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Halloween

Dolci e desserts/ Halloween/ Natale

Fave triestine

La storia narra che gli antichi Romani avessero la tradizione di mangiare delle fave sulle tombe dei loro cari in quanto ingrediente principale dei banchetti funebri, vista la credenza che in esse fossero conservate le anime dei loro cari: da qui la tradizione, propria della zona di Trieste e di Gorizia, di commemorare il periodo dedicato ai defunti con la preparazione di queste fave dolci, a golosa memoria di un popolo che ha lasciato dietro di sé una traccia indelebile.

Ciascun colore porta con sé un significato rappresentando un momento della vita: il bianco simboleggia la nascita, il rosa la vita ed il marrone la morte.

La pubblico ora, quando la festività è già trascorsa, proprio perchè è in questo periodo che i panifici e le pasticceria propongono le fave in gran quantità, tant’è che si regalano e si consumano sino a Natale… e siccome sono una bomba calorica e una tira l’altra potevo (ancora una volta) non vestire le sembianze del diavolo tentatore? 🙂

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Fave triestine
Porzioni
Ingredienti
Porzioni
Ingredienti
Istruzioni
  1. Pelare le mandorle ancora calde dopo averle sbollentate brevemente in acqua, lasciarle asciugare, tritarle finemente e farle riposare al caldo per tre giorni in maniera tale che risultino perfettamente asciutte. Trascorso tale periodo, preparare una pastella con la farina e gli albumi, aggiunti un po’ alla volta, poi unire anche lo zucchero e le mandorle continuando a mescolare sino ad ottenere un impasto soffice. A questo punto dividerlo in tre parti: alla prima unire la vaniglia e il rosolio bianco, alla seconda l’essenza di rosa e l’alchermes e alla terza la cioccolata. Formare delle palline ed adagiarle sulla teglia ricoperta da carta forno (in origine si adagiavano su uno strato di cera!), poi infornare pochi minuti a bassa temperatura, generalmente a 160° al massimo, ma dipende molto dal forno: devono rimanere morbide ma compatte.
Dolci e desserts/ Halloween

Muffins alla barbabietola e cioccolato fondente

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Si sta avvicinando Halloween e per la prima volta, dopo anni di merende, di feste e di casino in casa, mi trovo con le stanze addobbate e prive di ragazzi che strillano: oramai il figliolo è cresciuto e se ne va in discoteca, quindi da un lato mi rilasso senza dover sfornare pizze e dolcetti e senza dover pulire i popcorn che costellano il pavimento, dall’altro un po’ mi dispiace perchè tutto sommato mi divertiva organizzare piccole festicciole per loro.

Alla fine il mio spirito festaiolo ha prevalso comunque: insomma, mi era avanzata una barbabietola  dalla ricetta precedente, che poi non è un ortaggio proprio facile da utilizzare, ha un sapore dolciastro un po’ impegnativo, quindi perchè non utilizzarlo in una preparazione dolce?

Non che fossi perfettamente convinta di ciò che andavo a fare, ma è stato un esperimento: a parer mio gradevole, non in linea con un muffin tradizionale, ma ha un suo perchè.

muffinshalloween

muffinsbarbabietolaecioccolato

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Muffins alla barbabietola e cioccolato
Tempo di preparazione 5 mins
Tempo di cottura 40 mins
Porzioni
10 muffins
Ingredienti
Tempo di preparazione 5 mins
Tempo di cottura 40 mins
Porzioni
10 muffins
Ingredienti
Istruzioni
  1. Frullare il cioccolato e metterlo da parte, senza lavare il boccale frullare la barbabietola, aggiungervi l'uovo e il latte, poi il cioccolato, il miele, la scorza grattugiata, lo zucchero ed il sale. Solo successivamente unire il resto degli ingredienti secchi, mescolare bene il tutto e versare nei pirottini. Cuocere in forno statico a 180° per 30/40 minuti.
Dolci e desserts

La merenda di “Aulin” di Federico

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Halloween, ci siamo! E, come ogni anno, ci sono i bimbi che si divertono, c’è la chiesa (per me volutamente con la minuscola visto l’atteggiamento chiuso ed ostile) che lo demonizza e lo demolisce sistematicamente, ci sono i finti italiani che ne parlano male, malissimo perché è una festa importata dall’America; chiariamo una cosa… innanzitutto non accetto critiche da parte di coloro i quali fanno briefing, meeting, steps, la cui giornata inizia con il lunch e la sera indossano il pijama, no, proprio non ci siamo perché iniziate ad essere italiani nella lingua che usate, specie quando i sinonimi nazionali esistono e poi ne riparliamo. Poi chiariamo che trattasi di una festa di origine celtica, che non ha nulla a che fare con l’America, quindi di origine anglosassone e specifichiamo anche che a me piace parecchio!

Da anni mio figlio mi chiede di organizzargli la “merenda di Aulin” (come la chiamava lui quand’era piccino) e da allora ogni fine ottobre spignatto pizzette, scodello popcorn, sforno brownies, esco dal supermercato con una carrellata di marshmellows, di cornetti al formaggio e di bibite di ogni tipo; ora i ragazzi sono cresciuti ma lui non molla e si limitano a rompere le scatole a mezzo quartiere con il consueto dolcetto o scherzetto, tornando spesso con un buon bottino, passando però da casa quando il brontolio allo stomaco si fa presente.

Oramai i compiti si sono divisi: già quando manca un bel periodo al giorno fatidico il nano inizia a decorare la casa… in breve tempo mi sono ritrovata zucche, festoni, ragnatele, teschi e pipistrelli ovunque, cosa che spesso ha provocato in mio marito, che si sveglia all’alba, dei coccoloni galattici trovandosi un pipistrello appeso di fronte agli occhi nella penombra del corridoio, mentre io mi continuo ad occupare della cucina.

Quest’anno ho iniziato ad “halloweeniare” anche prima della sua merenda di Aulin, volendo allietare anche le nostre cene, sconvolgendo il marito che odia la zucca e al quale, invece, ieri sera ne ho propinata una cotta al forno, a fettine, con una manciata di sale grosso al peperoncino e una generosa spruzzata di profumatissime erbe provenzali (a proposito: mezzoretta a 200 gradi con forno ventilato e vi mangiate un’ottima zucca compresa di buccia commestibilissima e deliziosa), accompagnata da una paio di patate dolci (le cosiddette “batate”) bollite e, almeno per salvargli l’umore, da questi deliziosi muffins alle carote viola (ovvio, mica potevo fare Halloween con delle carote normali, no?)!

Che poi, per le foto, ho voluto un tocco più allegro, quasi primaverile (e infatti i muffins gironzolavano allegramente nella cameretta del piccolo protagonista)… perché chi l’ha detto che Halloween debba essere necessariamente cupo? Per avere l’umore funereo a me è bastata l’assenza di luce naturale che mi ha fatta impazzire…. 🙁

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Ingredienti:

260 g. di farina

120 g. di zucchero

1 bustina di lievito per dolci

1 cucchiaino di cannella

mezzo cucchiaino di zenzero

un pizzico di pimento

sale q.b.

2 uova

150 g. di latte

55 g. di burro

3 carote viola

50 g. di uvetta bollita in acqua e rhum

Procedimento:

Mescolare la farina, il lievito, le spezie, lo zucchero e il sale e mettere da parte; mescolare le uova, il latte e il burro fuso; unire le due parti, quella secca e quella umida, aggiungere le carote grattugiate e l’uvetta.

Versare il tutto nei pirottini e cuocere a 190°C. per 35 minuti a forno ventilato.

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Primi/ Ricette vegetariane/ Uncategorized

Il mondo che vorrei

2013-10-06 14.06.11

 

Il mondo che vorrei è pieno di bambini e di mamme rilassate che giocano con loro, che li portano al parco senza dover pensare a correre al lavoro con la tensione di non sapere a chi lasciarli, dove ci sono tanti prati verdi pieni di giochi, di altalene, di scivoli e ci si può trascorrere un pomeriggio di gioia, dove ci si può spostare in bicicletta con il carrellino legato dietro per tenerci i bimbi al caldo anche d’inverno, riparati dalla pioggia.

Il mondo che vorrei ha delle case con il giardino e ogni giardino ha cani e gatti e l’orticello e i fiori…. sono giardini curatissimi perchè chi vi abita non si deve ammazzare di lavoro dal mattino alla sera per portare a casa uno stipendio da fame, perchè chi vi abita ha anche il tempo di godersi i fiori, perchè chi ci vive coltiva l’orto non per necessità ma per il piacere di mangiare delle verdure senza pesticidi e che non sanno solo di plastica. 

Il mondo che vorrei è a misura di bambino e di famiglia, puoi uscire con due bimbi in passeggino senza cozzare contro le macchine in sosta ovunque, senza avvelenare te e i tuoi figli con lo smog del traffico, puoi salire sugli autobus senza essere sbattuta fuori perchè i passeggini non ci possono salire, ci puoi portare anche il cagnolone, così come nei negozi, negozi dove trovi qualunque cosa, dove puoi scegliere, dove ci sono grandi porte automatiche che ti permettono l’ingresso nonostante gli ingombri.

Il mondo che vorrei è pieno di nonni non abbandonati a se stessi, ma che trascorrono le giornate in famiglia, che sono ancora utili alla società, che non sono solo dei corpi da parcheggiare nelle varie case di riposo dai nomi improbabili, falsi e tendenziosi che illudono dando l’idea di un’isola felice, ma che costituiscono l’anticamera del cimitero.

Il mondo che vorrei è pieno di gente sorridente, che va al lavoro con gioia e non con il muso lungo, che ti accoglie con cordialità e senza stress, che ha sempre una parola gentile da offrirti, un aiuto spontaneo da donarti… un mondo in cui non c’è miseria lungo le strade, ma ordine e pulizia, un mondo in cui i bimbi sanno ancora giocare con pochi giocattoli in legno e non con i videogiochi, che escono da casa anche con il maltempo per fare una corsa al parco…

Il mondo che vorrei l’ho trovato, non in Italia, ed è tanto semplice da avere, non è una formula segreta che lo può realizzare, è il mondo generato da un radicale cambio di mentalità ed è un mondo che funziona, funziona alla grande… peccato che l’egoismo di pochi e la loro sete di potere, uniti alla loro incapacità, portino all’impossibilità di avere anche solo una  brutta copia del mondo che vorrei… peccato che nessuno lotti per averlo, che nessuno rifletta  e si chiuda sul proprio piccolo io fatto di finte felicità, di I-phone, di tablets, di finti simboli di inutile ricchezza, perchè ricchezza non è…

La ricchezza è nel mondo che vorrei….

E’ tempo di Halloween, ricorrenza osannata dalla multiculturalità, detestata dalle persone più mature, legate comunque ad Ognissanti… fatto sta che i bimbi ci si divertono, per loro è solo un’occasione per “fare dolcetto o scherzetto”, fortunatamente sempre più incoraggiata da adulti saggi che stanno al gioco e offrono loro una merendina, una caramella, anche se è una “americanata”, ma nonostante tutto gradita… perchè ci sono ancora bambini che sanno divertirsi ed entusiasmarsi con poco…fortunatamente!

E’ tempo di zucche… e per prima cosa ho affrontato la preparazione di questi gnocchetti:

Ingredienti:

350 g. di zucca (da cuocere in forno a 180° C. per circa 20-25′)

350 g. patate

180 g. di farina

1 uovo

un pizzico di cannella

sale qb

pepe q.b.

eventualmente un pizzico di noce moscata 

Per il condimento:

burro fuso, salvia e ricotta di pecora affumicata da grattugiare in scaglie

Procedimento:

Ho impastato tutto con il mixer, ma almeno io ho preferito lasciare l’impasto un po’ più “zuccoso” e meno “farinoso” e infatti, anzichè fare il classico cilindretto da tagliare ho versato lìimpasto a cucchiaiate nell’acqua bollente e salata: avevo voglia di un tocco un po’più dolce, che facesse da contrasto con la ricotta affumicata che ho usato nel condimento.

Comunque sia vengono a galla prestissimo, perfettamente rappresi! 

Li ho serviti sciogliendo del burro in un tegame con delle foglioline di salvia e grattugiando, successivamente, sugli gnocchi, della ricotta di pecora affumicata.

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