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Settembre 2016

Economiche/ Pizze e pane

Le friselle dei miei vent’anni

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Le friselle furono amore a prima vista nel corso delle mie prime vacanze pugliesi quando, complice una collega di Sternatia, prendevamo una settimana di ferie insieme e partivamo con il primo treno alla volta di Lecce, lei per fare visita alla famiglia e io per scoprire una terra nuova: giornate di sole cocente, di pomodori stesi al sole ad asciugare, di case di un bianco abbacinante, di pomeriggi assolati seduti nel cortile di casa, tutti insieme attorno ad un secchio e armati di scopino in saggina per ripulire i fichi d’india dalle spine.

Non erano solo giornate di mare, un giorno sulla costa adriatica e l’altro su quella ionica, ma erano anche vere e proprie fughe turistiche, un giorno a visitare le grotte, un giorno a macinare chilometri su una vecchia 126 scassata blu notte che bolliva come un paiolo per raggiungere qualche meta sconosciuta e, si sa, la Puglia è bella lunga!

Serate in paese a fare capannello chiacchierando tra feste e musica, sgranocchiando pistacchi salati e pucce con le olive, strafogandosi di gelati in riva al mare, passeggiando nell’aria sempre cocente che diveniva troppo fresca in prossimità del mare aperto, serate di cene povere e gustose, con i pomodori dell’orto e l’olio di casa stesi su un pane secco e duro che al solo contatto con un po’ d’acqua diveniva il piatto più buono del mondo!

Allora scoprii la frisella e iniziai a portarmene dei sacchi da un treno all’altro, perché da quella volta le vacanze pugliesi con l’amica del cuore divennero la regola: ora lei vive a Como per lavoro, a Sternatia ci va solo quando può ma io quelle estati le ho ancora nel cuore, tant’è che quest’anno quel mare, quell’olio e quei pomodori li ho fatti conoscere alla mia famiglia… e con le friselle è stato di nuovo amore a prima vista!

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Ingredienti:

260 g. di farina di grano duro *

150 ml. di acqua

1 cucchiaio di olio evo

5 g. di lievito di birra

1 cucchiaino di zucchero

1 cucchiaino di sale

* (oppure utilizzare un mix di grano tenero ed integrale)

Procedimento:

Sciogliere il lievito con lo zucchero nell’acqua tiepida e poi aggiungerli alla farina, impastando bene e avendo cura di far riposare un po’ l’impasto per circa mezzora; a questo punto aggiungere anche il sale e l’olio continuando ad impastare, poi ricoprirlo e lasciarlo lievitare fino ad arrivarne al raddoppio.

Ricavare, sulla spianatoia infarinata, dei rotolini che andranno tagliati in modo da ottenere, richiudendoli su se stessi, delle ciambelline (a voi la scelta del diametro, ma io le frise le preferisco grandi), poi appoggiarle sulla leccarda del forno ricoperta dall’apposita carta e lasciare lievitare nuovamente, in ambiente caldo (il forno spento è perfetto), fino al raddoppio.

Preriscaldare il forno a 200°C. per qualche minuto e metterle a cuocere finchè assumeranno un aspetto leggermente dorato, estraetele e lasciatele raffreddare, poi tagliatele a metà longitudinalmente e rimettetele a cuocere nel forno a 170/180°C. per circa 30/40 minuti o comunque finchè assumeranno l’aspetto biscottato.

L’olio si può omettere, tuttavia a mio parere se viene usato si ottiene una frisella più friabile e profumata.

Si conservano a lungo e, per consumarle, basterà bagnarle un attimo sotto l’acqua corrente e farcirle con olio, sale, pomodori a pezzetti e una spruzzata di origano!

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Dolci e desserts

Biscottini al limone ed un soffio di felicità

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Sono iniziate le giornate piovose, alternate a pochi raggi di sole che ancora riscaldano gli animi e non fanno temere troppo l’autunno incombente, ogni tanto il cielo diviene nero come la pece e l’acqua inizia a scrosciare senza pietà rendendo i boschi più verdi e l’aria più pulita e respirabile.

Non ne sono affatto dispiaciuta perchè la cosa più bella del vivere a queste latitudini è proprio il cambio delle stagioni, il poter godere di estati mediterranee e di inverni al limite del gelo costante, almeno nella mia zona dove gli inverni sono rigidi e si fanno rispettare.

La stagione è cambiata che nemmeno me ne sono accorta, presa da corse, preoccupazioni ed arrabbiature e dal vedere la sacca del mare penosamente abbandonata in un angolo della camera, trascurata da pensieri ben più pressanti, mi sono ritrovata alla ricerca di giacchini impermeabili, di sneakers e di calzoni lunghi, quasi con la voglia di riprendere ad accendere il forno e di mettere in tavola qualcosa di buono e di confortante.

Ho voluto lasciare l’estate con una carezza, con una scia di profumo di limone e con un soffio di felicità dinanzi alla speranza di avere davanti a me un futuro migliore dell’oggi che sto lasciando dietro le spalle con i suoi dolori e le sue angosce.

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Ingredienti:

la buccia di un limone

il succo di mezzo limone

1 uovo

100 g. di zucchero

100 g. di olio di semi

1 cucchiaino di lievito per dolci

300 g. di farina più un po’ per la spianatoia

zucchero a velo q.b.

Procedimento:

Impastare tutti gli ingredienti, tranne lo zucchero a velo, nella planetaria, poi lasciare l’impasto a riposare per almeno mezzora dopo averlo lavorato ancora un po’ sulla spianatoia infarinata e successivamente formare delle palline: ripassarle in una ciotola con lo zucchero a velo, disporle sulla leccarda ricoperta da carta forno e cuocere a 180°C, per circa 20 minuti.

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Antipasti e stuzzichini/ Economiche

I taralli pugliesi, il dolore e la forza

Manco da tanto tempo e voglio trascorrere qualche momento con voi, un po’ perchè l’ho promesso e un po’ perchè ne ho bisogno: ho avuto (e ho) tanti problemi con la mia mamma, ogni giorno è una scommessa contro la malattia, la malasanità, i servizi pubblici inesistenti, ogni giorno è volto a regalarle un sorriso e un piccolo passo avanti, cercando tutte le informazioni che io possa rinvenire, tutti i contatti utili, imparando come si assiste una persona in cattive condizioni fisiche, affrontando la fatica fisica e quella psicologica, occupandomi dell’assistenza più umile, quella che non tutti farebbero, sorridendo a casa e piangendo dentro, faticando senza risparmiarmi e cercando sempre un sorriso sul suo volto stanco, certa di aver fatto la cosa giusta pretendendo ogni istante che vengano garantiti i suoi diritti e che non venga lesa la sua dignità, come purtroppo è stato fatto sino ad oggi; non passa ora che non debba fare il diavolo a quattro contro il qualunquismo di coloro i quali dovrebbero garantire il rispetto della salute delle persone e ciò mi stanca, mi debilita, mi sfinisce… avevo bisogno di passare un po’ in cucina con voi, per dimenticare tutto ciò almeno per un paio d’ore.
Questo è un post che vuole essere una continuità con le vacanze estive, al ritorno delle quali, prima che mi crolli il mondo addosso, sono riuscita a mettere in atto qualche esperimento in cucina, scattando le foto e lasciandole su una chiavetta per settimane prima di ritrovare il coraggio di postare nuovamente perchè qui ogni riga è parte di me e mai sarei riuscita a scrivere se dentro di me non avessi sentito di aver fatto la cosa giusta e di lottare per qualcosa che andava fatto!

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Ingredienti (per circa 90-100 pezzi):

Farina 500 g.

Olio evo 125 g.

Vino bianco secco 200 ml.

Sale 10 g.

Pepe q.b. (oppure un pizzico di finocchietto selvatico)

Procedimento:

Amalgamare bene la farina con gli altri ingredienti e mescolare sino ad ottenere un panetto liscio, poi lasciar riposare l’impasto al fresco per almeno mezzora, successivamente ottenere dei rotolini (io mi sono mantenuta sui 6-8 cm.), curvarli sino ad ottenere degli anelli (i miei sono un po’ stortignaccoli e non perfettamente lisci) che, una volta richiusi, verranno prima fatti bollire in acqua per pochi minuti e poi infornati a 200°C. per circa mezzora, controllando affinchè rimangano dorati e non brucino.

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Ifood/ IFoodStyle

Il nostro primo magazine! Benvenuto IFoodStyle!

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E’ trascorso tanto tempo, troppo, dall’ultimo post, nonostante vi avessi promesso qualche ricettuzza connessa alle vacanze, ma ho avuto (e sto avendo) grossissimi problemi con la salute della mia mamma… scusatemi, lo so che una promessa è un debito e vedrò di rimediare quanto prima, ma per ora cerco di allietarvi almeno con questa piccola chicca. Di mio non c’è nulla, a parte la condivisione, ma le mie socie di Ifood meritano che il loro lavoro venga riconosciuto perchè sono donne lavoratrici, mogli, mamme e bloggers eppure sono riuscite a realizzare questa meraviglia… sfogliatelo e prendete nota dei loro nomi perchè hanno costruito davvero un piccolo capolavoro!

Grazie ragazze per il vostro stupendo lavoro e benvenuto IFoodStyle!

Sfogliamo insieme IfoodStyle n°0?

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