati da Irene, bravissima guida che ci ha concesso l’ingresso gratuitamente, completando il tutto con tour guidato, anch’esso gratuito, quale ristoro per il disservizio subito, quindi il gruppo creato è stato esiguo e fortemente interessato, il che ha permesso una notevole interazione con chi ci ha spiegato veramente ogni cosa inerente il sito.

L’Ossario
La stupenda volta interna della cappella

La riesumazione dei resti dei caduti è iniziata nell’agosto del 1876 e ha interessato tutti coloro i quali sono caduti a Custoza nel 1848 e nel 1866, portando all’esumazione di 1894 corpi, trattati con rispetto e delicatezza e cercando quanto più possibile di mantenere integri anche gli oggetti rinvenuti, ottenendo alla fine un corridoio circolare letteralmente rivestito di ossa. Può fare un po’ impressione, ma la guida è riuscita a farci apprezzare l’aspetto criminologico ed antropologico del sito, facendoci notare i fori di proiettile nei crani, le striature di colore dovute ai materiali di contatto come il terreno o oggetti ferrosi e addirittura la muffa sorta su alcune superfici ossee.
A me personalmente ha affascinato molto (saranno le reminescenze di antropologia criminale che sono riemerse…), ma vi porto avanti prima che mi molliate tra le ossa 😀.

La cripta

Dopo la visita all’Ossario abbiamo fatto tappa merenda a Corte Vittoria, azienda casearia vicinissima a Custoza, ricca di formaggi a prezzi onestissimi ed un gelato che è la fine del mondo: ve lo raccomando se ne avete la possibilità!

L’ingresso di Corte Vittoria
Vi assicuro ne vale la pena! 😋
La sera accarezza i vitigni mentre raggiungiamo Monzambano

La sera abbiamo fatto tappa all’area di sosta di Monzambano, bellissima e collegata ad un piccolo parco con laghetto dove poter passeggiare con i cani, anche se noi ovviamente eravamo di corsa e la mattina seguente ci è toccato fuggire alla volta di Peschiera del Garda.

L’ingresso al centro storico di Peschiera per il tramite di Porta Brescia
Alcune vestigia romane visibili nel centro di Peschiera

Peschiera è stata inserita nel tour da mio marito in seguito alla presenza di alcune vestigia storiche, ma io me la sono goduta così com’è, in tutta la sua bellezza di cittadina lacustre, sotto un sole che finalmente scottava, tra una pizza ottima a pranzo, un aperitivo ed una passeggiata al porto dove, seduta in cima al molo, ho goduto della pace e della meraviglia dell’acqua.

Ponte dei Voltoni, costruito dalla Serenissima Repubblica di Venezia secondo il metodo veneziano delle palafitte lignee
Interno di Porta Verona
Porta Verona

Vi lascio alle foto perché di Peschiera davvero non serve altro!

I monti innevati oltre il molo
Mentre scende la sera sull’acqua…
…ed è subito poesia!
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La storia in Veneto: Villafranca di Verona

Il castello di Villafranca

Inaspettatamente ci siamo ritrovati un weekend lungo da poter sfruttare, tempo pessimo, dubbi tanti ma anche moltissima voglia di staccare dopo mesi di vita casalinga. Quando il tempo è poco si cerca di non allontanarsi troppo dalla propria città, quindi nuovamente scegliamo il Veneto, già protagonista di viaggi precedenti e che ci ha colpiti per la bellezza inaspettata che regala.

Partiamo il sabato poco prima dell’ora di pranzo, sempre a bordo di Chewbecca (il nostro fido camper, oltretutto appena ritirato al volo dall’officina), ci fermiamo per un po’ di spesa e pranziamo nel parcheggio della Lidl in letteralmente quindici minuti per ripartire alla volta di Villafranca, scelta un po’ a caso con lo scopo di visitare il suo castello.

Arrivati a destinazione decidiamo per un giretto esplorativo in centro e rimaniamo sorpresi per la vitalità che contraddistingue la cittadina, tant’è che sostiamo per un aperitivo a buffet libero (in stile “all you can eat” per capirci), di una bontà infinita e grazie al quale io di fatto ho cenato con i soli €4,50 dello spritz Campari 🤣.

Tappa al “Bar Enosteria Il Duomo”
Buffet a profusione …

Prima della sosta aperitivo abbiamo avuto modo di fare una breve visita al museo (gratuito) del Palazzo Bottagisio, non tanto per la mostra in sè in quanto racchiude solo storia locale, quanto per poter ammirare almeno una parte degli interni dell’edificio, oltretutto ospitante alcuni dipinti di ottima fattura. È valsa una visita anche alla Parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo di Villafranca, dal maestoso aspetto esteriore ed estremamente interessante dal punto di vista architettonico degli interni.

L’esterno del Palazzo Bottagisio, sede della firma del Trattato di pace del 1859

Soffitti stupendamente affrescati
Presenti anche bellissimi dipinti
L’esterno della Parrocchiale
Un cenno alla struttura interna, ariosa e bellissima
Il Battistero

Rientrando al camper ripassiamo davanti al castello, illuminato in maniera curiosa e che sappiamo attenderci per l’indomani.

Che meraviglia, vero?

La mattina del giorno seguente diluvia in maniera esagerata, il che ci convince ad avvicinare il camper al castello per evitare di bagnarci fino al midollo, soffia un vento impetuoso e fa freddissimo, ma non desistiamo… e facciamo la scelta giusta! Il castello è stupendo, inoltre capitiamo in un fine settimana in cui è animato da un gruppo di appassionati in costumi d’epoca, oltretutto molto generosi nelle spiegazioni, sopra a tutti Stefano, che ci inonda di descrizioni della vita nel castello e ci accompagna fino al mastio, nonostante il vento fortissimo che lo sferza impietoso.

L’esterno del maniero
Romeo e Giulietta ci accolgono all’interno
Ma noi siamo meglio 🤣

Si tratta complessivamente di una visita che vale assolutamente la pena fare, con un biglietto di ingresso molto economico e pari a cinque euro a persona: all’ingresso siamo accolti da una scultura bronzea raffigurante Romeo e Giulietta, per poi entrare nell’edificio ed ammirare stanze curatissime ed ognuna dedicata ad illustrare oggetti d’epoca, a fornire spiegazioni in merito ai sistemi difensivi e alle vicende belliche che lo hanno visto coinvolto, il tutto prosegue da una stanza all’altra e da un piano all’altro, ugualmente lungo i livelli del mastio, sino a raggiungere il ballatoio superiore, all’aperto, dove si gela, dove il vento ti prende a ceffoni ma il panorama è mozzafiato!

E salendo ancora più su…
… arriviamo all’apice del mastio!
Dal mastio la visuale sul cortile sottostante è perfetta

Nel pomeriggio abbiamo previsto di dirigerci verso Custoza, sede dell’omonima battaglia, ma di questo ve ne parlerò nel prossimo post, ora rientriamo al calduccio del camper ad asciugarci!

Baviera/ Bevande/ Germania/ Natale/ Viaggi

Berchtesgaden, con qualche delusione 😥

Ripartiamo per la terza tappa di questa brevissima vacanza, sotto un cielo incerto ma sempre circondati da tanta, tantissima neve e temperature glaciali, pur con il nostro consueto entusiasmo di viaggiatori curiosi.

Arriviamo, dopo mezz’ora di guida e una tappa al supermercato, a Berchtsgaden, centro abbastanza grande che dà il nome a tutto il Berchtsgadenland quindi non proprio cippe ma… risulta impossibile fermarsi con il camper! Nessuna area di sosta, nessun campeggio (li detestiamo ma se proprio non si offrono alternative ce lo facciamo andar bene), nessun parcheggio privo del consueto avviso di divieto camper. Chiaramente siamo anche disponibili a spostarci per il pernottamento, ma quello che più ci pesa è dover percorrere delle strade innevate dopo il tramonto in quanto potrebbe risultare poco sicuro, ma tant’è… tentiamo un parcheggio in un vicolo a fondo cieco almeno per il tempo di una visita, ovviamente nel giro di pochissimi minuti riceviamo una visita della Polizei anche se, grazie al cielo, non ci creano problemi, dopo di che ci spostiamo con pochi minuti di passeggiata verso il centro della città e verso un delizioso mercatino, abbastanza esteso ma sempre a misura d’uomo, anch’esso con una ricca offerta di artigianato locale e senza le cianfrusaglie che “allietano” molte bancarelle nazionali (almeno nella mia città sono la norma, tra cinesate ed imbonitori che strillano al vento).
Ci godiamo il Glühwein di rito, il che ci farebbe sembrare degli ubriaconi patentati, ma vi assicuro con con le temperature di questi giorni scendono come acqua fresca, il che ci ritempra almeno per un’altra mezzoretta, il tempo di acquistare qualche pensierino per le persone che ci stanno nel cuore, per poi rientrare molto velocemente visto che oggi abbiamo portato con noi anche le cagnoline e sinceramente fa davvero troppo freddo per le loro zampette.

Vi lascio qualche scatto di un centro delizioso, ricco di case decorate e di un dedalo di vie carinissime… peccato per la scarsa accoglienza nei confronti dei camperisti che, pur disponibili a pagare sempre per una buona area di sosta e per i relativi servizi, lasciano volentieri buona parte dello stipendio in una città che viene loro incontro (piccolo momento polemico)!

Una delle mie pupette che annusa l’albero… 😀

Ovviamente siamo rientrati, per la notte, all’area sosta di Bad Reichenall!

Domani rientreremo a casa con la speranza, finalmente, di ritornare un po’ ai fornelli e alla mia amata pasticceria… ci vediamo alla prossima!

Baviera/ Bevande/ Germania/ Natale/ Viaggi

Bad Reichenall, alla scoperta di un piccolo mercatino tra le terme

La partenza verso Bad Reichenall

Oggi è il terzo giorno di viaggio, allietato da una giornata soleggiata e gelida, infatti ci svegliamo con un bel -9 gradi e un brivido di terrore dinanzi al parcheggio ghiacciato. Alla fine ne usciamo indenni anche questa volta, senza derapate né danni, tant’è che ripartiamo alla volta della prossima cittadina da visitare.

La Salzach

Dopo pochi chilometri siamo a Bad Reinchenall, noto centro ricco di palazzi termali di bellissima fattura, di un’eleganza antica che va quasi in dissonanza rispetto al clima festoso che si respira in centro dove, grazie ad un piccolissimo mercatino, si beve Glühwein e si ride in armonia. Non si tratta di una manifestazione turistica tant’è che è frequentato per lo più dai residenti, ma per questo più vero… e il vin brûlé è assolutamente delizioso e lontano anni luce da quelle brodaglie chimiche che propinano altrove (da provare quello all’amaretto, una versione atipica ma strepitosa).

La mattina girelliamo un po’ con le cagnoline visto che nella mezz’ora di strada che separa l’area camper dal centro vi sono ben due parchi consecutivi, deliziosamente innevati, per poi raggiungere il centro e permettere loro una bella sgambata nelle ore meno fredde, per poi rientrare al camper e riscaldarci sino a metà pomeriggio.

Abbiamo preferito ritornare ai mercatini, nella piazza del Municipio, da soli in quanto al tramontare del sole la temperatura è colata a picco ed onestamente era dura anche per noi nonostante l’abbigliamento adatto: nulla di speciale da visitare a parte qualche chiesetta ma semplicemente un giretto invernale in pieno spirito pre natalizio culminato con una deliziosa cena in birreria, a prezzi onestissimi e qualità eccellente.

L’ingresso della birreria
Il calore e l’accoglienza degli interni
Birra di loro produzione, una chicca da scoprire
Ogni tanto ritorno a parlare di cibo (ma vi prometto un rientro in cucina a breve)

Sono consapevole del fatto che io vi abbia abituati a dei viaggi ricchi di architettura, di bellezze artistiche e di curiosità storiche, ma questa volta voglio solo portarvi per mano tra colori, profumi, decorazioni artigianali e dolcetti deliziosi; godetevi l’atmosfera e sorridete al calore della vita semplice, senza le cattiverie che ci accompagnano ogni giorno!

Natale/ Viaggi/ Vini e bevande

Alla scoperta dei Christkindlemarkt… bloccati da una bufera di neve!

Il panorama incoraggiante che ci allieta nell’area di sosta autostradale 😂

Dopo due anni di assenza rinasce prepotente la voglia di girellare tra quei magnifici mercatini nordici, obiettivo inizialmente arduo vista la consueta riluttanza da parte del datore di lavoro di mio marito nel concedere qualche giorno di ferie con ampio anticipo, costringendo la sottoscritta ad una situazione da funambola per potersi liberare dal lavoro all’ultimo momento. Detto ciò ce la facciamo, prepariamo il camper con la consapevolezza delle temperature estremamente rigide che ci attendono e partiamo!

Già sulla catena dei Tauri la situazione inizia a farsi “imbiancata” ma si sa… siamo in montagna e ci sta, ne abbiamo prese tante di nevicate intense fino ad oggi quindi zero preoccupazioni; i pensieri bui iniziano a Salisburgo, sotto una copiosa nevicata che riduce la visibilità e fa temere per la tenuta dei pneumatici sull’asfalto. Montiamo pneumatici da quattro stagioni ma, con i cerchi in lega, ci scordiamo di poter mettere le catene quindi panico, sangue freddo e cerchiamo la prima area di sosta possibile dove poter pernottare. Ne troviamo una con una bellissima zona camper e… la sbarra limitatrice a tre metri (ma sono scemi? Solo noi siamo alti 3,15 e non siamo enormi rispetto ad altri modelli.), fatto sta che ci infiliamo tra i camion prendendo la cosa con filosofia e cambiamo itinerario.

La meta iniziale doveva essere un tour di tre giorni tra Regensburg, Bamberg e Ulm, tutte città già visitate durante un’estate di molti anni fa ma che meritavano un giretto invernale. Tuttavia anche la zona intorno a Berchetsgaden è molto bella quindi ci sta bene… finché la mattina seguente ci alziamo così!

La mattina seguente realizziamo il devasto che ci aspetta…

Dopo parecchie tribolazioni riusciamo ad uscire dal parcheggio per immetterci sulla carreggiata autostradale perfettamente curata, per percorrere pochi chilometri e ritrovarci sulle strade secondarie messe peggio nonostante gli spazzaneve siano già in azione con benne e sale.

Il ponte che collega la Germania e l’Austria

All’ora di pranzo, procedendo con molta cautela, abbiamo raggiunto la Stille Nacht Kapelle, piccola cappella che ispirò l’omonimo canto natalizio e in questo periodo circondata da un mercatino natalizio piccolo e delizioso, composto da sole bancarelle di artigianato locale e ottimo Glühwein.

La Stille Nacht Kappelle

Gironzoliamo un po’ tra le bancarelle, visitiamo la chiesetta e ci beviamo il vin brûlé per riscaldarci, senza insistere troppo nel permanere al freddo perché le cagnette ne stanno risentendo.

Glühwein a go go….
La porta d’ingresso alla cappella
L’interno

Prima dell’ingresso nella cappelletta ammiriamo il fiume e la riva tedesca dalla parte opposta: in effetti la cittadina di Laufen nel corso dei secoli ha subito molti rilevanti cambiamenti tra i quali, il 14 aprile 1816, la cessione della regione del Salisburghese, da parte della Baviera, in cambio del Palatinato, il che ha portato a portare la linea di confine in corrispondenza della Salzach e alla cittadina di Laufen l’appartenenza alla Baviera mentre Oberndorf (all’epoca la Laufen austriaca) ad oggi appartiene all’Austria.

Laggiù, oltre la Salzach, c’è la Baviera


Ritorniamo al camper pregando di arrivare a domattina con la batteria dei servizi in quanto la stufa consuma follie e se dovessimo rimanere al freddo rischieremmo la rottura delle tubature dell’acqua. Quindi non ci resta che attendere domani, al lume di candela, e di aggiornarci con nuove notizie.

Potevano mancare i musicanti?
Ce la faremo ad uscire da qui?

Gute Nacht meine Lieben!

Amicizia/ Viaggi

Un viaggio lunghissimo per raggiungere un’amica- giorno 18

Ne parlavamo da tanto di incontrarci, ci avevamo pensato a primavera un paio di volte, ma siccome nessuna di noi due trascorre le proprie giornate ad annoiarsi siamo arrivate all’estate; ci avevamo pensato in occasione del nostro viaggio in Baviera ma eravamo strettissimi con i tempi, quindi siamo arrivate ad oggi.

Siamo partiti da Worms alle 8.30 del mattino, dopo una sveglia all’alba ed un velocissimo camper service, abbiamo imboccato l’autostrada con grande ottimismo visto che c’eravamo pressoché solo noi, niente camion trattandosi di un giorno festivo e con l’idea di raggiungere Terlano, in Alto Adige, nel primo pomeriggio.

Che accoglienza 😍

Appena ci siamo immessi su uno dei rami autostradali principali è iniziato il devasto tra file immense e rallentamenti continui, con Luca (eroico) che teneva duro e io che cercavo i percorsi alternativi su Google Maps impostato sul traffico, tra continue uscite sulle statali ed alcuni rientri in autostrada. Dopo dieci ore dalla partenza abbiamo visto il cartello che ci indicava l’ultimo chilometro da percorrere: non ci volevamo credere! L’area di sosta era già piena al limite, quindi abbiamo parcheggio su di un piazzale sterrato, sperando in bene vista la nota antipatia dei sudtirolesi nei confronti dei camperisti… però siamo onesti, le aree di sosta non sono preposte al campeggio stanziale e questa, già piccolina, era piena di turisti tedeschi armati di tendalini, sedie, tavolini e brandine! Con la conseguenza che i posti erano dimezzati e noi sinceramente eravamo troppo stanchi per continuare a girare, quindi il tempo di una doccia velocissima e siamo finalmente andati da lei! Molte di voi sanno di chi parlo, vero?

Sconvolta di stanchezza ma felice!

Noi chiacchieriamo quotidianamente da molto tempo, abbiamo imparato a conoscerci e spesso rimpiangiamo di vivere così lontano l’una dall’altra in quanto ne è nata una solida amicizia, un affetto inaspettato, diciamo che quando chiacchieravo ogni tanto con lei, poche battute frequentando alcuni gruppi in comune, mai avrei pensato ci fossimo trovate sulla stessa lunghezza d’onda. Invece, casualmente, lei lesse un mio post su un social, mi scrisse privatamente concordando con il mio pensiero e da lì fu un attimo, due annusatine come la volpe e il piccolo principe 🤣 ed è nata l’amicizia! Che con me non è cosa semplice, sia chiaro! 😉

Alessandra è deliziosa come la immaginavo, mi sono sentita subito a casa, ha due figlioli splendidi ed educatissimi ed un marito che è stata una sorpresa: esplosivo, intelligente, simpaticissimo… e ho ammirato una complicità tra di loro che mi ha riscaldato il cuore!

Grazie ragazzi, mi avete fatta sentire parte della famiglia ❤️

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