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Una visita all’aeroporto di Guidonia

L’ingresso.

Questa è stata chiaramente una visita voluta ed organizzata da Luca, che però si è rivelata estremamente interessante, soprattutto grazie all’estrema bravura e alla passione di colui il quale ci ha guidati lungo tutto il percorso spiegando esaurientemente ogni piccolo particolare dello stesso. Essendo un militare non penso abbia il piacere di essere citato pubblicamente in un blog, motivo per cui lo chiamo semplicemente Maurizio, ossia come alla fine si è presentato ai visitatori, tralasciando gradi e cognome, cosa che ho apprezzato moltissimo.

Gli esperimenti venivano condotti con questi modellini, interamente ripieni di piombo al fine di ottenere il peso necessario alla riuscita delle prove di volo.

Tale aeroporto venne realizzato tra il 1915 e il 1916, allo scopo di ospitare una scuola di pilotaggio dove in effetti furono formati i piloti che volarono durante il primo conflitto mondiale, ma alla fine divenne un deposito per i veicoli inutilizzati e, quindi, la sede di una squadriglia sperimentale. La svolta interessante avviene nel 1927, quando viene istituita la DSSE, a seguito della quale, nel 1930, viene avviata la costruzione di un nuovo centro di ricerche e studi, inaugurato proprio il 27 aprile 1935, data del settimo anniversario della morte del generale del Genio Aeronautico Alessandro Guidoni, da cui il nome del comune in cui si trova la struttura, ovvero Guidonia Montecelio.

Quanto rimane delle gallerie del vento.
Sono ancora visibili i quattro tubi delle gallerie.

Il fascino della visita risiede proprio nella valenza sperimentale del centro, in cui si studiano le condizioni ambientali e pressorie dell’alta quota, sia in riferimento agli studi di medicina aeronautica, sia in merito alle condizioni di volo e a tutte le variabili cui lo stesso può essere sottoposto, con i relativi rischi per il volo stesso e, conseguentemente, per la vita del pilota.

La vasca di idrodinamica, lunga quasi 500 metri.
Da notare le scanalature laterale, realizzate al fine di ridurre i tempi di stabilizzazione della superficie idrica tra un esperimento e l’altro.

La visita ha contemplato tutto quanto esposto all’interno dello spazio museale ma, in particolar modo, le vasche in cui venivano effettuati gli esperimenti di idrodinamica e le gallerie del vento, fondamentali per lo studio della materia.

C’é ancora molto da ricostruire.
La vecchia stazione ferroviaria, interna all’aeroporto.

Attualmente la struttura ospita il 60esimo Stormo dell’Aeronautica Militare, comprensivo di un centro di formazione per le future generazioni, ma soprattutto è ancora visibile, negli spazi aperti, ciò che rimane dell’antica vasca di idrodinamica e delle gallerie del vento, costituite da quattro enormi tubi rivestiti da cemento armato e purtroppo divelti nel corso del periodo bellico per il recupero del metallo in essi contenuto, utile per l’industria bellica. Inoltre, un tocco di modernità che non guasta, é previsto un tour virtuale in 3D che, pur di breve durata, costituisce un’esperienza da non perdere assolutamente!

Vi lascio alcune immagini, non ne ho scattate molte in quanto non si tratta di materia che mi attiri particolarmente, ma in merito alla parte di studio della fisica (mia passione da sempre) ho voluto scattare qualche fotografia.

Nota per chi vi fosse interessato: le visite si svolgono solo in alcuni periodi, segnalati sul sito dell’aeroporto, e previa prenotazione online.

Lazio/ Viaggi

Una giornata ad Anagni ed una breve visita al Santuario Madonna della Mentorella

Scorci.

Ad Anagni c’ero già stata ma solo di passaggio, pertanto non mi aspettavo di trovarmi davanti un borgo tanto bello e vivace, anzi, a dire il vero, il primo impatto lungo la strada che ci ha portati all’area di sosta é stato abbastanza traumatico a causa del traffico intenso e, soprattutto, privo di qualsiasi regola!

Anagni é nota come “la città dei papi “, avendo dati i natali a svariati pontefici, tra i quali si annoverano Gregorio IX, Alessandro IV e Bonifacio VIII, oltre ad essere stata a lungo residenza e sede papale; inoltre é legata al celebre episodio dello “schiaffo di Anagni”, quando Bonifacio VIII venne umiliato ed imprigionato subendo uno schiaffo morale, nonostante si attribuisca a Giacomo Sciarra Colonna l’atto materiale di aver schiaffeggiato il papa.

Qui avvenne l’episodio dello schiaffo a Bonifacio VIII.

La cittadina è molto piacevole, ricca di scorci tra le case d’epoca e da alcuni punti si gode di un panorama non da poco, stante la sua altitudine di 424 metri s.l.m., oltre ad ospitare molte chiese di grande bellezza, tra le quali il Duomo, e palazzi particolarissimi, come la Casa Barkenovw, ex Casa Gigli, di forma medievale e restaurata ad opera di Albert Barkenow nel corso della metá del XIX secolo.


Chiese meravigliose.
Insegne ancora affascinanti.
Casa Barnekow.
Lo stemma cittadino.
Splendide finestre bifore.

Volendo trascorrerci molte ore c’é davvero tanto da vedere, ma noi abbiamo preferita viverla, entrando in qualche chiesa e pranzando all’aperto, passeggiando lungo i vicoli e godendo di un aperitivo.

Un pranzo gustosissimo.

Un consiglio che mi sento di dare e di fare la visita completa alla Cattedrale, in quanto essa comprende l’accesso ad un museo molto interessante e ad una cripta di una bellezza straordinaria.

La Cattedrale di Santa Maria.
La biblioteca nel complesso museale (contiene anche un volume del Corpus Iuris Civilis di Giustiniano).
La cripta di San Magno, strepitosa!

Era nostra intenzione trascorrere una seconda notte ad Anagni, vista l’area di sosta estremamente comoda per la visita alla città, nonostante molti stalli siano indebitamente occupati dalle automobili, ma alla fine abbiamo optato per un visita rapida al Santuario della Mentorella, molto bello, costituito da una chiesetta, una scala detta “scala santa” ed una grotta. Esso sorge a 1018 metri s.l.m., al di sopra di una rupe del monte Guadagnolo, e la leggenda lo vuole sorto per opera di Costantino nel IV secolo, ovviamente nel corso dei secoli esso ha subito molte modificazioni fino ad oggi e a come si offre agli occhi del visitatore.

La chiesa del santuario.
Gli interni.
La Scala Santa.
La grotta di San Benedetto.

La seconda opzione era quella di dormire davanti alla Basilica, ma abbiamo tenuto duro ancora un po’ e abbiamo raggiunto Guidonia… dove domani avremo un appuntamento!

E qualche simpatico ostacolo sulla carreggiata lungo la strada del ritorno!

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