Finalmente riesco a riportarvi con me dopo molti giorni in cui ho dovuto sospendere l’attività sul blog a causa del lavoro troppo intenso e quindi della poca voglia di approcciarmi ad uno schermo nel poco tempo libero.
Riprendiamo la nostra passeggiata per le vie di questa magnifica città e raggiungiamo Skardalija, vecchio quartiere pedonale costituito da un dedalo di stradine ricche di locali e di case colorate, molte delle quali dipinte e che conferiscono al quartiere un’atmosfera bohemien che gli è valso anche un meritato gemellaggio con la parigina Montmartre. La strada principale è lastricata come da usanza turca ed è affiancata da alcune case decorate da disegni ed affreschi, tra le quali quella del pittore e poeta locale Djura Jaksić.
Di molti punti di interesse vi lascio le foto, proprio perchè si tratta di palazzi o statue incontrate lungo il percorso e dei quali non sempre posso fornire molte notizie; tra questi il palazzo dell’Assemblea Nazionale Serba, costruito sul modello del palazzo del congresso americano.
Proseguendo incontriamo il gigantesco monumento a Stefan Nemanjia, considerato il padre della nazione serba e quindi particolarmente amato dal popolo locale, soprattutto in quanto egli fu in grado di unire in un unico stato le diverse entità slave della zona balcanica; accanto al monumento incontriamo ciò che resta del famoso treno blu di Tito, mezzo di trasporto ufficiale e privato del presidente dell’allora Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Infatti il Maresciallo Tito, nonostante la fama e il coraggio di molte scelte politiche, era spaventatissimo dall’idea di volare, pertanto egli optò per la soluzione che meglio gli permetteva di spostarsi mantenendo la possibilità di lavorare nel mentre raggiungeva la tappa desiderata, oltretutto nel lusso assoluto stante il veicolo dotato di ben diciannove carrozze realizzato nelle officine di Smederevska Palanka e di Maribor (quest’ultima attualmente in Slovenia), nonostante successivamente le locomotive vennero sostituite da altre provenienti dalla Repubblica Federale Tedesca e dagli Stati Uniti. Le carrozze del convoglio originale vennero chiamate come alcune importanti battaglie della seconda guerra mondiale: Dinara, Kozara, Stjeska e Neretva; Tito e la consorte Jovanka usarono spesso il convoglio per raggiungere le isole Brioni, al largo della costa istriana, per le vacanze estive, percorrendo la costa montenegrina, assolutamente panoramica ma impervia per un normale treno passeggeri. Dopo tanta storia e tanti sfarzi vedere quel che resta di questo povero treno, abbandonato tra la spazzatura e gli escrementi dei barboni, stringe il cuore, vuoi perchè trattasi di una macchina veramente molto bella, ma soprattutto perchè legata a tanta storia e alle vicissitudini di un uomo che, nel bene o nel male, ha scritto un pezzo di storia; nel mio personale posso dire che ero una bambina che mio nonno, ascoltando la radio, mi raccontava di questo “signor Tito” e quindi, pur ignara di chi fosse nello specifico, per la mia realtà infantile era oramai un nome ricorrente e quasi di famiglia, quindi vederne il treno, così mal ridotto, mi ha riportato il cuore a mio nonno e ho pensato “chissà come ci sarebbe rimasto male Nonno Gigi a vedere questo scempio”…
Sempre ricollegandomi alla storia recente vi lascio uno scatto anche dell’edificio del Ministero della Difesa jugoslavo, capolavoro dell’architettura del dopoguerra, eretto nel 1963 e che, per ironia della sorte, è stato pesantemente bombardato dalle truppe NATO il 7 maggio 1999, nel corso dell’operazione Allied Force; il palazzo è rimasto inalterato dopo la distruzione, assolutamente inamovibile e considerato monumento culturale in ricordo e quale monito futuro.
Vi lascio qualche scatto anche della Vaznesenjska Crkva, la chiesa dell’Ascensione, tempio ortodosso che custodisce ancora la campana con la quale venne annunciato il Hati-sheriff nel 1830, con cui l’Impero Ottomano concesse l’autonomia alla Serbia; come molti edifici religiosi anch’essa subì saccheggi ed eventi bellici, tuttavia oggi, anche grazie ad un ottimo restauro, appare stupenda e rappresenta un punto fermo per la comunità dei fedeli.
Una delle visite che ci ha impegnati più a lungo è stata quella di Kalemegdanska Tvrdjava, che ha compreso un giro immenso alla fortezza (non estesa… di più), comprensiva di una vasta esposizione di mezzi militari di ogni epoca, dal medioevo sino ai giorni nostri; la visita ci ha portato via quasi tutto il giorno, in quanto la fortezza si estende dalla città bassa, Donji Grad, lungo la sponda meridionale del Danubio, passando per la torre Nebojsa, per la chiesa Ružica e per Sveta Petka, inoltre lungo il percorso si incontrano il bagno turco e la porta Carlo VI; la città alta, Gornji Grad, è occupata da un parco ricco di percorsi pedonali che si snodano tra monumenti, resti di antiche costruzioni e campi sportivi. Incontriamo anche la polveriera, risalente al 1720, manufatti di epoca romana e altri risalenti al periodo dell’occupazione austriaca, tra cui un pozzo, denominato “pozzo romano” nonostante la paternità austriaca, che venne utilizzato quale silo per il grano ma soprattutto è caratterizzato per la grande scala elicoidale che lo percorre e che è stata ispirata da quella del pozzo di San Patrizio di Orvieto.
Di siti interessanti, lungo i percorsi della fortezza, se ne incontrano moltissimi e di ogni epoca, ma mi fermo qua e vi invito, se ne avrete l’occasione, a visitarla: noi l’abbiamo percorsa tutta con un caldo devastante ma ritengo possa essere una bellissima passeggiata nel periodo primaverile.
Alcuni punti più interessanti del percorso ve li ho già descritti in un post specifico dedicato a Santa Petka, quindi penso possiamo proseguire e tuffarci nella città moderna, quella in cui non manca alcun esercizio commerciale voi possiate cercare, quella dei locali, dei ristoranti, della vita sociale e del divertimento; certamente Belgrado non annoia, è piena di vita, di giovani, di modernità, una frattura verso quella Serbia rurale incontrata sino ad oggi, sembrano quasi due paesi diversi ma ve l’avevo detto che si tratta di un paese controverso!
No Comments