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Pizze e pane

Pizze e pane

Soda bread: un pane che sa di antico…

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Ecco che ho provato anche il soda bread, pane antico di origine irlandese, colta dalla disperazione di non riuscire più a mangiare un pezzo di pane, di pizza o di focaccia senza essere colta da problemi allo stomaco e dei quali ho incolpato il lievito di birra senza possibilità di riscatto.

In realtà il mio è stato letteralmente un esperimento in quanto ho usato solo la farina bianca (e dove la andavo a pescare quella integrale all’ultimo minuto? a me il pane serviva subito….), ma incredibilmente la pagnotta è venuta bene, ben lievitata nonostante il pane ottenuto sia pesante e molto rustico, con un retrogusto strano che personalmente mi ricorda qualcosa dell’infanzia, anche se non sono riuscita a dare un’etichetta al mio  déjà-vu: forse se avessi usato la farina integrale almeno al 50% del peso complessivo sarebbe venuto meglio (la versione con sola farina bianca non mi ha convinta appieno), ma sicuramente a me ha dato l’idea di un pane perfetto per la colazione, spalmato con un velo di confettura di frutti rossi.

Insomma, vorrei riprovarci con delle farine diverse, ma riporto la ricetta perché l’ho ritenuta interessante.

Ah, a proposito… i problemi allo stomaco hanno resistito nonostante l’aver tolto di mezzo il lievito di birra (che sia la farina di grano tenero?) 🙁

Ingredienti:

400 g. di farina (di cui la metà integrale)

400 ml. di latte

due cucchiaini di sale (però io li ridurrei della metà)

un cucchiaino e mezzo di bicarbonato di sodio

Procedimento:

Mettere gli ingredienti secchi in una ciotola, aggiungere il latte e mescolare velocemente, poi versare su una spianatoia ben infarinata e lavorare l’impasto, che è molto appiccicoso e metterà a dura prova la vostra pazienza, finchè si riesce ad ottenere una consistenza accettabile e che permetta di essere inserita in uno stampo foderato di carta forno (io ho usato il silicone del plumcake perché la pazienza l’avevo esaurita già da parecchio); poi praticare un taglio lungo la superficie per far sì che l’aria sprigionatasi in cottura possa uscire, visto che sarà proprio la reazione chimica tra il bicarbonato e il latte a far sì che l’impasto possa lievitare, ed infornare subito a forno già caldo.

Io ho inserito comunque una pentola d’acqua sul fondo del forno poiché il mio è abbastanza aggressivo, comunque con 40 minuti di cottura a 200°C. ho ottenuto questa pagnotta… poi gli esperimenti continueranno perché vorrei davvero ottenere una di quelle belle pagnotte da colazione che riesco a mangiare solo nel nord Europa e che in effetti hanno proprio quel retrogusto un po’ particolare che ho riscontrato nel mio pane.

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Bimby/ Dolci e desserts/ Pizze e pane

Ancora pane e cioccolato?

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Le mie merende di bimba erano a base di pane e cioccolato: la merenda più buona, più semplice, più golosa! Nel tragitto da casa a scuola mi fermavo al panificio dove, prontamente, mi aspettava un panino caldo e una tavoletta di cioccolato bianco, tanto poi passava la mamma a pagarli, e me ne andavo contenta con il mio bottino profumato….

Ora è tutto più complicato, i ragazzini alla ricreazione esibiscono le merende più strane, si va dalla merendina hi-tech alla pizza strafarcita, ma c’è chi fa il minimal-chic e porta lo yoghurt con i cereali, poi c’è chi rimpiange le ultime vacanze in montagna e arriva addirittura con i salamini affumicati (ma poi non bevono fino a sera?), portando mio figlio, che cerca di rapportarsi alla sua infausta generazione, ad un certo disorientamento, fino a che è arrivato addirittura a chiedermi di portarsi nello zaino un gelato! (A scuola mediamente siamo sui 35 gradi costanti, con punte di 38 a primavera inoltrata….)

Questa assurda varietà alimentare mi sta facendo impazzire non poco, soprattutto tenendo conto del veto che vige in casa nostra in merito all’acquisto di tutto quanto contenga olio di palma e conservanti, successivamente considerando i prezzi folli dei panifici siti nei paraggi dell’edificio scolastico, dove tutto costa un euro (e a fine mese si arriva quasi a 30 euro), per trovarsi a discutere con lo gnomo che giustamente richiede una certa varietà di scelta consona ai suoi gusti raffinati pur sapendo che la mamma di tempo libero ne ha ben poco e che quindi non può inventarsene ogni giorno una. Siamo passati dai plumcakes fatti in casa, ai tranci di pizza (religiosamente congelati per tutta la settimana), ai panini (pure congelati già ripieni), ai muffins e ai saccottini di mele in pasta briseè (e vai di nuovo di congelatore), ma ora siamo veramente alla disperazione…. e se gli proponessi il vecchio pane e cioccolato rivisitato?

Ed ecco come sono arrivata al pan (quasi) dolce con la crema di cioccolato!

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Ingredienti per il pane (ne sono venuti sei, ma uno me l’ha scippato mio marito direttamente dal forno):

250 g. di latte intero

1 uovo

50 g. di olio evo

1 cucchiaino di sale

5 cucchiai di zucchero

550 g. di farina

una bustina di lievito per dolci

Procedimento:

Riscaldare a fuoco basso il latte (basta sia tiepido), poi mescolarlo a tutti gli altri ingredienti e lasciarlo riposare almeno un’ora, successivamente preparare delle bombette di impasto, appoggiarle sulla leccarda e farle riposare ancora  un’ora nel forno spento, a questo punto cuocere 30-40 minuti a 160° e, se lo preferite (io non l’ho fatto), spennellare i panini con del tuorlo sbattuto prima della cottura.

Ingredienti per la crema di cioccolato:

100 g. di zucchero di canna

50 g. di cacao amaro

70 g. di burro

30 g. di mandorle non pelate

Procedimento:

è lo stesso che ho seguito qui

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Le foto le ho scattate stamani all’alba mentre gli preparavo i panini per la merenda di oggi… speriamo siano graditi!!!

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Bimby/ Pizze e pane/ Ricette vegetariane

Una torta salata per lenire la stanchezza…

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Trascorrono i giorni, le settimane e io sono sempre più intasata, indaffarata, di corsa… gli impegni si fanno sempre più pressanti tra appuntamenti dal dentista, il figliolo da marcare sempre più stretto affinchè studi e non dimentichi la testa a casa quando va a scuola, il computer che dà sempre più problemi… non che non cucini, ci mancherebbe, ma non riesco a scattare le foto, a scrivere un post, a cucinare qualcosa di carino da condividere con voi perchè quando arrivo a sera e ho sfornato delle cose che mi hanno soddisfatta manca il tempo per la foto, manca oramai la luce e…zac…passano le cavallette e la pietanza non c’è più!

Ieri sera me li sono imposti un paio di scatti, ben lontani dalla perfezione, ma la torta salata era davvero deliziosa, economica, semplice, veloce e gradita da tutti, anche dal piccolo biondo fastidioso che vivrebbe solo di salamini piccanti e di speck affumicato: ci sono le sere in cui rincasi disperato, cerchi di recuperare le forze con una doccia bollente e poi apri il frigorifero… nel mio c’erano solo le coste, frutto di un’offerta da cinquanta centesimo al chilo, poche uova regalatemi da un’amica che vive in campagna, qualche pacco di farina e un po’ di latte, il tempo stringeva da paura e ho provato a realizzare un pasto pressochè completo a base del mio alleato “salvacena” di sempre: il Bimby (santo subito)!

Premesso che non ci vuole assolutamente nulla a replicare la pietanza senza il famigerato attrezzo, che io ho usato solo a causa dei tempi ristretti a mia disposizione, quindi ecco qua le spiegazioni adatte ad ogni cucina:

Ingredienti per la pasta brisè all’olio:

250 g. di farina

60 g. di olio evo

un cucchiaino di lievito madre in polvere

100 g. di acqua

un pizzico di sale

Ingredienti per la farcitura:

600 g. di bietole bollite (pesate dopo la cottura)

50 . di pecorino romano

mezza cipolla

3 uova

50 . di latte

sale q.b.

Preparazione Bimby:

  • inserire il pecorino nel boccale e tritare 20 sec. a vel.8, poi mettere da parte;
  • mettere nel boccale la farina, il liveito, l’acqua e l’olio e far andare 20 sec. a vel.5;
  • stendere la pasta nella terrina,
  • mettere la cipolla nel boccale e tritare 5 sec. a vel.6, aggiungere l’olio e cucere 3 min. a 100° in senso antiorario a vel.1;
  • inserire anche le coste (precedentemente cotte 15 min. al Varoma) e far andare 5 min. a 100°, antiorario e a velocità soft;
  • versare nella teglia sopra la pasta brisè;
  • inserire ne boccale le uova, il pecorino, il latte e il sale e far andare 10 sec. a vel.3;
  • versare il tutto nella teglia e infornare a 180° per 30 minuti a forno ventilato.

La preparazione classica prevede la preparazione della brisè a mano o con l’aiuto di un robot da cucina e un po’ di cottura della verdura, quindi i passaggi sono abbastanza superflui: qui riporto la versione ultrarapida perchè non penso di essere l’unica a trovarmi nel panico alle 8 di sera dopo una giornata di lavoro massacrante e non aver nemmeno la forza d cucinare… insomma, si tratta di ingredienti quasi sempre presenti nelle nostre dispense, non è un piatto di alta cucina, ma con poco ho ottenuto una cena che ha soddisfatto tutti e anche esteticamente gradevole!

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Fornetto Versilia/ Pizze e pane

Ordine, elogio della lentezza e finalmente il pane….

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Nella mia vita ho sempre avuto una confusione mentale atipica perchè sono veloce, organizzata, sintetica, pratica eppure ho un sentimentalismo di fondo che mi porta ad attaccarmi a qualsiasi oggetto che per me rappresenti qualcosa, oggetto che nel tempo si fossilizza in qualche angolo della casa e che non mi permette di avere l’ordine che amo tanto; adoro le case calde e minimaliste, il che sembra un paradosso, ma per minimalismo intendo la presenza di pochi oggetti, ma belli, che permettano di respirare in ampi spazi scevri da qualsiasi ridondanza… invece la mia casa, nel giro di pochi anni, è diventata un caos terribile abitato anche da un collezionista onnivoro, qual’è mio marito, e da un figliolo che pare stia seguendo le orme caotiche di ambedue in genitori messi insieme!

La settimana scorsa è scattato qualcosa, ho iniziato con metodo a separare gli oggetti che non utilizzo in vari contenitori, quelli da buttare, quelli da regalare, quelli ibridi che mi mettono in crisi… e ho iniziato a vedere la luce! Forte di ciò mio marito mi ha seguita a ruota e improvvisamente gli spazi hanno iniziato a moltiplicarsi, l’aria a riempire le stanze, la luce ad illuminare i miei sorrisi!

Nella mia vita non sono mai riuscita a fare il pane, se non con la macchina apposita perchè, pur lievitato alla perfezione, usciva dal forno come un mattone di argilla… poi è scattato qualcosa, specie ora che non ho il forno, e ci ho provato utilizzando il fornetto Versilia, quello che il mio prozio produsse nella sua fabbrica di pentole di Tunisi e che è arrivato indenne sino a casa mia, tramandato di generazione in generazione.

La voglia di provare è scatta nel momento stesso in cui decidevo di recarmi ad acquistare il forno nuovo, purtroppo elettrico perchè rassegnata all’impossibilità di riparare o di sostituire il mio bellissimo forno a gas… eppure volevo provarci subito con questo pane di lunga preparazione, che va curato e coccolato, che richiede tempo e dedizione, ma l’attesa e la pazienza sono state premiate: fragrante all’esterno, morbidissimo all’interno, perfetto per la colazione e con un sapore che nessuna macchina del pane potrà mai eguagliare.

Non uso la pasta madre perchè sino ad oggi non mi ha dato buoni risultati, quindi ho preparato la biga e l’ho lasciata riposare sino all’indomani, quando l’ho impastata con il resto degli ingredienti e ho atteso ancora una notte prima di stendere l’impasto e di arrotolarlo, come fosse un salsicciotto, per poterlo adagiare agevolmente nel fornetto preventivamente oleato ed infarinato, cuocendo sulla fiamma media a fuoco vivace per un’ora.

Il risultato è stato questo pane, lievitato alla perfezione grazie al rispetto dei tempi lunghi, povero di lievito di birra e quindi privo del suo tipico sapore pungente, perfetto per la colazione (la confettura è questa), adatto anche allo stomaco più delicato, a quello che non tollera molti prodotti da forno, come nel mio caso.

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Ingredienti:

per la biga: 100 g. di farina, 50 g. di acqua, mezza bustina di lievito di birra liofilizzato (io uso quello della Lidl);

per l’impasto: 450 g. di farina, 250 g. di acqua, un cucchiaino raso di sale, 30 g. di olio evo.

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PS: prima di arrivare alla pubblicazione sono rincasata e ho trovato il mio bellissimo piatto di cristallo in mille pezzi sul pavimento e del pane nemmeno una briciola… Bubu ha negato ogni responsabilità, Polly pure ma a lei si è allungato il naso, oltre ad essere stata scoperta in flagranza di reato con il canovaccio che copriva il pane tra i denti! Quindi le foto pubblicate sono le sole rimastemi….

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Etniche/ Pizze e pane

Mantou… amore per l’Oriente!

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Questi sofficissimi panini pallidi  delicati sono tra le mie memorie di lontane cene in un adorabile ristorantino cinese dove andavo con il moroso che avevo all’epoca (in realtà poi me lo sono pure sposato… e per festeggiare il ristorante ha chiuso…): ho ricordo di molti piatti deliziosi, ma questi panini mi erano veramente rimasti come un chiodo fisso, eppure mi sembravano talmente difficili da realizzare che mai ho cercato la ricetta.

Poi, pochi giorni fa, apro il blog di Martina e trovo la ricetta: me la leggo e… toh… sono semplicissimi!!! Oggi ho avuto un bel pomeriggio libero, il tempo metteva tristezza e faceva pur freddo, quindi ci ho provato… con un risultato ottimo!

Premetto che ho fatto l’impasto con la macchina del pane, quindi mi sono limitata a versare nel cestello la farina, l’acqua, il lievito di birra liofilizzato, il sale, lo zucchero e l’olio: ho impostato il programma di impasto e lievitazione (quello da un’ora e mezza, per intenderci) e, al termine del tempo previsto, ho steso l’impasto con il mattarello, l’ho ripiegato a strisce su se stesso, in maniera tale da ottenere un panetto composto da più strati, che poi sono andata a tagliare con il coltello, ottenendo dei panetti quadrati che ho lasciato ancora un po’ in lievitazione.

Li ho successivamente posti sulla carta da forno e poi, tutto insieme, è stato messo sul cestello della vaporiera: in venti minuti a fuoco vivo ho avuto i panini pronti, perfettamente cotti e morbidi come fiocchi di cotone!

Questi panini si chiamano Mantou e costituiscono il pane quotidiano nelle zone della Cina in cui, oltre al riso, viene curata anche la coltivazione del grano… e sono deliziosi con le pietanze salate come con un semplice cucchiaio di marmellata e, volendo, si possono preparare anche ripieni!

Riepilogo degli ingredienti:

200 g. di farina

120g. di acqua

pochi grammi di lievito di birra liofilizzato (io uso quello della Lidl)

un cucchiaio di olio (io ho usato quello evo)

1 cucchiaino scarso di sale (devono essere quasi sciapi)

1 cucchiaino di zucchero

 Cottura:

20 minuti

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Pizze e pane

La felicità di una focaccia in padella!

I fiori regalati dal maritino

I fiori regalati dal maritino

Oggi sono felice: è un dato di fatto inconfutabile!

Perchè ieri sono riuscita a spuntare la mia battaglia contro il mistero del RID fantasma e mi è stato restituito il maltolto (e già farcela contro un grosso istituto bancario non è cosa da poco…), perchè mio figlio si è deciso finalmente a studiare, sebbene con la motivazione che se si fa bocciare l’anno prossimo non sarà in seconda media e quindi perderà la settimana bianca, perchè la mia amica più cara, la mia laotong,si è presentata sotto casa mia all’improvviso con un tardivo regalo di compleanno, ma gradito da morire perchè per me è LEI il mio regalo, poterci parlare fitto fitto, farci le nostre consuete risate, vederla sbellicarsi dalle risate quando le ho detto che a Carnevale siamo partiti per Firenze con 5 euro in tasca (io) e 1 euro (mio marito)…eh sì, perchè il pezzo economicamente forte della famiglia sono io! Perchè lei quando sta con me non si prende molto sul serio e si sganascia appena mi vede (e ciò la dice lunga su di me…), anche se poi mi dice che se riesco a spuntarla anche contro una banca avrei dovuto fare l’avvocato e non lavorare per una pubblica amministrazione che mi massacra per pochi euro… e se mi dice questo significa che, al di là dell’ilarità che le provoca lo stare con me, evidentemente riesco anche ad infonderle un po’ di fiducia professionale!

Ma anche le amiche mi vogliono bene...

Ma anche le amiche mi vogliono bene…

Cassettina di giacinti in perfetto stile shabby...

Cassettina di giacinti in perfetto stile shabby…

... che adoro!!!

… che adoro!!!

La contemporaneità di questi tre fattori nel corso di un’unica giornata mi ha fatta sorridere, dopo giorni che litigo con tutti perchè appena ti giri cercano di fregarti, e da ieri tutto sta andando meglio, molti nodi si stanno sciogliendo da soli… che sia la volta buona? Non lo so, ma io intanto mi godo il momento e, colta da un impeto di coraggio, ho provato finalmente ad accontentare mio figlio che da tempo chiede a gran voce una pizza pur sapendo che non ho ancora provveduto alla riparazione del forno… ma quando un bimbo studia va premiato, no? E allora via con questa focaccia che mi ha risolto la cena con poco!

Invitante vero?

Invitante vero?

Già al primo taglio profumava tutta la cucina!

Già al primo taglio profumava tutta la cucina!

Ho preparato un impasto con 400 gr. di farina, una bustina di lievito di birra liofilizzato, un cucchiaino di sale, uno di zucchero, un po’ di olio evo e acqua q.b., ho lasciato un po’ a lievitare, in una scodella coperta da un canovaccio, in un angolino caldo della cucina e poi mi sono limitata a tirare due dischi di impasto: il primo l’ho adagiato sul fondo di una padella antiaderente un po’ oleata, poi ho steso un po’ di salsa, una bella manciata di origano e delle sottilette (ossia quanto c’era in casa), alla fine ho richiuso il tutto con il secondo disco di pasta, cuocendo circa 15-20 minuti per parte, coperto e a fuoco bassissimo.

Confesso il terrore altalenante tra la remota possibilità che l’impasto rimanesse crudo al centro e l’elevato rischio di bruciare il tutto… e invece… il miracolo!!! Non aggiungo altro… vedetevi le fotografie e tenete da conto la ricetta per la prossima estate, quando schiatterete dal caldo e non ne vorrete sapere di accendere il forno perchè si tratta di una soluzione ottima e da riproporre con le farciture più fantasiose!

Riepilogo degli ingredienti (serve?):

400 gr. di farina

sale, zucchero, olio evo e acqua q.b.

salsa di pomodoro (1 vasetto di polpa)

origano

sottilette a piacere

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