
Questa mattina abbiamo lasciato Sulmona alla volta di Scanno, percorrendo una strada abbastanza impegnativa per un camper delle dimensioni di Chewbecca, faticando non poco anche per parcheggiare a Scanno senza dare fastidio ad alcuno, ma la visita alla cittadina ci ha ricompensati di ogni disagio.


Il centro storico è rimasto letteralmente incastonato nel tempo e la stessa origine del nome è controversa, in quanto lo si fa comunemente risalire al termine latino “scamnum” che significa “sgabello” e che quindi si ricollega alla forma di piccola panca che si assimila al colle sul quale sorge il borgo; in realtà il nome si ricollega al termine “scandalo” o a quello di “scannella”, ambedue ad indicare una varietà di orzo e le località in cui esso veniva coltivato. Non mancano studi che collegano il nome della località ai confini delle centurie in cui un terreno veniva diviso ed assegnato al contado, ma alla fine tutto ciò sta a dimostrare quanto antico sia il borgo che abbiamo visitato.



Scanno, infatti, risultava essere già abitata in epoca romana, al confine nord del territorio dei Sanniti; nel corso delle invasioni barbariche essa si salvò grazie alla struttura difensiva dei monti che circondano il paese, nonostante la medesima sorte non le venne riservata nel corso delle invasioni saracene e di quelle ottomane, le quali in compenso lasciarono degli strascichi di stampo orientale nella cultura del luogo e nei relativi abiti tradizionali. Il segno del tempo lo si vede ovunque passeggiando lungo le stradine del borgo antico, tant’è che nemmeno il terremoto del 2009 è riuscito a causare danni rilevanti.


Scanno è considerata la città dei fotografi in quanto tra i più noti l’hanno amata e immortalata in molti scatti: ricordiamo Cartier-Bresson, Berengo Gardin e Giacomelli, tra i molti che qui hanno lavorato; essa viene ricordata anche in quanto qui venne girato “Uomini e donne” con Silvana Mangano e Yves Montand… insomma un paradiso per l’arte!



Scanno va apprezzata semplicemente passeggiando, guardando i palazzi, ammirando gli scorci e volgendo lo sguardo verso l’alto: ve ne offro un assaggio, merita davvero!


Lasciata Scanno ci siamo diretti verso Civitella Alfedena, con l’intenzione di visitare il Museo del Lupo, ovviamente chiuso per riposo settimanale (ma ne eravamo consapevoli), osservare l’area di reinserimento dei lupi e fare una passeggiata lungo il borgo. Contavamo sul campeggio ma apre appena a giugno, quindi ci siamo diretti alla ricerca di un parcheggio per poter godere di una visita al volo, tuttavia ci é risultato impossibile: qualsiasi parcheggio è interdetto ai camper, motivo per il quale abbiamo sostato al volo in un angolino, avendo avuto la fortuna di avvistare tre magnifici lupi nel giro di pochi minuti e ce ne siamo andati con l’intenzione di farci ospitare dove siamo accolti con maggiore benevolenza.

I lupi, bellissimi animali, fieri e regali, li abbiamo visti benissimo grazie al binocolo, tuttavia abbiamo tentato una foto grazie allo zoom del telefono (oramai la reflex nemmeno la porto più con me perché mi risulta pesante) e ve la propongo, si vede poco ma l’esperienza è stata troppo bella per non lasciarne traccia.
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