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Profumi e alambicchi

Autoproduzione/ Natale/ Un po' del mio mondo

Quest’anno solo pensierini home made! Gessetti profumati per i cassetti.

Si avvicina il Natale, periodo che da brava Grinch io tendo a detestare, ma chiariamo: non detesto il Natale in sé ma tutto quel consumismo che ci gira intorno, tutto quell’anticiparlo con panettoni a vista già ad ottobre, quella corsa al regalo perché “si deve fare”. No, non ci siamo proprio…

Premetto che nella cultura della mia famiglia il regalo lo si faceva solo a San Nicolò, il 6 dicembre, mentre il Natale era  un momento per stare insieme con i propri cari, nel calore dell’amore che ci univa e ciò al di là di un discorso religioso poiché questo non mi appartiene affatto.

Oggi mi trovo un po’ a disagio, nel dover festeggiare un Natale che non sento, mentre vengo tirata da tutte le parti e devo rinunciare a stare dove vorrei, ogni anno inondata da ‘sta menata dei regali a tutti i costi, spersonalizzanti e dei quali, onestamente, a nessuno gliene frega una mazza: so che sembro brutale ma quando sento frasi del tipo “e anche questo ce lo siamo tolti dalle scatole” mi cade tutto 🙁

Ho sempre amato il regalo fatto con il cuore, pensando a colui il quale questi è diretto, possibilmente creato con le proprie mani perché sapere che qualcuno ha speso del tempo (e non dei soldi) per creare qualcosa diretto solo a me mi commuove sempre.

Questo per me è un Natale  sottotono rispetto ai precedenti, già deludenti per conto loro, perché è il primo in cui non c’è la mia mamma, sarà un Natale triste per il mio papà e so già che mi farà ammattire, quindi almeno per quanto mi riguarda sto cercando di fare un passo indietro, di ritornare a creare con le mie mani un qualcosa di unico per ognuno: certamente non sono una professionista quindi di imprecisioni ce ne sono a valanghe, ma ci ho messo il cuore.

Sono stanca della corsa ai regali, dello spintonarsi nei negozi senza provare nulla che vada al di là del fastidio delle corse dell’ultimo minuto, cosa che non ho mai fatto ma che ogni hanno ho notato con un’insofferenza crescente, quindi inizio a stilare un elenco di ciò che intendo realizzare e che donerò con affetto sincero.

Oggi inizio con questi profumatori per cassetti, semplicissimi da realizzare e che vi suggerisco con poche ed essenziali istruzioni.

Vi serviranno:

  • del gesso fine in polvere
  • poca acqua
  • stampi in silicone per dolci o cioccolatini
  • olio essenziale (io ho usato la cannella)
  • se volete usate dei colori a tempera ma io li ho lasciati bianchi
  • nastrini per decorarli (ed eventuali sacchetti trasparenti e tag in cartoncino per la confezione)
  • una ciotola e un cucchiaio per mescolare il gesso
  • carta vetrata fine
  • se possibile usare una spatola per stuccatura

Non vi do le proporzioni di gesso ed acqua perché dipende dalla quantità di prodotto che vi serve, ma iniziate a versare nella ciotola qualche cucchiaiata di polvere di gesso cui unirete poca acqua a filo, sino ad ottenere un composto liscio e cremoso (ma la densità la capirete solo provando), poi unire l’olio essenziale a piacere (anche qui la quantità dipende dall’intensità della fragranza, ad esempio la cannella è una bomba con poche gocce), rimescolare (con l’eventuale aggiunta del colore a tempera) velocemente perché il composto asciuga subito. Versare negli stampi cercando di livellare quanto possibile, eventualmente sbattere leggermente lo stampo sul piano di appoggio per far sì che non rimangano delle bolle d’aria. Io non ho usato la spatola ma a posteriori posso dire che sarebbe stata utile per lisciare quanto più possibile quello che sarà la base delle formine.

Lasciar asciugare un paio d’ore e poi sformare delicatamente, lasciare ancora un po’ a riposo e poi scartavetrare quanto possibile la superficie sottostante, ossia quella che non era a contatto con lo stampo, che sarà rimasta molto irregolare; a seconda del tipo di stampo usato sicuramente i risultati saranno molto diversi, infatti a me i gingerbread sono venuti con la base molto irregolare mentre l’alberello è uscito quasi perfetto.

Lasciar asciugare un giorno all’aria e poi procedere con il confezionamento in maniera tale che la fragranza si conservi sino al momento in cui il gessetto profumato arriverà tra le mani del destinatario.

Nota: per quanto riguarda la pulizia dell’attrezzatura usata, ricordatevi che il silicone dovrete lasciarlo ad asciugare e il gesso secco se ne andrà da solo, mentre la scodella e il cucchiaio, una volta asciutti andranno ammollati per pochi minuti e il gesso si staccherà da solo; procedere poi con il normale lavaggio.

 

Autoproduzione/ Economiche

Olio solido ai profumi mediterranei

Ritorno a creare, dopo tanto tempo, dopo un lunghissimo periodo di ansia, preoccupazione e dolore, dopo una lunga assenza che mi ha portato a perdere un po’ per la strada anche mio figlio nel delicato periodo dell’adolescenza, con conseguenti problemi scolastici e personali: ora però siamo di nuovo qui, più forti che mai tutti e due, io nuovamente più padrona del mio tempo e più serena, lui con due anni persi a scuola ma più maturo e consapevole dell’essenziale.

Amo la cucina, è indubbio, altrimenti non starei qua, ma soprattutto amo creare, metterci la fantasia in ogni cosa che faccio nonostante l’unico prodotto che in questi tre anni bui abbia continuato a realizzare sia stata la crema mani: piano piano mi riaffaccio all’autoproduzione con l’idea di rifare dei burri per il corpo, memore di un meraviglioso burro al cioccolato bianco che usavo all’epoca…

Mi trovo senza molti ingredienti, eppure quando mi ci incaponisco non mollo e allora ecco che anche questa volta qualcosa di carino ve lo propongo!

E’ un olio solido, ottimo per viaggiare ma anche da tenere sul lavandino pronto all’uso, magari adagiato in una ciotolina in ceramica, bello da vedere e tanto utile alla pelle; usatelo riscaldato tra le mani e poi strofinatelo sulla pelle, è delizioso! Ah, a proposito: se avete l’epidermide un po’ irritata dalla depilazione o per qualsiasi altro motivo in cui non sia necessario ricorrere alle cure del medico usatelo pure, molto probabilmente in pochi minuti avrete risolto il problema senza alcun effetto collaterale.

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Olio solido ai profumi mediterranei
Tempo di preparazione 5 mins
Tempo di cottura 15 mins
Tempo Passivo 1 ora
Porzioni
6 pezzi
Ingredienti
Tempo di preparazione 5 mins
Tempo di cottura 15 mins
Tempo Passivo 1 ora
Porzioni
6 pezzi
Ingredienti
Istruzioni
  1. Sciogliete a bagnomaria la cera d'api immersa nell'olio di oliva, una volta fuso il tutto aggiungete la polvere di arancia con gli olii essenziali e versate nelle formine: io ho utilizzato un tappetino in silicone adatto alla preparazione di tortine, ottimo per sformare successivamente i panetti senza danneggiarli. Finchè il composto è fluido appoggiarvi il fiore di lavanda (o ciò che avete scelto come decorazione: sono bellissime anche le scorze di agrume essiccate) e lasciate soldificare. Potrete estrarre l'olio solido non appena il panetto risulterà freddo al tatto, più chiaro e solido al centro.
Recipe Notes

Il rapporto cera-olio è stato valutato sulla base delle temperature estive (con troppo olio il panetto si sarebbe sciolto subito) pertanto, se utilizzerete l'olio solido a temperature più basse, riducete un po' la quantità di cera e aumentate quella dell'olio.

Autoproduzione/ Letture

“La custode del miele e delle api” di Cristina Caboni

Immagine tratta dal web

Immagine tratta dal web

Ho perso la strada.
Ma l’erica mi dona coraggio.
Con l’acacia ritrovo la forza.
Perché il miele è la mia casa.

Molte bloggers lo conoscono già molto bene, vista l’iniziativa legata al libro risalente allo scorso settembre, che io ovviamente mi sono persa in quanto ero all’estero priva di connessione wifi, ma la tentazione è stata talmente tanta che alla fine ho preso l’ebook, senza assolutamente pentirmene.

Mi sono quindi imbattuta in una lettura diversa dal solito, molto delicata e poetica, la cui protagonista è Angelica che, sin da quand’era una bambina, ha un rapporto speciale con le api, tant’è che ne ha fatto una professione itinerante in quanto viaggia ovunque con il proprio camper al fine di dispensare consigli agli apicoltori: in sua compagnia le api danzano perché lei le rispetta, mai ha prelevato più miele di quello che avanza all’alveare per la propria sopravvivenza, lei modula un canto e le api la seguono con una poesia ammaliante.

La meraviglia di quest’opera risiede nei riti antichi, nei luoghi intatti  dell’infanzia di Angelica, del contatto costante con il mare e della sua perseveranza nel difendere a tutti i costi la natura incontaminata dalla speculazione edilizia: lei sa opporsi con tutta l’anima al potere del denaro, essendo in grado di vivere solo grazie ai regali che le api le forniscono periodicamente, e alla fine trova sostegno proprio in Nicola, amore del passato mai dimenticato nonostante le loro vite abbiano preso delle strade divergenti ma che, inizialmente, sembra invischiato nei torbidi interessi finanziari e speculativi del fratello.

Nicola prende le distanze da tutto ciò, difendendo a spada tratta Angelica e il suo amore per l’ambiente, per le api, per l’origine di tanta bellezza che ammanta l’isola sarda in cui il romanzo è ambientato, perché capisce la passione della donna che ancora ama, perché comprende la poesia della natura che li circonda… ed è grazie alla sua caparbietà che l’ecosistema non subirà alcun danno lasciando le api al loro posto e il cuore di Angelica sereno.

La storia narrata è particolare, diversa dalle solite banali trame stereotipate, le parole dell’autrice scorrono dolcemente e con tanta poesia come solo una donna sarebbe in grado di fare, è un romanzo femminile a tutto tondo, ma ciò che più mi ha colpita è stato il rapporto ancestrale che si sviluppa tra la protagonista e i ritmi della natura, nonché la descrizione stessa dell’ambiente, di una magnifica terra bagnata dal mare; è un libro che profuma davvero di cera e di miele poiché la descrizione è talmente intensa da sentirne l’aroma tra le pagine e per rendere al meglio quanto potente sia la forza della natura ci vengono lasciate anche alcune ricette a base di miele e di cera d’api.

Già all’epoca avevo proposto queste preparazioni, ma ora ho voluto approfondire con una delle ricette proposte in calce al libro… visto che quale foodblogger non ho potuto partecipare all’iniziativa legata al romanzo, ho voluto interpretare in maniera un po’ diversa l’accostamento a quest’opera così bella.

Di solito sul viso uso solo una goccia di olio extravergine di oliva e devo ammettere che è meglio di qualsiasi crema vi sia in commercio: è adatto ad ogni tipo di pelle, anche tendente al grasso, perché riequilibra alla perfezione il suo aspetto; lo uso anche sul corpo, sui capelli… potevo non essere attirata da questa ricetta?

Crema per il viso (io ho raddoppiato tutte le dosi):

un cucchiaio di cera d’api purissima

un cucchiaino di miele (ho usato il millefiori)

qualche goccia di olio vegetale (ho usato l’extra vergine di oliva)

Procedimento:

sciogliere la cera a bagnomaria e poi aggiungere il miele e l’olio.

Crema per il viso

Naturalmente ho provato anche questa crema per le mani (raddoppiando anche qui le dosi), sempre in alternativa alla mia solita autoprodotta:

un cucchiaino di cera d’api

qualche goccia di miele (sempre millefiori)

un cucchiaio di olio extravergine di oliva

due gocce di olio essenziale di limone (che avevo terminato, quindi ho usato l”arancio amaro che con il millefiori si sposa alla perfezione)

Procedimento:

sciogliere la cera a bagnomaria e poi aggiungere il miele, l’olio e, da ultimo, l’olio essenziale.

Crema per le mani: uno scatto al volo prima che solidificasse perchè il giallo oro è splendido!

 

In questa nebbiosa giornata grigia la luce era pochissima per avere delle belle foto, ma il colore della cera e del miele è riuscito a dare un po’ di calore e a regalare un raggio di sole….

Autoproduzione/ Un po' del mio mondo

Ancora sapone! Una giornata gelida ed un massaggio scrub al caffè…

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Penultimo giorno di vacanze natalizie (per mio figlio, non certamente per me che ho battuto ogni record di presenza in ufficio!), ma non potevo proprio dirgli di no… dopo settimane di “martellamento” continuo per farsi portare allo Skatepark!

Lo skate nuovo gliel’ha portato S.Nicolò e, da quando ha provato a salire sulla prima tavola, è stato amore a prima vista, alla faccia di tutte le volte in cui ho cercato di insegnarli a pattinare, io che adoro volteggiare sulle rotelline…

Non mi è rimasto che caricare figliolo e skateboard sullo scooter e rassegnarmi, l’ho visto timidamente iniziare a prendere le “coordinate” per testare l’equilibrio, guardando ammirato ed intimorito i ragazzi più grandi, esperti e sicuri nel volteggiare ed esibirsi in acrobazie che a me facevano venire i brividi… gli scintillavano gli occhietti mentre io attendevo pazientemente su una panchina ghiacciata, a gelarmi il fondoschiena mentre il sole iniziava a scendere al di sotto dell’orizzonte, mentre si tuffava nel mare e lui era sempre più eccitato dai piccoli, grandi passi che riusciva a fare a forza di provare, provare, provare….

Nel frattempo si accendevano le luci, illuminando un cielo dai mille colori ed io, imbaccuccata e con le mani guantate, che scattavo a raffica, con quelle piccole potenzialità che mi può dare l’obiettivo di un telefonino: questo è il cielo (gelato) che ammantava tutta la sua felicità di quel pomeriggio rubato allo studio e tanto atteso!

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Nel rincasare pregustavo una doccia bollente, che mi potesse riscaldare sino nel profondo, di quelle che ti mettono addosso i brividi di piacere, e ho pensato a come sarebbe stato bello farla con un bel sapone esfoliante, di quello che poi richiama una massaggio energico con l’olio di mandorle e ti senti tutta rossa e bollente… il sapone ancora non è pronto, lo vedete dalle foto che il colore  non è uniforme e necessita di ulteriore stagionatura, però è bello sapere che è lì, che tra un paio di mesi potrò rincasare dal freddo invernale e farmela questa doccia bollente al caffè! Sono le piccole cose più belle, preziose perchè desiderate, semplici momenti, ma voluti intensamente, com’è stato lo Skatepark per mio figlio….

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Questo sapone è stato realizzato con il consueto procedimento, utilizzando, quale base acquosa da unire alla soda, 300 gr. di caffè lungo freddo e, al nastro, dei fondi di caffè esausto (ho utilizzato 2-3 cucchiaiate, a gusto personale)… una beauty farm domestica che non ha nulla da invidiare alla migliore Spa!

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Nel mentre aspettavo il mio bimbo, piena di amore ed ammirazione (perchè sono pazza di lui!!!), resistevo al freddo che mi attanagliava le gambe immergendomi nella musica del mio lettore mp3, sempre presente nel consueto borsone da Mary Poppins che mi tiene compagnia dal mattino alla sera… ora clicco e cerco uno dei brani più belli da ascoltare insieme a voi…

[youtube=http://youtu.be/xXdQj2Vxcp4]

Autoproduzione/ Un po' del mio mondo

Primo post dell’anno con il sapone all’arancia e il regalo di un’amica!

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Ieri sera ho sformato il secondo sapone, prodotto secondo il solito procedimento, ma utilizzando, al posto del the verde, un infuso di scorze d’arancia essiccate e con l’aggiunta, al nastro, di scorzette essiccate e tritate: mi piace da matti fare il sapone e averlo sformato e tagliato proprio l’ultimo giorno dell’anno mi è sembrato di buon auspicio per una produzione futura ricca di possibili variazioni.

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Oggi non ci sono ricette, solo riposo assoluto e un post di auguri che arrivi a tutti i miei affetti: il mio è stato un anno strano, spero l’ultimo di un concatenamento di delusioni e di dolori…  ho ricevuto manifestazioni di affetto da parecchie persone, meno del solito, ma sicuramente sincere… ho ricevuto dei pensieri inaspettati e questo della foto è stato uno di questi, un quadretto ricamato e speditomi da Claudia, una persona che nemmeno ho mai incontrato, un’amica di web, ma che a me piace un sacco! Non me l’aspettavo, eppure è il secondo Natale che riesce a stupirmi, cosa che a me accade di rado… dev’essere una tipa forte ad averla come amica “fisicamente” vicina!

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Ho ricevuto delle riposte inaspettate da alcuni bloggers che pensavo nemmeno mi considerassero… e che invece mi hanno scritto delle parole bellissime e provenienti dal cuore…

Ho ricevuto da mio figlio la povera Bubu tutta infiocchettata, ma che ha pazientemente tenuto duro rassegnata sino alla “consegna” del dono alla mamma…

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Bubu infiocchettata! (e questo è un altro regalo: Libera mi ha telefonato e mi ha spiegato come usare i colori sul blog…. e poi lo dice a me che sono tecnologica!!!) Grazie amica mia!!!!

Ho ricevuto una rapidissima risposta ad una mail, inviata con tanto timore e timidezza, che forse può preludere al recupero di un rapporto al quale tengo moltissimo…

Ho sentito l’affetto vero di un’amica della quale ogni tanto dubitavo, ma che per me ha fatto un gesto bellissimo… grazie mia vecchia amica “di esami”!!!

Come posso dubitare del futuro? Mi aspetta un 2013 che può portare di tutto, ma certamente non mi leverà l’amore che mi circonda! Grazie a chi mi rende la vita più bella!

Autoproduzione/ Un po' del mio mondo

Il mio sapone al the verde e…. la storia di un’amicizia!

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Due ragazzine incontratesi grazie ad un’inserzione….

Avevo 15 anni, ero una ragazzina timida e solitaria, grandissima lettrice ed instancabile grafomane… però avevo un po’ di intraprendenza e chiesi di pubblicare un’inserzione su un giornalino (ricordate il “Cioè”?), in cerca di amici di penna… del resto mica c’era internet negli anni ’80!

Mai avrei pensato di ricevere tante lettere, la mia paghetta se ne andava tutta in francobolli, ma grazie a questa valanga di contatti ho conosciuto gente speciale, amiche sparse in tutta Italia… e una più speciale delle altre, una quattordicenne che mi aveva cercata dalla mia stessa città, non rammento nemmeno più come mi avesse contattata, forse mi aveva telefonato (all’epoca ancora si trovavano tutti sull’elenco del telefono); siamo diventate amiche per la pelle, abbiamo fatto tante cose insieme, intere estati al mare, gelati in compagnia, lei altissima, magra, bionda e io più bassa, mediterranea e mora… non abbiamo mai litigato per un filarino perchè eravamo sempre tanto diverse… finchè un giorno qualcosa si è rotto, non so più nemmeno il perchè, nessuna di noi due rammenta cosa sia accaduto… il problema è che poi di lei non ho più avuto notizie, nessuno che ne sapesse nulla…niente!

Pochi mesi fa mi connetto a Facebook ed ecco una richiesta di amicizia, un bel segnalino rosso che sempre mi mette una voglia pazza di vedere chi mi cerca, mi piace sempre ricevere nuove richieste di amicizia… era lei!!! La mia amica Marina, non ci potevo credere, si era trasferita per sposare il lui dei suoi sogni, il suo principe azzurro…. un’emozione unica! Ci siamo viste di volata quando è venuta a trovare un po’ di vecchi amici, l’estate passata, poi sapendo che sarebbe ritornata a Natale…beh, ero contenta, ma con la consapevolezza che l’avrei vista di volata come la volta precedente; invece ha avuto un contrattempo, non sapeva dove alloggiare, e l’ho portata da me, ero strafelice come una bambina, grazie a mio marito che con il consueto amore e cura per me e per la mia felicità si è prodigato per sistemarla al meglio… insomma, abbiamo fatto ciò che si poteva, ma ne è valsa davvero la pena, era proprio bello riaverla intorno, stare il pomeriggio a chiacchierare davanti ad una tazza di the fumante, uscire insieme, anche solo per portare il cane a fare un giretto, poterle confidare le mie piccole chiacchiere intime, come facevamo trent’anni fa! Per lei ho preparato la crema per le mani, perchè fatica tutto il giorno e la pelle le si secca, per lei ho cucinato allegramente, ho messo la sveglia il mattino anche se io amo alzarmi con calma stiracchiandomi come un gatto, ma sono stata contenta di farlo per lei, per noi.

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Con lei che mi guardava, forse pensando alla tipa stravagante che si è ritrovata davanti dopo tanti anni, ho fatto il sapone: questo è al the verde, approfittando di un the che non mi piaceva affatto e che ho quindi utilizzato così, perchè buttarlo? Sarebbe stato un peccato….

Ho versato in una caraffa in plastica 300 gr. di infuso di the verde (a temperatura ambiente), l’ho appoggiata nell’acquaio e, munita di un bel paio di guanti in gomma (e aperta la finestra per non intossicarmi con l’odore pungente della soda), vi ho versato, con molta cautela e mescolando con un cucchiaio, 128 gr. di soda caustica.

Non avendo il termometro ho calcolato che sono sufficienti 15 minuti di riposo per arrivare circa a 45°C. (basta poter appoggiare le mani all’esterno del contenitore e sentire un calore tale da potercele tenere appoggiate), mentre nel frattempo ho riscaldato un chilo di olio evo versato in un pentolone in inox; quando ambedue i liquidi sono arrivati alla stessa temperatura (sempre prova mani) ho versato l’acqua con la soda nell’olio e ho iniziato a frullare con il minipimer, con molta cautela per evitare di spruzzare della sostanza caustica fuori dalla pentola.

In realtà in molti siti le raccomandazioni sono pure eccessive: si raccomanda l’uso del grembiule, di fogli di giornale per tappezzare il tutto…insomma, un po’ eccessivo, il che finisce per demonizzare l’uso della soda: l’unica cosa che mi sento di appoggiare, oltre all’uso dei guanti, è la protezione degli occhi… io sono abbastanza miope, quindi non ho avuto problemi, tanto senza occhiali non vedo nulla!

Tornando ora al procedimento: dopo pochi minuti di minipimer si arriva alla fase del “nastro”, ossia quando il composto è talmente denso che ci si può “scrivere” sopra con uno stuzzicadenti: questo è il momento in cui ho aggiunto le foglie di the verde, per ottenere un sapone lievemente esfoliante.

Ho versato poi il composto in uno stampo da plumcake in silicone, leggermente oleato, ho sbattuto un po’ lo stampo sul piano di lavoro per togliere eventuali bolle d’aria e ho messo il tutto al calduccio, avvolto negli asciugamani, per 24 ore: poi ho sformato il sapone e l’ho tagliato a pezzotti… ora è al fresco del terrazzo per la necessaria stagionatura, almeno un mese, ma più stagiona e meglio è (io di solito faccio affidamento sui due mesi)!

Le briciole rimaste al momento del taglio verranno polverizzate con il frullatore e utilizzate per il bucato in lavatrice con l’aggiunta di un po’ di bicarbonato di sodio: lavano benissimo e non si butta nulla!

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Riepilogo degli ingredienti:

1 kg. di olio evo

300 gr. di acqua (thè verde, nel mio caso)

128 gr. di soda caustica

foglie di the verde da aggiungere al nastro (quantità a piacere)

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Un momento musicale da condividere con voi:

[youtube=http://youtu.be/gTIRuGx7uc4]

Autoproduzione

Una pomeriggio rilassante a spignattare la crema mani!

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Oggi è stata l’ultima giornata libera dal lavoro che mi rimaneva, mi dispiace da morire dover ritornare in ufficio mentre il mio bimbo è a casa a godersi le vacanze senza di me… mi diverto con lui, facciamo i compiti, studiamo e spignattiamo in allegria!

Oggi il bimbo è stato carinissimo, si è messo d’impegno e ha preparato una valanga di crepes alla Nutella per coccolare il suo papà con una cena dolcissima, ma prima di lasciargli l’onore dei fornelli ho fatto un po’ di scorta di cremine, visto che molti amici me le chiedono e io le regalo volentieri!

La prima che ho preparato, perfetta per le mani molto sciupate, ha richiesto 20 gr. di cera d’api purissima sciolta a bagnomaria in 100 gr. di olio evo, una preparazione semplicissima alla quale io ho aggiunto anche 5 gocce di o.e. di lavanda ed altrettante di o.e. di arancio amaro: ne sono usciti due vasetti belli grandi… io la uso anche per le labbra, altro che sticks industriali, pieni di prodotti di sintesi!

La seconda è un po’ più “leggera” al tatto, ma ugualmente gradevole: ho sciolto a bagnomaria 20 gr. di cera d’api in 80 gr. di olio di mandorle e con l’aggiunta di 20 gr. di burro di karitè grezzo; nel momento in cui il tutto si è sciolto ho aggiunto 10 gocce di lavanda in 20 gr. di acqua distillata e ho immediatamente frullato con il minipimer… l’alternativa è sostituire una piccolissima parte dell’acqua distillata con dell’alcool buongusto (quello per liquori) per ottenere una crema più morbida (ma non adatta, in questo caso, per le labbra).

Riepilogo degli ingredienti per la crema base:

100 gr. di olio extra vergine di oliva

20 gr. di cera d’api purissima

15 gocce di o.e. di lavanda

15 gocce di o.e. di arancio amaro

Riepilogo degli ingredienti per la crema mani:

80 gr. di olio di mandorle da spremitura a freddo

20 gr. di burro di karitè grezzo

20 gr. di cera d’api purissima

20 gr. di acqua distillata (eventualmente sostituite una parte con dell’alcool buongusto)

10 gocce di o.e. di lavanda

Ovviamente la scelta degli olii essenziali è puramente personale….

La casa ora è profumatissima e, nel fare qualcosa di utile, ho ottenuto un risultato ben migliore di quello che avrei avuto utilizzando dei deodoranti per ambiente industriali e nocivi, contribuendo anche ad armonizzare l’aspetto “festoso” di questi giorni… vi lascio con uno scatto dei miei vasetti di crema e con un paio di immagini del calore soffuso delle candele che mi fanno compagnia…

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