
Riprendo la visita a Smederevo da dove l’ho lasciata nel post precedente, già abbastanza lungo, che forse avrebbe penalizzato la visita alla fortezza, il che mi sarebbe dispiaciuto: si tratta infatti di una città fortificata medievale costruita tra il 1427 e il 1430 da Djurad Brankovic, a capo del Despotato di Serbia, poi ulteriormente fortificata dagli Ottomani, che conquistarono la città nel 1459.



La fortezza subì vari attacchi sia dagli Ottomani che dai Serbi, tuttavia la sua struttura resistette senza grossi danni ad ambedue, per poi però subire gravi danneggiamenti nel corso della Seconda Guerra Mondiale; nel 2009 venne portato avanti un grosso intervento di restauro, vista la bellezza della struttura, tant’è che nel 1979 venne dichiarata “monumento culturale di importanza eccezionale” mentre, nel 2010, è stata candidata ad entrare nel Patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO.



Essa dista meno di 50 km. da Belgrado e sorge sulla riva destra del Danubio, esattamente nei pressi della confluenza di quest’ultimo e della Jezava, posizione che permise alla capitale di rimanere vicina al Regno d’Ungheria pur favorendo il sultano ottomano Murad II al fine di impedire agli ungheresi il passaggio incontrollato nella valle della Grande Morava, insomma un atteggiamento assolutamente diplomatico. Del resto anche nel corso dei secoli la sua posizione tra i Balcani e l’Europa centrale ne ha favorita l’importanza quale centro religioso e ne ha tutelato lo sviluppo commerciale.



Attualmente essa ospita un parco pubblico, occasionalmente ospita festival, concerti, sagre ed altri eventi pubblici, tant’è che vi è presente un palco fisso, oltre alla presenza di un imbarco dal quale si accede al lungofiume; di storia ce ne sarebbe ancora tanta da raccontare, ma sapete che mi annoia e che mi limito al minimo per comprendere il posto in cui mi trovo, ma vi voglio appuntare ancora un particolare, ossia che la fortezza è stata costruita secondo la tradizione bizantina, esattamente sul modello della fortezza di Costantinopoli.
Per il resto vi lascio alle foto, che valgono sempre più di mille parole…
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