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Dolci e desserts/ Ifood

La fluffosa alle carote per augurarti buon compleanno IFood!

Il 23 marzo ha segnato una svolta decisiva per me, per queste pagine, per il mio modo di affrontare quello che ha rappresentato un hobby e che piano piano si è trasformato in una vera passione: questo blog di vita in cucina, di letture, di mete turistiche.
E’ stato il punto di partenza di un’evoluzione che ha riguardato non solo il mio modo di approcciarmi alla cucina, da sempre molto pratico e un po’ cialtrone, nella ricerca dell’estetica, dell’ingrediente diverso, della nota di gusto particolare, ma anche il mio modo di fotografare, partendo dallo “zero tecnico”, dal quasi nulla fuorché l’insegnamento impartitomi da mio papà che mi ha sempre raccomandato di non scattare mai in controluce… e infatti, da spirito controtendenza quale sono, non solo sono sempre stata affascinata dagli scatti controsole, ma ho addirittura battezzato il blog ispirandomi a ciò. Poi il resto ne è conseguito perché con molta lentezza ho appreso qualche nozione di fotografia riuscendo ad ottenere degli scatti decenti, nonostante la strada per arrivare alla meta cui aspiro sia ancora molto lunga…
E, da ultimo ma elemento per me più importante, mi sono trovata coinvolta in un gruppo, prevalentemente femminile, di persone fantastiche, sempre unite nell’aiutare l’un l’altra e, soprattutto, nel perseguire lo spirito di questo grande gruppo fondato sulla collaborazione, sul gusto per il bello, sull’etica nell’uso degli ingredienti, sul supporto reciproco… un gruppo che spesso riesce a combinare degli incontri in giro per l’Italia, cui purtroppo ancora non sono riuscita a partecipare visto che sembra una maledizione, ma ogni qualvolta c’è qualcosa di interessante sicuramente mi crolla addosso qualche guaio da risolvere alla svelta!
Ecco, questa è la cosa che più mi ha stupita in quanto nell’amicizia tra donne non ho mai creduto, anzi non ho mai creduto nell’amicizia, punto. Invece mi si è aperto un mondo di affetto, di amore gratuito che ancora fatico ad assimilare, di gratitudine incredibile… un mondo in cui a farne parte sono donne combattive, donne con esperienze di ogni tipo alle spalle e che certamente le ha rese umane, comprensive e ricche di valori non scontati da trovare… ecco perché per me questa data è così cara ed importante!
Quindi… di nuovo buon compleanno Ifood, ancora una volta come un anno fa… un compleanno cui dedico una versione di quello che è il nostro dolce dell’amicizia, il nostro simbolo: la fluffosa. Oggi in una versione leggera e primaverile, sempre con un occhio attento alle proposte di Monica che mi ha ispirata sin dalla prima fluffosa, nonostante le variazioni che quasi sempre adotto per la mia consueta voglia di sperimentare.

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Fluffosa alla carota
Tempo di preparazione 15 mins
Tempo di cottura 90 min
Porzioni
Per uno stampo da Angel cake da 24 cm.
Ingredienti
Per l'impasto:
Per la glassa:
Per guarnire:
Tempo di preparazione 15 mins
Tempo di cottura 90 min
Porzioni
Per uno stampo da Angel cake da 24 cm.
Ingredienti
Per l'impasto:
Per la glassa:
Per guarnire:
Istruzioni
Per l'impasto:
  1. Estrarre il succo di carota: io ho usato la centrifuga, ma se si ha l'estrattore chiaramente è ancora meglio, comunque 3-4 carote dovrebbero essere sufficienti per ottenere la quantità richiesta dalla ricetta. In una scodella setacciare la farina con lo zucchero, il sale e il lievito; a parte misurare l'olio ed unirlo al succo di carota emulsionando il tutto con una frusta. Nella ciotola con gli ingredienti secchi versare l'emulsione appena preparata, i tuorli e la scorza di limone e amalgamare bene. A parte montare a neve ferma gli albumi con il cremor tartaro e aggiungerli delicatamente all'impasto, mescolando con una spatola dal basso verso l'alto per non smontare il tutto. Versare il composto nello stampo apposito, non imburrato né infarinato, e cuocere per un'ora e un quarto in forno preriscaldato a 150° statico (vale sempre il controllo con lo stecchino). A cottura ultimata sfornare e capovolgere lo stampo sugli appositi piedini in maniera tale che la fluffosa possa scendere verso il piatto a raffreddamento avvenuto.
Per la glassa:
  1. Mescolare il succo di carota con lo zucchero a velo utilizzando le fruste elettriche, avendo l'accortezza di aggiungere il succo lentamente per non formare dei grumi. Versare sulla fluffosa utilizzando il dorso di un cucchiaio al fine di versare la glassa, che non deve essere troppo fluida, in maniera uniforme. Decorare poi a piacere con codette colorate, frutta candita oppure con delle scaglie di cioccolato bianco.

 

 

Ifood/ IFoodStyle

Ce lo sfogliamo Ifoodstyle n°3?

Eccolo qua, un nuovo numero freschissimo, dedicato alla primavera, colorato, delicato e pieno di ricettuzze che spingono in cucina persino chi, come me ultimamente, fatica a mettere insieme pranzo e cena a causa di un sovraccarico patologico di incasinamenti 🙂

A sfogliare queste pagine non ci sono più scuse, eh? Piatti freschi, sfiziosi, pic-nic per il tempo libero… non manca proprio nulla! E allora, che aspettiamo?

 

Ifood/ IFoodStyle

Siamo già ad IfoodStyle n°2!

Anche questa volta le bloggers di Ifood sono riuscite a realizzare un  piccolo capolavoro, con i consueti scatti pieni di atmosfera e di poesia, con delle proposte che spaziano da una sana cucina post  festività al comfort food tipicamente  invernale, non senza passare per le golosità del Carnevale.

Vogliamo  lasciarci  ispirare ancora una volta dal nostro magazine? E’ perfettamente in linea con la stagione che stiamo attraversando, ancora immerso nella piena atmosfera invernale, ma con quel pizzico di allegria che già rallegra febbraio con le sue maschere  e  le  sue dolcezze,  quasi un piccolo anticipo della primavera imminente (perché a febbraio un po’ di profumo primaverile io già lo sento)!

Buona lettura 🙂

 
Ifood/ IFoodStyle

Sfogliare “Ifoodstyle speciale Natale” e sentirsi accanto al camino…

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Nei miei desideri di questo periodo c’è proprio ciò mi manca, a causa di svariati motivi e di problemi ancora irrisolti, eppure l’atmosfera calda e profumata di cannella non me la voglio perdere, anche se quest’anno non mi potrò allontanare dalla mia città, anche se di relax non se ne parla proprio, anche se la serenità latita da un bel po’ di tempo…
Ho almeno la fortuna di vivere in una città che in questo periodo non si fa mancare la tipica atmosfera nordica, un po’ per il clima e un po’ grazie al secolare retaggio austro-ungarico che ci caratterizza, quindi riesco ad essere un po’ turista anche a casa mia, sempre con il desiderio di sfornare omini di pan di zenzero e cuoricini speziati, con la cura tipica che queste preparazioni richiedono, con il tempo e la dedizione necessari a creare dei piccoli gioielli da appendere ai rami dell’abete. Non lo so ancora se riuscirò a fare qualcosa, ma gli stampi sono già pronti sul ripiano della cucina da un paio di giorni, perché la speranza è sempre l’ultima a morire e nel frattempo sfoglio questa magnifica rivista, ancora una chicca uscita dalle mani delle amiche di Ifood, ancora una volta un capolavoro!
Buona lettura 🙂

Dolci e desserts/ Ifood

La fluffosa al limone e limoncello per il corso di Food photography!

 

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Ho sempre amato la fotografia e sempre ho scattato fotogrammi su fotogrammi, in ogni occasione, anche quando il trend era la videocamera, quando tutti erano alle prese con i filmati, con le videocassette, i dvd… io no, sempre e solo impegnata a catturare il movimenti con lo scatto, in maniera più poetica ed artistica.

Non che sia mai stata tecnicamente avanzata, ma i risultati hanno sempre soddisfatto l’occhio artistico di chi qualcosa ne capisce, eppure volevo di più, innamorata come sono sempre stata di certi scatti che sembrano degli olii su tela, da far quasi concorrenza a Rembrandt o a Renoir, degli incanti, piccole chicche di chiaroscuri, giochi di luci ed ombre che mi hanno sempre incantata.

Amo i controluce (l’avevate capito dal titolo del blog, vero?) e mi riescono anche bene, ma ho sempre scattato ad istinto, forse un istinto buono, ma quando hai in mano una reflex ti vien da piangere al pensiero di non saperne sfruttarne appieno le potenzialità, quindi eccomi qui, presente in pole position al corso di Foodphotography tenuto da Monica e dallo studio Bordercross, due intensissimi giorni nel corso dei quali ho appreso moltissime nozioni, tra ISO, stop, aperture del diaframma e mille altre cose che mi hanno fatto comprendere come i pulsanti della reflex non siano meramente decorativi; ore a seguire maree di nozioni proiettate a parete, appunti scritti in maniera forsennata mentre la spalla sinistra mi doleva per la scomodità dello scrivere appollaiata su una sedia di fortuna, la destra rincorreva i fogli che scappavano dal notes, gli occhi che guizzavano dallo schermo con le proiezioni al quaderno, le difficoltà di mettere a fuoco (mie, mica della macchina fotografica) perché o ci vedo da vicino o da lontano, ma una terza mano per mettere e togliere gli occhiali non ce l’avevo…

E poi abbiamo provato a realizzare dei set, con l’aiuto creativo della dolcissima Monica e le nozioni tecniche di Stefano e Marko, umili insegnanti con un background di tutto rispetto, in un ambiente in cui ci siamo sentiti lontani anni luce dalla mera didattica o dal rapporto “io so tutto e tu non sai nulla”… ore volate nell’intento di apprendere quanto più possibile, specie per chi, come me, tecnicamente è messo male, ore faticose che i giorni seguenti ho sentito pesare sulle spalle già provate da giornate infernali, ma emozione pura e tanta soddisfazione nell’aver realizzato il mio primo scatto decente che per protagonista ha visto la fluffosa al limone e limoncello.

Questa foto l'ha scatta Monica (il copyright a mio nome è presente solo per evitare che venga copiata senza alcuna autorizzazione)

Questa foto l’ha scatta Monica (il copyright a mio nome è presente solo per evitare che venga copiata senza alcuna autorizzazione)

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Fluffosa al limone e limoncello
1. Setacciare in una ciotola la farina, lo zucchero, il lievito e il cremor tartaro; 2. aggiungere un'emulsione realizzata con il limoncello, l'olio e l'acqua calda, aggiungere la scorza di limone grattugiata e i tuorli; 3. gli albumi andranno montati a neve ferma, a parte, con un pizzico di sale e solo da ultimo aggiunti al composto aiutandosi con una spatola, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto per non smontare il tutto; 4. versare nell'apposito stampo per angel cake, rigorosamente non imburrato nè infarinato, e infornare a 160°C., forno statico, per un'ora e un quarto; 5. a cottura ultimata fare il controllo con lo stecchino e capovolgere la fluffosa su piedini dello stampo sino a completo raffreddamento.
Tempo di preparazione 10 minuti
Tempo di cottura 1 1/4 ore
Porzioni
1 stampo da 17,5 cm.
Tempo di preparazione 10 minuti
Tempo di cottura 1 1/4 ore
Porzioni
1 stampo da 17,5 cm.

Ifood/ IFoodStyle

E’ uscito un altro numero di IfoodStyle!

 

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So che sto pubblicando poco e in maniera alquanto incostante, ma purtroppo troppi problemi si sono sovrapposti e le mie capacità gestionali sono al limite già da molto tempo, però nell’attesa di farmi rivedere e di chiacchierare di nuovo con voi vi lascio con un bellissimo magazine da sfogliare (un po’ come dal parrucchiere, no?): è uscito il nuovo numero di IFoodStyle, delicato nella presentazione come da sempre nel nostro stile, e con un tocco in più grazie al calore del Natale che qui trova piena espressione in una serie di scatti e di ricette che riscaldano il cuore come un caminetto scoppiettante. Non lo sentite anche voi il profumo di cannella tra le pagine?

Buona lettura e, spero, a presto!

Ifood/ IFoodStyle

Il nostro primo magazine! Benvenuto IFoodStyle!

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E’ trascorso tanto tempo, troppo, dall’ultimo post, nonostante vi avessi promesso qualche ricettuzza connessa alle vacanze, ma ho avuto (e sto avendo) grossissimi problemi con la salute della mia mamma… scusatemi, lo so che una promessa è un debito e vedrò di rimediare quanto prima, ma per ora cerco di allietarvi almeno con questa piccola chicca. Di mio non c’è nulla, a parte la condivisione, ma le mie socie di Ifood meritano che il loro lavoro venga riconosciuto perchè sono donne lavoratrici, mogli, mamme e bloggers eppure sono riuscite a realizzare questa meraviglia… sfogliatelo e prendete nota dei loro nomi perchè hanno costruito davvero un piccolo capolavoro!

Grazie ragazze per il vostro stupendo lavoro e benvenuto IFoodStyle!

Sfogliamo insieme IfoodStyle n°0?

Contest e giveaway/ Ifood/ Inalpi/ Top Sous Chef 2016

Panino rustico San Daniele e cumino

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Questa volta sono stata coinvolta nella sfida tra bloggers Ifood, grazie alla preziosa collaborazione di Inalpi e dei sous chef che simpaticamente ci hanno affiancate nella solenne disputa!

Dopo la fase della votazione collegata alle figure dei sous chef siamo passati alla seconda parte: la creazione del panino d’Italia, quello che meglio rappresenta le caratteristiche peculiari della regione “associata” coniugandole con la qualità dei prodotti Inalpi… e qui sono arrivate (per me) le note dolenti poichè la squadra Friuli-Venezia Giulia si è trovata ad essere composta solo da una veneto-giuliana (io) e da una friulana (Chiara), mentre gli altri tre compagni di brigata sono Marco (Lombardia), Jessica (Sardegna) e Patrizia (Campania)… eh, la regione è piccolina e abbiamo dovuto chiedere rinforzi dai simpatizzanti! Che ringrazio infinitamente per l’aiuto… specie per le foto!

Ergo: totale panico nel buttarsi in una cucina che non è la propria, il che ha fatto sì che i miei soci dichiarassero all’unanimità “Tati for President”! (Chiara molto gentilmente mi ha lasciato totale spazio…): è stato bellissimo creare di concerto una ricetta totalmente a cinque voci, mentre Chiara ha dato il “la” proponendo l’utilizzo di uno dei migliori prodotti della sua zona, il prosciutto di San Daniele!

I dolori si sono palesati nella realizzazione della foto perchè ha piovuto sempre, sempre e sempre e la luce non c’era, il set esterno mi è saltato e se non avessi avuto una soft box sarei ancora lì… e comunque io ancora ne ho tanta di strada da fare quale fotografa!

La ricetta la trovate qui.

Dolci e desserts/ Ifood/ Un po' del mio mondo

La mia fluffosa all’arancia per il primo compleanno di Ifood

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Quando ho iniziato a scrivere su queste pagine non avevo ben chiaro dove sarei andata a parare vista la mia naturale reticenza nell’aprirmi agli altri, la mia riservatezza, la mia timidezza che spesso mi blocca in situazioni inamovibili.

Però alla fine mi sono trovata a chiacchierare con molte di voi, ad aprirmi in tranquillità come non mai, senza timori nè tremarelle inutili: quindi iniziamo a spiegare le cose per bene che è meglio.

Io sono figlia unica di due genitori anziani, almeno per l’epoca in cui sono nata, per giunta figlia femmina, estremamente controllata al fine di plasmare una bimba a propria immagine e somiglianza: ero la classica brava figliola da esibire perchè “non mi ha mai dato un problema” mentre in realtà dentro di me soffrivo come un cane in quanto crescevo insicura e in totale solitudine. Mi hanno dato tanto, tantissimo amore, ma sempre tenendomi sotto una campana di vetro, vietandomi qualsiasi esperienza che mi potesse anche minimamente allontanare da loro, magari facendo crescere dentro di me qualche possibile istinto di ribellione.

Mi hanno aspramente disapprovata ogni qualvolta tentavo di seguire la mia natura riprendendomi se usavo la mano sinistra anzichè la destra perchè mi sarei discostata dalla normalità, mi hanno fatta vestire come loro credevano, preferibilmente di rosa (puahhhh), vietandomi jeans e scarpe da ginnastica: le prime che sono riuscita ad ottenere erano rosa e non aggiungo altro! E le liti per avere le prime lenti a contatto? Potrei scriverci un libro…

Non è un post di critica il mio , ma solo una riflessione del perchè io abbia sviluppato una tale insicurezza da cercare sempre rifugio in rapporti sbagliati che mi facevano unicamente stare peggio, una riflessione sul fatto che delle volte i nostri genitori ci amano come sono in grado di fare e che mettono il massimo del loro impegno, anche se talora combinano dei gran pasticci! Non è un post di critica anche perchè grazie ai loro errori oggi per mio figlio sono una madre abbastanza equilibrata (e parecchio easy…) quindi alla fine ho appreso qualcosa che mi è tornato utile 🙂 … ho capito che la libertà dell’individuo è il bene più prezioso e che per mio figlio desidero solo la sua felicità, anche se ciò si discosta dal mio modo di vedere le cose. E non è poco.

Il mio essere me stessa è iniziato nel momento in cui ho preteso la possibilità di conseguire la patente (orrore, una donna che guida… e pure bene!) e con la mia ribellione verso mio padre che mi voleva apprendista parrucchiera e sposata ad un bravo operaio: non solo ho ottenuto la possibilità di diplomarmi (purtroppo a patto che la scuola la scegliessero loro), ma ad un certo punto della mia vita ho turbato l’idillio familiare iscrivendomi all’università (mantenendomi da sola, ci mancherebbe) e trovando pace solo a laurea conseguita e dimostrando loro le mie capacità grazie al master che ho voluto frequentare a completamento della mia formazione.

Questo è un breve riassunto della mia vita, non come l’avrei voluta anche se meglio di tante altre, ma voglio arrivare alla conclusione che anche sputando sangue e ingoiando lacrime si può arrivare a qualcosa e che uno degli obiettivi che ho conseguito grazie alla mia caparbietà è stato l’ingresso in questo meraviglioso mondo di Ifood (e se mi chiedete quale vantaggi concreti io ne abbia tratto potrò solo dirvi: nessuno, tranne la mia soddisfazione personale… e mica è poco!).

Oggi non solo ho vinto le mie battaglie ma ricorre il nostro compleanno, il nostro primo momento di entusiasmo unito a volare fino alle stelle perchè, soprattutto grazie a chi ha avuto la possibilità di fare da portavoce più di altri, ma in prima battuta grazie ad una comunione di anime e di intenti, abbiamo realizzato degli obiettivi che mai avrei pensato si potessero raggiungere in un anno di vita insieme. Ciò grazie ad un gruppo prevalentemente femminile costituito da persone con grandi passioni, lontane centinaia di chilometri l’una dall’altra, ma che hanno unito i loro cuori con grande generosità per crescere tutte insieme!

Buon compleanno Ifood!

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Ovviamente lo voglio festeggiare con il nostro simbolo: la Fluffosa (alias Angel-cake o Chiffon-cake).

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La ricetta è quella di Monica, pur avendo ridotto le dosi.

Ingredienti per la torta (per uno stampo da cm.17,5):

  • 150 g. di zucchero
  • 140 g. di farina 00
  • 4 uova (io ne ho usate 5 perchè erano molto piccole)
  • 105 g. di spremuta di arancia
  • scorza di un’arancia non trattata
  • 60 g. di olio di semi
  • 1/2 bustina di lievito per dolci
  • 1/2 bustina di cremor tartaro
  • 1 pizzico di sale
  • 1 baccello di vaniglia

Ingredienti per lo sciroppo (a me ne è avanzato tanto, quindi riducete almeno l’acqua):

  • 3 cucchiai di zucchero semolato
  • la spremuta di un’arancia filtrata
  • 200 ml. di acqua
  • più 250 ml. di panna da montare per la copertura e qualche fettina di arancia  per decorare

Procedimento:

Separare i tuorli dagli albumi montando questi ultimi a neve ferma con un pizzico di sale e metterli da parte in un’altra ciotola versare la farina, i tuorli, l’olio, il succo d’arancia, lo zucchero, la scorza grattugiata e i semi di vaniglia, sbattendo bene il tutto in maniera tale che incorpori aria, poi aggiungere il lievito e il cremor tartaro amalgamando bene. A questo punto aggiungere gli albumi mescolando con una spatola, facendo in modo che l’impasto non smonti.

Versare tutto nello stampo da angel cake senza imburrare assolutamente: deve assolutamente attaccare un po’!

Cuocere in forno a 165°C. per 55 minuti e successivamente a  175 per ulteriori 10; estrarre lo stampo e capovolgere sugli appositi piedini senza girare sino a completo raffreddamento.

A questo punto procedere con la preparazione dello sciroppo, utilizzando un pentolino e mescolando continuamente a fuoco lento: andrà versato tutto sulla torta (magari aiutandovi con un pennello) perchè comunque sarà completamente assorbito.

A raffreddamento avvenuto decorare con la panna montata e con qualche fettina di arancia.

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Antipasti e stuzzichini/ Arte, storia ed architettura/ Bevande/ Ifood/ Un po' del mio mondo

Un sabato al Caffè San Marco

Gli interni del Caffè San Marco

Gli interni del Caffè San Marco

Sabato 3 ottobre, un sabato qualunque, come al solito costellato dai consueti impegni: spesa, pulizie di casa, cani a passeggio… poi casualmente do un’occhiata all’app di Facebook sul telefonino e, grazie ad un post di Cristina, vengo a sapere che Jessica è in visita nella nostra città: la mia prima reazione è una sonora protesta perchè anch’io voglio conoscere la “napoletana che viene da Seattle” e, detto fatto, complice mio figlio che si è eclissato a casa di un amico, il marito al lavoro, i miei genitori che non hanno combinato altri danni, i cani che sono democratici rinunciando al giretto lungo e Jessica che è molto disponibile… ci incontriamo davanti allo storico Caffè San Marco, all’interno del quale è in procinto di svolgersi una visita guidata (premesso, scovata da Jessica… perchè gli “indigeni” come la sottoscritta queste cose col cavolo che le sanno 🙂 !).

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Il caffè e i libri…

E insomma…. ne è uscito un pomeriggio bello, divertente, rilassante, pieno i chiacchiere nemmeno ci conoscessimo da un decennio, perchè lei è così, semplice, solare, verace ed esplosiva! Una forza della natura, accompagnata da Matteo, simpatico quanto lei e che mi hanno fatta sbellicare dalle risate… un incontro che a pelle è andato alla grande e io ad istinto non ho mai sbagliato!

Ho avuto modo così di sapere che lo storico Caffè San Marco nacque nel 1914 quale sala da biliardo e che venne parzialmente convertito in caffè per intrattenere le mogli dei relativi frequentatori, pur essendone proibita la tazzina alle donne (che però bevevano la cioccolata e forse tanto male non andava….), per divenire poi negli anni com’è ora… o quasi visto che due anni fa è stata nuovamente convertita un’ala del caffè al fine di poter ospitare alcune presentazioni letterarie, con conseguente vendita di volumi stampati. Del resto i suoi tavolini sono sempre stati occupati dagli intellettuali della città, quali Umberto Saba, James Joyce, Italo Svevo e Giani Stuparich, abitudine ancora portata avanti da molti studenti che su quei tavolini scribacchiano riempiendo quaderni di appunti o ripetendo intere lezioni di esame.

Libri, libri e ancora libri!

Libri, libri e ancora libri!

Alla descrizione del contesto ambientale e storico si è accompagnata anche una dettagliata spiegazione in merito al caffè, alle miscele usate e scelte personalmente dallo storico locale sino alla tostatura che viene effettuata in perfetta autonomia presso l’unica torrefazione di Trieste che ancora funziona a legna: in questo modo si ottiene un caffè al 90% arabica e 10% robusta intriso dell’aroma del legno e delle sue resine, un caffè “da conversazione” come è stato definito e come abbiamo avuto modo di assaggiare, una bevanda che non disturba il sonno nemmeno se gustata a pomeriggio inoltrato.

Il caffè all'origine

Il caffè all’origine

Il caffè verde

Il caffè verde

Chicchi crudi e tostati a confronto

Chicchi crudi e tostati a confronto

Il prodotto finale

Il prodotto finale

Di notevole interesse è la macchina che viene usata per riempire la tazzina, in quanto l’acqua scende a caduta verticale e non viene portata in orizzontale come in tutte le macchine espresso che vengono usate abitualmente: mi astengo dai dettagli tecnici perchè non sarei in grado di dare delle spiegazioni dettagliate e corrette, ma già l’aspetto estetico è notevole!

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Il nostro pomeriggio insieme non si è esaurito con il tour del caffè, ma si è prolungato in tutto relax ad un tavolino del San Marco dove abbiamo assaggiato una prelibatezza, tipica delle nostre zone, che Jessica non conosceva: un calice di Hugo, cocktail a base di sciroppo di fiori di sambuco, Prosecco, acqua minerale frizzante, lime e foglie di menta… che l’ha conquistata! Insomma, un altro punto a favore di Trieste… tant’è che penso per lei i nostri simboli d’ora in poi saranno piazza dell’Unità, affacciata sul mare, e lo Hugo 🙂

Lo Hugo

Lo Hugo

Torna ancora a trovarci Jess, con la tua travolgente simpatia… questa volta è stato un incontro improvvisato in mezzora (con tanto di foto scattate al cellulare perchè nella fretta ho dimenticato anche la  reflex), ma per la prossima volta lo Hugo ce lo organizziamo con cura!

Jess, a sinistra, ed io... l'incontro è stato talmente frettoloso che le foto sono state scattate tutte con il cellulare!

Jess, a sinistra, ed io… l’incontro più repentino della storia delle Bloggalline!

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