Arte, storia ed architettura/ Viaggi

Sacrario militare del Pasubio, non solo un monumento

Ultima tappa storica voluta da Luca: il Sacrario Militare del Pasubio, monumento funebre eretto in onore dei caduti della Prima Guerra Mondiale nonché, al piano inferiore, l’Ossario.

Ho pensato a lungo se farci un post o meno, anzi a dire il vero propendevo per il no, innanzitutto per l’aspetto macabro della visita, ma soprattutto per il rispetto che porto verso quei poveri ragazzi mandati a morire nella solita inutile guerra. Tuttavia appena vi sono entrata mi sono trovata al cospetto di un edificio artisticamente notevole, dalla struttura curiosa ma soprattutto ricchissimo di affreschi, un tripudio di tinte sulle varianti del rosso, quasi un inno alla vitalità che possa rendere meno lugubre il significato del luogo.

Il monumento si erge sulla sommità del colle Bellavista anche se, quasi a dispetto del nome, noi vi siamo arrivati immersi nelle nubi dopo una notte di grandine e pioggia torrenziale; è stato aperto nell’anno 1926 e ospita 5186 poveri ragazzi strappati alle proprie famiglie. Altro non voglio aggiungere, forse (secondo il mio carattere) il dispiacere nell’aver constatato che nemmeno nella morte siamo tutti uguali, visti i titoli militari e spesso onorifici che accompagnano alcuni nomi incisi alle pareti, mentre a mio avviso sono state tutte persone cui è stata strappata la vita e rubato il futuro.

Vi lascio la consueta carrellata di foto perché artisticamente vale veramente una visita, ovviamente mi fermo alle porte dell’ossario per il dovuto rispetto a chi vi riposa.

Le nubi che ci accolgono all’arrivo
La forma molto particolare dell’edificio colpisce subito lo sguardo
La cappella che accoglie il visitatore all’ingresso
Si sale ai piani superiori
La ripidissima scala di 32 gradini che porta all’ultimo livello dell’edificio
Fa impressione vero?
Siamo all’ultimo livello
Anche le vetrate sono magnificamente istoriate e decorano l’intera costruzione
L’unica parte dell’ossario che vi mostro: la volta, anche qui la decorazione risulta molto curata, seppure giustamente più sobria
E qui mi fermo, entro da sola in silenzio per rispetto

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