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Un fine settimana in Baviera (di nuovo!)

Un pontile sul Chiemsee

A noi la Baviera piace, si era capito? Abbiamo però un secondo fine: un paio di volte l’anno facciamo tappa in un Getränkemarkt per fare scorta di birre “serie”, molto più buone di quelle nazionali o importate, almeno per il nostro gusto, e decisamente economiche essendo uno dei prodotti di punta della zona. Quindi, come già qualche mese fa, riportiamo i vuoti, che qui sono a rendere e, applicato il reso, rifacciamo una bella scorta visto che mio marito e mio figlio sono dei birraioli convinti (io in realtà apprezzo di più un buon vino).

L’imbarcadero “vigilato” da Ludwig di Baviera
La targa lui dedicata che ne ricorda il prematuro decesso, avvenuto in circostanze abbastanza dubbie
Merenda sul lungolago

Anche stavolta facciamo un po’ i turisti e accompagnamo nel tour guidato 🤣 due amici camperisti come noi, nonostante i pochissimi giorni a disposizione come al solito: partenza alla volta del Chiemsee con sosta a Priem am Chiemsee, che sorge sull’omonimo lago, vi arriviamo in poche ore essendo una delle mete facilmente raggiungibili da Trieste e una passeggiata sul lungolago non ce la toglie nessuno, complice la giornata splendida e caldissima, progettando la gita di domani.

Le increspature createsi dopo il passaggio del traghetto
La piccola ferrovia turistica del Chiemsee
Possono mancare i cigni?
Angolini deliziosi
E fiori ovunque!

Noi la ricordiamo come una delle più belle gite fatte in passato, tant’è che vi ritorniamo volentieri per accompagnarvi chi invece non conosce la zona: il pomeriggio in cui arriviamo fa un caldo che sembra estate, tant’è che i ragazzini sguazzano nella piscina all’aperto, dall’acqua bel riscaldata ma la sensazione dell’estate si fa forte. Una passeggiata sul lungolago, una merenda all’aperto visto che abbiamo saltato il pranzo, per poi organizzare per l’indomani il giro in barca, quello che ci porterà prima all’Herreninsel (l’Isola degli Uomini) e poi alla Fraueninsel (l’Isola delle Donne).

Sul pontile in attesa del traghetto

L’indomani la giornata è tersissima, un sole meraviglioso e, contrariamente al giorno precedente, fa un freddo becco, motivo per il quale partiamo sottocoperta alla volta dell’Herreninsel, la quale ospita uno dei castelli di Ludwig di Baviera, magico e bellissimo come gli altri due (Neuschweinstein e Linderhof, che se mi capiterà di visitare nuovamente vi proporrò, avendoli visti più volte ma sempre in tempi “non sospetti” di blog).

Navighiamo verso la prima isola

Il castello di Herrenchiemsee (Neues Schloss Herrenchiemsee) risale al XIX secolo, tant’è che è conosciuto anche come Neues Schloss Herrenwörth, in quanto riprende l’antico nome dell’isola: esso venne edificato ad iniziare dall’anno 1878 su iniziativa di Ludwig II di Baviera e su ispirazione della reggia di Versailles, progettato da Georg von Dollman e realizzato in gran parte da Julius Hofmann. Ludwig vi visse solo pochissimi giorni nonostante la vastità del progetto, in quanto lo stesso venne trovato annegato in pochissimi metri d’acqua nel 1886, lasciando incompiute alcune parti dell’opera e gettando non poche ombre sulla scomparsa del sovrano, ombre più che giustificate visto che le sue manie di grandezza ridussero sul lastrico le casse bavaresi e crearono non poco malcontento nell’intero Land.

Ed eccolo, affacciato su un giardino immenso!

Nell’estate del 1867 Ludwig intraprese un viaggio in Francia, la cui tappa principale era proprio la Reggia di Versailles, tuttavia a seguito dell’improvviso decesso dello zio Otto egli fu costretto a rientrare in patria senza avere la possibilità di visitare la reggia, da qui l’idea di “portare in patria” la bellezza della stessa, che in origine sarebbe dovuta sorgere nei pressi del Linderhof, il cui castello vi ho citato sopra. Il progetto venne rielaborato più volte, specie in quanto il sovrano desiderava venisse realizzata una sezione ispirata dal Grande Trianon o dal castello di Marly, contenendo quindi una riproduzione della Galleria degli Specchi e della facciata affacciata sui giardini, il tutto però fu impossibile da realizzare nel luogo indicato per carenza di spazio.

Il salone più vasto del castello
Un maestoso lampadario in ceramica di Meißen e fiori in seta

Ludwig ritentò più volte il sospirato viaggio a Versailles, finchè nell’estate del 1874 egli raggiunse il proprio obiettivo e venne accolto, in occasione del suo compleanno, da uno spettacolo di giochi d’acqua, lasciandogli quindi come ricordo un vero e proprio sogno della tanto amata Versailles; da qui la ripresa del progetto, però focalizzato non più nella zona montana del Linderhof ma su un terreno lacustre acquistato l’anno prima, molto vasto e corrispondente proprio alla zona del Chiemgau. Il sovrano bavarese era un grandissimo estimatore di Luigi XIV, il Re Sole, da cui la similitudine con Versailles ne è rappresentativa, al pari del Castello di Neuschwanstein, che nelle forme e nello stile rammenta il mondo medievale e le opere di Richard Wagner, mito musicale di Ludwig, come del resto il castello di Herrenchiemsee è chiaramente ispirato allo stile dei re Borboni francesi.

Il castello oggetto della nostra visita fu non solo il più costoso dei tre realizzati, ma nei pochissimi giorni in cui Ludwig vi visse ospitò l’attrice Marie Dahn-Hausmann, la cui visita richiese la costante illuminazione della sala degli specchi (e vi assicuro che ce ne voleva…) nonchè molteplici addobbi floreali negli interni del palazzo; egli inizialmente sovvenzionò le spese con il proprio patrimonio, ma purtroppo ben presto le casse pubbliche vennero depauperate dalle follie regali, il che porta a sospettare della “banale” morte occorsegli.

Uscendo dal castello merita una visita anche l’annesso museo, inaugurato recentemente quindi per noi una visita inedita.

Uno scorcio della chiesa sita sulla Fraueninsel
La bellissima volta dell’interno

Dopo la visita al castello e all’annesso parco, immenso, ci siamo reimbarcati alla volta della Fraueninsel, molto più piccola e carinissima, la quale offre la visita alla chiesta e al monastero , purtroppo chiuso per un convegno, oltre ad una botteghina ricca di prodotti artigianali realizzati dalle monache isolane.

Uno scatto dei giardini del convento, purtroppo questa volta chiusi

L’isola ospita un antico convento femminile fondato dall’allora duca di Baviera Tassilone III, nel 782, poi distrutto più volte e ricostruito un millennio dopo su fondamenta carolinge, tant’è che ancora oggi è visibile la porta carolingia; ad oggi ospita le religiose benedettine mentre, all’interno della chiesa, si venerano le reliquie di Sant’Irmengarda, deposte nell’omonima cappella.

Lo stile carolingio ancora visibile

Il resto dell’isoletta ospita ristorantini e birrerie aperte al turismo, che chiaramente nella stagione estiva si fa molto intenso.

Al rientro in camper potevamo non meritarci una tappa golosa?
Una Traunstein fiorita ci accoglie

Il giorno seguente abbiamo visitato un piccolo paese limitrofo, Traunstein, incuriositi in quanto la sigla della cittadina è “TS” al pari di quella della mia città, ma si è trattata di una visita molto breve viste le dimensioni ridotte del centro storico. Vi lascio la consueta carrellata di scatti e ci vediamo molto presto in quanto stiamo già impostando le prossime tappe sul navigatore… e vi assicuro che manca pochissimo! Nel mentre vedo se riesco a postarvi qualche piccola gita meritevole nei dintorni della mia città, perchè ne ho qualcuna davvero carina anche se il post risale a molti mesi fa. Alla prossima proposta!

Il muro finemente lavorato di una farmacia
La HB della cittadina, birreria storica
E la meravigliosa cena che ci siamo regalati l’ultima sera!
Con birra locale e Wienerschnitzel mit pommes frites… potevano mancare?
I bellissimi interni del licale in cui abbiamo cenato
Arte, storia ed architettura/ Baviera/ Germania/ Viaggi

Ultimo giorno sotto una pioggia torrenziale!

Stamani ripartiamo dall’area di sosta che ci ha accolti per la notte mentre il tempo sta cambiando: si sta sollevando un vento violentissimo mentre il cielo non promette nulla di buono, tant’è che raggiungiamo la prima tappa di oggi sotto il diluvio.

La chiesa che ci si para davanti è quella di Marienberg, la Wallfahrtkirche Maria Himmelfahrt, chiamata anche la “Perla della valle del Salzach”, considerata una delle più belle chiese rococò della Baviera… e a ragione! Ma veniamo a qualche traccia storica perché vi assicuro che ne vale davvero la pena: la struttura a due campanili domina tutta la piana circostante dalla sommità di una collina sovrastante il corso della Salzach e quando i monaci Cistercensi trasferirono il proprio monastero a Raitenhaslach, sul Marienberg sorgeva unicamente una cappella. Nel corso del secoli il santuario, luogo di pellegrinaggio, venne rinnovato ed ingrandito sino a quando, nel settembre del 1760, la chiesa venne totalmente ricostruita, su commissione dell’abate Emanuel II Mayr, artefice anche del monastero di Raitenhaslach, al costruttore bavarese Franz Alois Mayr e al pittore Martin Heigl, allievo del rinomato Johann Baptist Zimmermann. L’edificio venne consacrato nel 1764 ma, in seguito alla secolarizzazione, esso venne chiuso e parte degli arredi venne trasferita nel vicino monastero. La chiesa era già destinata alla distruzione, tuttavia fortunatamente i residenti si opposero strenuamente a tale decisione appellandosi al futuro re di Baviera Ludvig I, che fortunatamente acconsentì alla richiesta.

Per accedervi si salgono cinquanta gradini, suddivisi in cinque rampe da dieci, quale simbolo delle Ave Maria del Rosario, lungo le quali sono presenti svariate lapidi in memoria dei caduti dei due conflitti mondiali, ma è appena si varca la soglia che si compie la magia: non vi tedio con ulteriori descrizioni in merito alle opere ivi contenute, vi basti qualche traccia storica per meglio comprendere le vicissitudini del luogo… ammiratela e basta, è stupenda!

Anche la serratura è un capolavoro di maestria

Lasciata la chiesa, mentre la pioggia intensifica ulteriormente la sua portata, raggiungiamo il monastero di Raitenhaslach, sopra già citato e che resistette alla secolarizzazione fornendo anche luogo di sepoltura ai membri della dinastia Wittelsbach, nonostante le alterne vicende che portarono, dopo la consacrazione del 1186, alla distruzione della basilica romana a tre navate allora presente, sino ad arrivare al capolavoro barocco odierno, nuovamente ad opera del predetto Mayr e che ad oggi rappresenta un luogo di formazione e cultura ove si distinguono il Neuen Kloster, l’Alter Kloster e la Wasser Turm, ma anche questa volta il pezzo forte è lei, la chiesa, meraviglioso gioiello barocco. A voi le immagini, da rimanere a bocca aperta ancora una volta!

Anche le acquasantiere seguono il medesimo stile architettonico
Ma quanto è carino l’Insektenhotel posto nel giardino?

Le specie ospitate

Sempre sotto un cielo gelido invernale raggiungiamo Tittmoning, piccolo centro molto carino ma, essendo un sabato pomeriggio di tempo impietoso, letteralmente deserto; raggiungiamo il castello grazie ad una salita abbastanza abbordabile, ma che non presenta alcun tratto di interesse storico o architettonico.

Il ponte che conduce al castello
Un particolare dell’ingresso

Rientrando sulla strada verso il parcheggio che ci ospita notiamo una curiosa fontana sovrastata da una cicogna e scopriamo che si tratta della Storchenbrunnen, realizzata intorno al 1625, raffigurante una cicogna con una serpe chiusa nel becco e rappresentante la vittoria del bene sul male; si narra, inoltre, che se si desidera un figlio sia necessario passarvi davanti e poi voltarsi…

La Storchenbrunnen

E con questo post vi lascio sino alla settimana prossima… devo proprio lasciarvi una buonissima ricetta dolce, facile e di effetto!

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Burghausen: una bellissima cittadella all’interno di una fortificazione

La fontana e la torre dell’orologio

Stamani ci dirigiamo con calma verso Burghausen mentre il tempo volge al meglio e la pioggia di ieri viene sostituita da un sole cocente ed un cielo meraviglioso! Raggiungiamo il castello e lasciamo tutto il giorno il camper parcheggiato al di fuori delle mura vista la posizione comodissima anche per raggiungere il centro cittadino.

Ingresso nella cittadella fortificata
Anche qui alcune casette sono riccamente decorate
Passeggiando lungo le stradine interne ricche di alberi fioriti

Attraverso le antiche mura si entra in quella che è una vera e propria cittadella, ancora abitata, verdissima, fiorita e stupenda! Si tratta infatti del più lungo complesso fortificato in Europa, utilizzato sino al tardo Medioevo dal Duca della Bassa Baviera quale seconda residenza, nonché sede educativa dei bambini e anche del tesoro, qui custodito. Il fortilizio subì vari rimaneggiamenti ed ampliamenti nel corso dei secoli sino all’aspetto odierno, concluso sotto l’egida del Duca Giorgio il Ricco, nel periodo compreso tra il 1479 e il 1503, venendo utilizzato per vari scopi, tra i quali ricordiamo quello di fortezza, di prigione, di abitazione per ranghi elevati di lavoratori nonché di residenza.

La Torre delle Streghe: qui avvenne l’ultimo processo per stregoneria nel 1751, mentre l’ultima esecuzione per spada risale al 1831

La passeggiata all’esterno è lunga e gradevole, il panorama sovrasta il corso della Salzach e la sottostante cittadina, che raggiungeremo più tardi, si attraversano svariati cortili attraverso porte turrite, per raggiungere il cuore del castello, mantenuto in ottime condizioni e bellissimo, parzialmente visibile mentre la restante parte ospita il museo, che purtroppo abbiamo dovuto disattendere in quanto ci avrebbe portato via circa un’ora e mezza e non avremmo potuto portare con noi le nostre famigliari “pelose”.

Da un cortile all’altro
Il ponte levatoio che conduce all’anima del castello
Un particolare dell’ingresso
Nei cortili interni
La sala del tesoro

Dal castello siamo scesi direttamente in centro, molto piccolo ma delizioso, consistente nella parte principale, ricca di palazzi meravigliosamente decorati e localini, tra i quali la birreria Augustiner, dove abbiamo goduto di un pranzo di ottimo livello innaffiato dalla consueta birra favolosa che solo l’Augustiner sa offrire.

Il palazzo più bello in assoluto
Particolari nelle decorazioni dei palazzi
La sede municipale

Costeggiando la lunga fila di palazzi coloratissimi si attraversa una porta, anch’essa decorata, che conduce al Grüben, zona ricca di botteghe antiquarie in cui trovare letteralmente di tutto, nonostante molte siano oramai chiuse.

L’ingresso del Grüben
Tra botteghe antiquarie

La città presenta anche una forte cultura per il jazz in quanto sede di alcune manifestazioni ad esso dedicate, oltre alle targhe sparse in tutto il Grüben e dedicate ai maggiori jazzisti della storia musicale.

E targhe commemorative… potevo non immortalare quella di Dizzy Gillespie?

Siamo poi risaliti al castello (un po’ impegnativo ma ci si sbriga in pochi minuti) per risalire a bordo del nostro Chewbecca e raggiungere la prossima tappa, l’ultima, che sarà oggetto del post di domani sera!

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Verso la Baviera: prima tappa a Laufen

Vecchie botteghe

Ci siamo lasciati pochi giorni fa in Veneto ma vi avevo promesso una nuova ripartenza: stamattina siamo di nuovo seduti in camper alla volta della Baviera. Il tempo che troviamo sui Tauri è pessimo, del resto sulla zona montuosa è la normalità, ma il cielo nero e l’acqua a catinelle ci accompagnano fino a Laufen.

In realtà questa zona ve l’avevo già introdotta a dicembre, quando arrivammo sotto una bufera di neve, tuttavia oggi siamo riusciti a fare una passeggiata un po’ più approfondita nonostante il maltempo, scoprendo un piccolo centro ricco di case bellissime, purtroppo molto trascurato e lasciato andare a molteplici chiusure commerciali e all’incuria.

Palazzi riccamente decorati, questa è la Haus Pauli
L’apice della volta del
ponte sulla Salzach

Il vecchio municipio

La cittadina fa parte del Berchtesgadener Land, in Baviera, ma non sono riuscita a trovare maggiori notizie in merito, né sulle guide turistiche né online, quindi mi limito a lasciarvi qualche scatto, soprattutto per le bellissime insegne che campeggiano lungo le viuzze e per il ponte, stupendo, quello che già mi colpì a dicembre e che collega la Baviera alla vicina Austria (non siamo lontani da Salisburgo).

La chiesa della cittadina, maestosa, stupenda…
La struttura ariosa degli interni, in netto contrasto con l’esterno, possente e massiccio
Le volte che percorrono il perimetro esterno dell’edificio
Il ponte sulla Salzach
Di là c’è l’Austria
Ma quanto bello è?

Rientriamo al camper, lasciato in un parcheggio dedicato, gratuito e senza servizi, per sostarvi la notte, bagnati fradici e bisognosi di un ambiente riscaldato, una birra ed una fetta di torta, dopo tanti chilometri e tanta pioggia. Per domani speriamo in un tempo un po’ migliore, nel mentre ci riposiamo e ci organizziamo per una nuova tappa!

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Berchtesgaden, con qualche delusione 😥

Ripartiamo per la terza tappa di questa brevissima vacanza, sotto un cielo incerto ma sempre circondati da tanta, tantissima neve e temperature glaciali, pur con il nostro consueto entusiasmo di viaggiatori curiosi.

Arriviamo, dopo mezz’ora di guida e una tappa al supermercato, a Berchtsgaden, centro abbastanza grande che dà il nome a tutto il Berchtsgadenland quindi non proprio cippe ma… risulta impossibile fermarsi con il camper! Nessuna area di sosta, nessun campeggio (li detestiamo ma se proprio non si offrono alternative ce lo facciamo andar bene), nessun parcheggio privo del consueto avviso di divieto camper. Chiaramente siamo anche disponibili a spostarci per il pernottamento, ma quello che più ci pesa è dover percorrere delle strade innevate dopo il tramonto in quanto potrebbe risultare poco sicuro, ma tant’è… tentiamo un parcheggio in un vicolo a fondo cieco almeno per il tempo di una visita, ovviamente nel giro di pochissimi minuti riceviamo una visita della Polizei anche se, grazie al cielo, non ci creano problemi, dopo di che ci spostiamo con pochi minuti di passeggiata verso il centro della città e verso un delizioso mercatino, abbastanza esteso ma sempre a misura d’uomo, anch’esso con una ricca offerta di artigianato locale e senza le cianfrusaglie che “allietano” molte bancarelle nazionali (almeno nella mia città sono la norma, tra cinesate ed imbonitori che strillano al vento).
Ci godiamo il Glühwein di rito, il che ci farebbe sembrare degli ubriaconi patentati, ma vi assicuro con con le temperature di questi giorni scendono come acqua fresca, il che ci ritempra almeno per un’altra mezzoretta, il tempo di acquistare qualche pensierino per le persone che ci stanno nel cuore, per poi rientrare molto velocemente visto che oggi abbiamo portato con noi anche le cagnoline e sinceramente fa davvero troppo freddo per le loro zampette.

Vi lascio qualche scatto di un centro delizioso, ricco di case decorate e di un dedalo di vie carinissime… peccato per la scarsa accoglienza nei confronti dei camperisti che, pur disponibili a pagare sempre per una buona area di sosta e per i relativi servizi, lasciano volentieri buona parte dello stipendio in una città che viene loro incontro (piccolo momento polemico)!

Una delle mie pupette che annusa l’albero… 😀

Ovviamente siamo rientrati, per la notte, all’area sosta di Bad Reichenall!

Domani rientreremo a casa con la speranza, finalmente, di ritornare un po’ ai fornelli e alla mia amata pasticceria… ci vediamo alla prossima!

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Bad Reichenall, alla scoperta di un piccolo mercatino tra le terme

La partenza verso Bad Reichenall

Oggi è il terzo giorno di viaggio, allietato da una giornata soleggiata e gelida, infatti ci svegliamo con un bel -9 gradi e un brivido di terrore dinanzi al parcheggio ghiacciato. Alla fine ne usciamo indenni anche questa volta, senza derapate né danni, tant’è che ripartiamo alla volta della prossima cittadina da visitare.

La Salzach

Dopo pochi chilometri siamo a Bad Reinchenall, noto centro ricco di palazzi termali di bellissima fattura, di un’eleganza antica che va quasi in dissonanza rispetto al clima festoso che si respira in centro dove, grazie ad un piccolissimo mercatino, si beve Glühwein e si ride in armonia. Non si tratta di una manifestazione turistica tant’è che è frequentato per lo più dai residenti, ma per questo più vero… e il vin brûlé è assolutamente delizioso e lontano anni luce da quelle brodaglie chimiche che propinano altrove (da provare quello all’amaretto, una versione atipica ma strepitosa).

La mattina girelliamo un po’ con le cagnoline visto che nella mezz’ora di strada che separa l’area camper dal centro vi sono ben due parchi consecutivi, deliziosamente innevati, per poi raggiungere il centro e permettere loro una bella sgambata nelle ore meno fredde, per poi rientrare al camper e riscaldarci sino a metà pomeriggio.

Abbiamo preferito ritornare ai mercatini, nella piazza del Municipio, da soli in quanto al tramontare del sole la temperatura è colata a picco ed onestamente era dura anche per noi nonostante l’abbigliamento adatto: nulla di speciale da visitare a parte qualche chiesetta ma semplicemente un giretto invernale in pieno spirito pre natalizio culminato con una deliziosa cena in birreria, a prezzi onestissimi e qualità eccellente.

L’ingresso della birreria
Il calore e l’accoglienza degli interni
Birra di loro produzione, una chicca da scoprire
Ogni tanto ritorno a parlare di cibo (ma vi prometto un rientro in cucina a breve)

Sono consapevole del fatto che io vi abbia abituati a dei viaggi ricchi di architettura, di bellezze artistiche e di curiosità storiche, ma questa volta voglio solo portarvi per mano tra colori, profumi, decorazioni artigianali e dolcetti deliziosi; godetevi l’atmosfera e sorridete al calore della vita semplice, senza le cattiverie che ci accompagnano ogni giorno!

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Di nuovo in viaggio: dal Trieste verso la Danimarca – giorno 1

Lo so, manco da molto ma siamo rientrati dall’Islanda nel pieno di una ristrutturazione che ha reso la vita difficile a nostro figlio nel corso della nostra assenza e che ha continuato a complicarci la nostra sino a pochi giorni fa!

Finalmente siamo ripartiti, lasciando a malincuore il mio mare ad estate di fatto appena iniziata dopo il maltempo anomalo e il freddo che ce l’ha fatta desiderare, ma pazienza, spero di ritrovarne ancora un pezzetto al nostro rientro, tutto sommato l’anno scorso ho nuotato fino al primo di novembre, il che mi rende ottimista.

La mattina sono andata in ufficio, ho chiuso le ultime pendenze, ho partecipato ad una riunione, sono scappata a casa a pranzo e abbiamo acceso il motore del nostro Chewbecca, pieni di voglia di viaggiare di nuovo on the road e cercando di recuperare un altro dei viaggi rimasti fermi nella wish list da troppo tempo: la strada delle fiabe, ricca di tappe che i fratelli Grimm hanno reso protagoniste nella vita di tanti bambini, nei loro sogni ad occhi aperti davanti alla storia della buonanotte.

Grazie a qualche cambio di turno di mio marito abbiamo anticipato la partenza di qualche giorno, con lo scopo di ritornare in Danimarca dopo ventitré anni, di scoprire ancora un po’ questa magnifica terra, di toccare di nuovo con mano un pezzetto di quel nord che mi affascina da sempre.

Il primo giorno abbiamo percorso parecchia strada e ci siamo fermati solo in Baviera, nonostante avessimo desiderato raggiungere Monaco ci siamo fermati prima, non ce l’avremmo fatta a causa della stanchezza e delle ore che passavano: quello che vedete nelle foto è il Chiemsee, lago di origine glaciale risalente a circa 10.000 anni fa e chiamato anche il mare della Baviera (Bayerisches Meer), località turistica molto rinomata e che ho avuto modo di visitare più di una volta in passato e che c’è di più romantico che dormire vista lago?

Il lago al nostro arrivo
La Rastplatz Chiemsee che ci ha permesso il pernottamento

Domani ripartiremo, non so quanti chilometri ci saranno permessi percorrere vista l’imprevedibilità del traffico, ma l’importante è essere liberi e andare dove vogliamo! Al prossimo post per gli aggiornamenti e un abbraccio a voi che mi fate sempre compagnia 💖

Stamattina un bagnetto ce lo siamo concessi
Con la compagnia delle paperelle
E ce n’erano proprio tante…
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Romantische Straße – giorno 4: Schloß Harburg e Nördlingen im Ries

Siamo arrivati all’ultimo giorno di questa bellissima mini vacanza assolutamente soddisfatti e rilassati: oggi la giornata inizia con un sole cocente, dopo alcuni giorni di clima respirabile si inizia a sentire l’estate a tutto tondo.

Iniziamo la giornata affrontando una bellissima visita al castello di Harburg che, essendo situato in un’area un po’ rialzata, ci consente di godere di una piacevole brezza nonostante il sole scotti: si tratta di un complesso medievale risalente all’XI/XII secolo, periodo in cui esso era un castello imperiale, successivamente venne dato in pegno ai conti di Oettingen e rimase di proprietà della linea protestante degli Oettingen-Oettingen sino alla loro estinzione, per poi passare alla linea cattolica degli Oettingen-Wallerstein, alla cui fondazione appartiene tutt’ora.

Lungo il cammino di ronda
Feritoia semplice
Feritoia a sfera per una difesa migliore
Feritoia per il lancio di liquidi bollenti
Feritoia con appoggio per l’arma
L’esterno del castello è interamente decorato dai bambini

Vi posto un po’ di scatti dell’esterno dell’edificio in quanto gli interni, molto belli, sono coperti da divieto assoluto di riproduzione e divulgazione.

Dopo la consueta pausa pranzo ci siamo spostati di pochi chilometri e abbiamo raggiunto Nördlingen im Ries, bellissimo centro bavarese racchiuso dalla consueta cinta muraria turrita e bagnato da un corso d’acqua.

La porta della città e la cinta muraria

Gironzoliamo tra le case a graticcio, passeggiando lungo le strade a pavè fortunatamente ombreggiate perché il calore avanza di ora in ora e siamo sempre accompagnati da due cagnoline che patiscono il caldo; notevole è la Chiesa di S.Giorgio, evangelica, imponente nella maestosità e molto semplice nel suo interno, ovviamente con la tipica fisionomia delle chiese evangeliche che presentano l’altare al centro della navata centrale e gli interni molto lineari.

Case a graticcio
La casa più alta della città

Lo stile che la contraddistingue è tipicamente gotico (che io adoro quindi me la sono girellata tutta in totale visibilio), la torre che la accompagna è chiamata “Daniel” e, aspetto caratteristico di questo bellissimo centro medievale non da poco, esso sorge all’interno di un cratere meteoritico chiamato Ries, formatosi pressapoco 15 milioni di anni fa a seguito della caduta di un meteorite della dimensione di un chilometro che precipitò alla velocità di 70000 km/h, penetrando nel terreno e formando il suddetto cratere di circa 25 km.

La chiesa anglicana
Passeggiando per le vie del centro

Vi lascio agli scatti di quest’ultima giornata, stupenda come le precedenti pur se con un piccolo appunto: ho notato che negli anni (frequento la Baviera da più di vent’anni) si è perso quel bellissimo stile tradizionale che l’ha sempre contraddistinta, quello stile caratterizzato dalle botteghe di boccali in ceramica ad ogni angolo di via e di Stuben in cui poter gustare un’ottima Wienerschnitzel mit Pommes Frites… ecco questa costa mi è dispiaciuta poiché la rendeva unica!

Ancora cicogne…
La dolce vita

Domani affronteremo circa sette ore e mezzo di strada per rientrare quindi vi lascio con questi ultimi scatti e ci rivediamo a casa!

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Romantische Straße – giorno 3: Guttmann Brauhaus e Donauwörth

Iniziamo un’altra giornata sotto un cielo che cambia di continuo, tra raggi di sole cocente e nuvoloni che rotolano su se stessi donandoci attimi di refrigerio e decidiamo di affrontare parecchi chilometri per uno scopo nobile: raggiungere il birrificio che produce la Weissbier più buona che abbiamo mai bevuto! Arriviamo quindi al birrificio Gutmann di Titting, un piccolo stabilimento perduto nel nulla che produce solo wiessbier di una qualità eccelsa e ovviamente aggiungiamo un’altra cassa di bottiglie alla già cospicua collezione destinata alle nostre scorte, tant’è che ne abbiamo per tutto l’anno a venire.

Lasciamo il birrificio e, dopo la pausa pranzo, visitiamo Donauwörth, una cittadina graziosissima che sorge su un’isola tra il fiume Wörnitz e il Donau (il Danubio): è un piccolo centro ricco di fiori e di casette colorate, con due bellissime chiese che non ometto di ammirare, non per fede cattolica in quanto non credente, ma da amante dell’arte.

Le mura cittadine e la Riedertor

Lungo il perimetro della strada principale, cui si accede dalla porta che si apre lungo le mura rimaste in ottime condizioni, possiamo vedere svariati edifici originali e rimaneggiati come abbiamo notato anche nelle tappe precedenti, spesso riutilizzati quali sedi amministrative, commerciali e abitative, il tutto però perfettamente omogeneo in uno stile urbano e cromatico ineccepibile.

La Fuggerhaus, eretta dai Fugger, nota e potente famiglia di Augusta
La Cattedrale di Nostra Signora, eretta dal 1444 e terminata nel 1467, in stile gotico, a tre navate e dal particolare pavimento in salita in quanto segue la morfologia del terreno su cui poggia.

Anche questa è una cittadina da vivere, da passeggiarvi con il naso all’insù, il che vi permetterà anche di notare, sui comignoli, la presenza di cicogne nei loro nidi… rammento di averne viste molte in Polonia ed in Alsazia e ho provato un piacere immenso nel reincontrarle in un contesto urbano.

Di edifici notevoli ovviamente ce ne sono degli altri, tuttavia non intendo limitarmi alla noiosa veste di “guida turistica”, bensì cercare di condividere l’atmosfera del luogo, le sensazioni e la poesia che il mio “occhio fotografico” ha scorto in molti angoli di questo grazioso isolotto.

Uno dei tanti nidi di cicogne.
Il Monastero della Santa Croce, edificio sacro che subì eventi di ogni tipo nel corso degli anni, tra cui la trasformazione in scuderia ad opera di Napoleone.
Meravigliosi i soffitti stuccati.
La città è cosparsa di piccoli orti di aromatiche.

Siamo rientrati in camper dopo la consueta sosta per una weissbier all’aperto ed una passeggiata lungo il Danubio, senza stress alcuno e godendo del tepore del sole ancora alto nonostante fosse quasi ora di cena; domani ci aspetta l’ultima giornata di questa bellissima mini vacanza inaspettata e che si sta rivelando una meraviglia!

Donauspitz, dove il Wörnitz si getta nel Danubio.
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Romantische Straße – giorno 2: Landsberg am Lech e Friedberg

Landsberg am Lech

Siamo al secondo giorno di questa brevissima vacanza e già siamo indietro con il programma, ma pazienza… mi interessa rilassarmi e girellare senza troppi impegni, cosa che in camper è fattibile non dovendo sottostare a prenotazioni.

Il Lech

Lasciamo l’area sosta che ci ha ospitati per la notte e ci dirigiamo a Landsberg am Lech, classificata come un piccolo centro degno di interesse storico e turistico: come già accaduto ieri di storico rimane ben poco in quanto completamente ricostruito, tuttavia il centro è assolutamente delizioso, curato nei minimi particolari, ridente e grazioso.

L’effetto è bellissimo già da lontano
Pegni d’amore passeggiando lungo il ponte

La città sorse all’incrocio di due vie romane: la via Claudia e la via del Sale, situando il proprio centro storico proprio lungo la riva destra del fiume Lech che, come sempre è accaduto in passato con i corsi d’acqua, ha rivestito un punto di fondamentale importanza per lo sviluppo cittadino. Tale sviluppo proseguì sino alla fine del XIX secolo, interessando in particolar modo la zona sita sulla sponda opposta del fiume, ossia dove oggi si estende maggiormente la città con i quartieri di Katharinenvorstadt, Neuerpfting, Weststadt e Schwaighofsiedlung; solo nel 1923 però il centro acquistò notorietà in quanto nelle sue prigioni venne incarcerato Adolf Hitler e in esse egli redisse il “Mein Kampf”. Oggi rimane un centro ricco di case curatissime, con una chiesa dagli interni stupendi ed un corso d’acqua con annesso mulino.

Ricorda un po’ Colmar
Scorci del centro
Le vie pedonali del centro
Il mulino ad acqua
Terrazzini a pelo d’acqua
La Bayerntor
La Kreuzekirche
La torre del fornaio
Angolini deliziosi
Riecco colui il quale è stato protagonista delle chiese visitate ieri, abilmente ritratto sulla parete di un palazzo

Terminata la visita abbiamo lasciato la cittadina per concederci una pausa pranzo rilassante lungo la strada per Friedberg, considerata anch’essa una città storica e turistica, valutazione in merito alla quale mi sento di dissentire, tuttavia si tratta di un’altra chicca che vale una breve visita. È un centro tranquillo, piccolo, ricco di fiori e in cui regna un silenzio piacevolissimo… vi lascio delle immagini con delle brevi descrizioni.

Anch’essa è situata lungo la Romantische Straße ed è caratterizzata da edifici ricchi di tetti a falde, bow windows e torrette, lungo i quali ogni tanto si scorge qualche resto delle mura cittadine, con le torri rotonde e la cinta di mattoni. Il Castello dei Wittelsbach, rinascimentale, si inserisce nel perimetro murario, tuttavia non ci è dato da visitare ed, onestamente, nemmeno incuriosisce più di tanto il visitatore essendo completamente ammodernato con conseguente perdita del fascino originario.

Personalmente l’ho intesa quale un piccolo centro di campagna da vivere più che da visitare con la dovizia turistica che ci si può aspettare, tant’è che ho rinvenuto molta più cura nelle case, nei giardini e nelle vie del centro rispetto a quanto è stato riservato alle vestigia delle origini, spesso trascurate ed “ornate” dai bottini della spazzatura (per me ovviamente inconcepibile).

L’ingresso al castello, del quale rimane solo questo
Il cortile del castello

Fiori ovunque
La Marienplatz con la Colonna della Peste e la Fontana della Vergine
Ogni chiesa presenta dei particolari bellissimi

Domani ci aspetta un’altra visita lungo la Romantische Straße, nemmeno io so ancora dove andremo in quanto, rispetto al piano originario, stiamo improvvisando parecchio… quindi “stay tuned” e a domani!

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