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Gennaio 2013

Autoproduzione

Gessetti profumati per una persona speciale!

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Il 21 gennaio è stato il compleanno di una collega, un’amica… una tipa che talora mi fa arrabbiare, innervosire, spazientire e, purtroppo per lei, non gliele mando a dire (e quando mai io sono diplomatica?), eppure ogni anno arrivo tardissimo… lei mi offre il caffè, il dolcino e tace, tace perchè lei vive in silenzio, in perfetta simbiosi con una valanga umana come la sottoscritta, tace finchè mi accorgo che il 21 gennaio è passato da circa 48 ore e allora mi arrabbio con lei perchè non me l’ha ricordato! Mica mi scordo del suo compleanno… però non riesco mai a rendermi conto di che giorno è, la mia concezione del tempo è molto relativa, dovrei incollarmi il calendario alla punta del naso e comunque so che guarderei oltre….

A questo punto è arrivata la solita amica precisissima che mi ha posto il consueto dilemma annuale: il regalo!!!! Problema terrificante, specie quando una si sente dire: “Pensaci tu che sei giovane…”, ma così riesce sempre a incastrami… quest’anno ho detto che proprio no, non ci vado a cercare il regalo perfetto perchè non lo trovo, perchè i negozi sfiziosi nella mia città non ci sono… e il regalo gliel’ho preparato io!!!

Lo so che lei ama i gessetti profumati, lo ha sempre detto, ma questa volta li ho fatti io, sono proprio a forma di cioccolatino, semplicissimi, non li ho voluti nemmeno colorare perchè mi piacciono bianchi, li ho profumati con l’olio di  arancio amaro, delicatissimi, come il vasetto che li contiene e che ho preparato appositamente per lei: è una bella signora che apprezza il valore di un oggetto fatto a mano e mettendoci il cuore, questo è quanto sono riuscita a donarle.

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Il gessetto è stato realizzato mescolando due parti di gesso fine con una parte d’acqua e utilizzando gli stampini in silicone; successivamente, a gesso asciutto, ho aggiunto alcune gocce di olio essenziale sul fondo della formina; la passamaneria è stata incollata a caldo… non serve altro, solo un po’ di pazienza, passione e fantasia!

E…come sempre….un po’ di musica…

[youtube=http://youtu.be/bU2evaPru_M]

Autoproduzione

La tovaglietta da colazione… riciclona!!!

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Questo è il risultato finale, anche se non rende molto a vedere la fotografia…

Oramai sono presa da riciclare tutto, un po’ per la mia gran passione per il bricolage, un po’ perchè effettivamente non posso permettermi alcuno spreco, quindi ho provato quest’idea, ottenendo una tovaglietta carinissima utilizzando solo dei fogli di giornale.

Ho utilizzato le pagine del quotidiano, che sono più grandi rispetto a quelle di una rivista, tagliandole a strisce di 6 cm. di larghezza e ripiegandole su se stesse due volte, poi ne ho fissato le estremità con un punto di cucitrice per poterle utilizzare più agevolmente; a questo punto sono passata all’intreccio sino ad arrivare alla grandezza voluta… di carta ne basta poca, mi è servito meno di un giornale!

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L’inizio…

Una volta terminato l’intreccio ho fissato le parti maggiormente soggette a sciogliersi con un pezzettino di nastro adesivo, ho ripassato ciascun lato con due mani di vernice opaca trasparente da decoupage per impermeabilizzarne la superficie, ho rifilato le frangette ed ecco pronta la tovaglietta! E’ impermeabile, rigida e sembra tela cerata: un ottimo risultato ottenuto trascorrendo un pomeriggio in casa al calduccio e giocando con mio figlio…

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Lavoro in corso d’opera…

Stasera vi lascio sulle note di una delle più belle colonne sonore che abbia mai sentito… e con le immagini di un film che adoro…

[youtube=http://youtu.be/pw9JUQmWf_0]

Un po' del mio mondo

Liebster Blog Award… e pure due contemporaneamente!!!!

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Sì, proprio due contemporaneamente!!! Ricevuti a distanza di poche ore e per questa doppia gioia ringrazio la nuova amica di Home, gnam & click e Alessia di ricettesenzaglutine… e ora devo mettermi al lavoro e cercare di riunire le due cose senza inguaiarmi troppo!

Inizio con il seguire le regole elencatemi con la prima assegnazione (se non seguo l’ordine mi perdo prima di iniziare… e già così non sono certa di farcela…):

1. Elencare 11 cose che mi riguardano.

2. Rispondere alle 11 domande a me rivolte da “Home, gnam & click” e da “ricettesenzaglutine”.

3. Scrivere 11 domande per le persone che nominerò a mia volta (mi concedete di unificare le due assegnazioni e di porne solo 11 anzichè 22, vero???).

4. Invitare a mia volta altre 11 persone (e non 22…), di cui apprezzo il blog.

Inizio con il primo punto, scoprendo 11 cose di me….

1. Adoro leggere, leggere, leggere…..

2. Amo la fotografia, nel caso in cui non si fosse capito!

3. Mi piace da impazzire la matematica, anche se alla fine sono finita a studiare legge (è stato un caso, lo giuro!!!).

4. Non posso vivere senza il mare, ma adoro la montagna.

5. Amo il colore arancione e i girasoli (sì, li associo sempre…).

6. Ho un pessimo carattere, anche se ultimamente si è un po’ ammorbidito (la saggezza dell’età?), caparbia da morire, però arrivo sempre dove voglio!

7. Ho un gran feeling con i cani, potessi me ne circonderei….

8. Vorrei vivere in campagna, in una casetta di legno e pietra, circondata dall’orticello.

9. Amo lo stile shabby, cui si ispirano molti dei risultati dei miei hobbies.

10. Per rilassarmi creo bigiotteria con le perline.

11. Avrò anche un blog di cucina, ma ho imparato a cuocere un uovo al tegamino a 34 anni, prima a malapena aprivo una scatoletta (vergognaaaaa!!!!).

E ora via con le 11 domande rivoltemi dall’amica “indagatrice”:

  1. Bianco o nero? Vanno bene ambedue, purchè sia “o bianco o nero”, mai grigio: voglio chiarezza e decisione!
  2. Sulla spiaggia : conchiglie, legnetti o pezzetti di vetro levigati? Pezzetti di vetro levigati, come quand’ero piccina…li ho sempre collezionati e ancora rammento il grossissimo torto fattomi da un ragazzino che mi sottrasse un vetrino turchese, il mio piccolo tesoro, e me lo ributtò in mare… quante lacrime!
  3. Come centrotavola: frutta o fiori? Frutta!!! I fiori li fotografo, ma non li recido mai…
  4. Città o campagna? Sembro la classica donna metropolitana, elegante e curatissima, ma ho un’anima contadina…quindi campagna, senza dubbio!
  5. Auto, scooter, bicicletta o a piedi? …..o treno..? Scooter sempre, per necessità, con qualsiasi condizione atmosferica (e gli inverni dalle mie parti non sono proprio una passeggiata…), ma potessi sceglierei la bicicletta.
  6. Primavera, estate, autunno oppure inverno? Amo tutte le stagioni, le vivo intensamente: ho sempre detestato l’autunno, ma quest’anno l’ho riscoperto, ogni stagione ha qualcosa di meraviglioso!
  7. Foto: a colori, seppia o in bianco e nero? Affascinata dal seppiato, ma innamorata dal bianco e nero.
  8. Fuochi d’artificio o pizza? Pizza, pizza, pizza…. niente fuochi d’artificio, fanno tanto rumore e si spengono subito, anche in senso metaforico; in senso concreto nessun fuoco d’artificio, per piacere, amo gli animali e non voglio spaventare nessuno!
  9. Tavolo : rettangolare, quadrato o rotondo? Rotondo, perchè siamo tutti uguali.
  10. Divano o poltrona? Divano!!!! E’ un must… divano, plaid, the caldo e libro!
  11. Penna o matita? Penna, amo i punti fermi! Non si cancella niente, se si sbaglia si tira una linea e si ricomincia.

E ora la seconda tornata di domande (due premi, due supplizi…. 🙂 ):

  1. Caffè o cioccolato? Sinceramente nessuno dei due… non mi piace il caffè e non amo particolarmente il cioccolato (quello bianco però lo adoro…).
  2. Frutta o verdura? Verdura, assolutamente! Non può mancare mai…
  3. Dolce o salato? Salato.
  4. Rock o classico? Classico, il rock proprio non mi piace.
  5. Chitarra o pianoforte? Pianoforte… scontato dopo la risposta precedente.
  6. Mouse o tastiera? Tastiera, adoro ticchettare mentre il mouse dopo un po’ mi stanca la mano.
  7. Cani, gatti, criceti, pappagalli o tartarughe? Cani, solo cani!
  8. Fiori o cactus? Fiori, ma mai recisi.
  9. Rose o girasoli? Girasoli, li adoro!
  10. Orgoglio e pregiudizio o ragione e sentimento? Ragione e sentimento, il mio dilemma da anni….
  11. Bach o Beethoven? Bach, musica da sogno!

E adesso, prima di trovare le mie vittime sacrificali… devo procedere alla formulazione di ben 11 domande….

  1. Arredamento classico, moderno o rustico?
  2. Romanzi o saggistica?
  3. Amore o innamoramento?
  4. Impulso o riflessione?
  5. Carne o pesce?
  6. Fiori coltivati o fiori di campo?
  7. Salita o gradini?
  8. Iperattività o pigrizia?
  9. Fiume o lago?
  10. Trekking estivo o sports invernali?
  11. Profumi freschi, speziati o fruttati?

E ora…. vi cerco nel web e vi scovo ad una ad una…..

  1. Accantoalcamino
  2. Memento solonico
  3. Cucina dietetica per il portafoglio
  4. Uno Scoiattolo in dispensa – a pantry Squirrel
  5. Le idee di pizzipazzi
  6. Destinazione forno
  7. Maria Rosaria
  8. Chetelocucinoafare
  9. Briggishome
  10. Verdi&Blu
  11. Pane, burro e alici

Mi rendo conto  anche questa volta  di aver assegnato il premio pressapoco sempre alle stesse bloggers, ma come ben sapete ho ricominciato da zero, i followers si stanno registrando lentamente nè io li cerco a tutti i costi… non voglio far numero, ma qualità… e tutti coloro i quali hanno il mio apprezzamento l’hanno ottenuto meritatamente.

Dopo l’esperienza con il blog precedente preferisco “annusare” un po’ le persone, come la volpe e il Piccolo Principe, e ciò significa avere meno contatti, ma a me sta bene così, meglio un blog “di nicchia” nel quale mi trovo a mio agio che avere le folle che di me se ne infischiano!

E…tanto per non smentirmi… vi lascio con un po’ di musica! Una voce bellissima, che ho scoperto tardi… un brano meraviglioso….

[youtube=http://youtu.be/6IjlNPLODDs]

Carne

Dopo l’osmiza? Pollo con verdure e vino bianco… poteva essere un cena diversa?

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C’è stata un’epoca in cui amavo le favole, ne leggevo a tonnellate spaziando da quelle delicate, intense, magiche del profondo nord a quelle africane in cui le donne sono protagoniste, icone di una società matriarcale rappresentata da racconti ermetici, lontani, molto lontani dal nostro modo di concepire una favola.

Pochi giorni fa ho scoperto che i termini “favola” e “fiaba” non sono sinonimi, me l’ha spiegato mio figlio nel mostrarmi l’ultima lezione di antologia: dai bambini si apprende anche che la favola è caratterizzata dalla presenza di animali umanizzati, in grado di porre in evidenza la rappresentazione allegorica delle virtù e delle miserie umane, che si conclude comunque con una morale, implicita od esplicita che sia; la fiaba, invece, è ricca di principi azzurri, principesse, orchi e folletti, castelli e boschi incantati… il cui scopo è quello di far divertire gli inguaribili sognatori come me!

Poi, con il passare del tempo e a causa delle delusioni subite, delle cattiverie inflittemi dall’insensibilità altrui, ho smesso di immergermi in mondi incantati, sono diventata più sicura di me, più decisa, ma ho anche perso la capacità di giocare, cosa che mio figlio mi rimprovera spesso… però ho cercato sempre più di convogliare tutto ciò almeno nel ricercare notizie che possano soddisfare le piccole curiosità di ogni giorno (anche perchè, diciamocelo pure, sono sempre stata una capra in storia e in qualsiasi possibile disciplina ad essa connessa anche lontanamente….).

Domenica la mia amica del cuore mi ha “rapita” dalla famiglia (wow…mai successo, mi sembrava di marinare la scuola, cosa che non ho mai fatto… ma mi sono sentita eccitatissima!!!) per poterci fare finalmente una chiacchierata tranquilla davanti ad un pasto informale consumato in quella che dalle mie parti è chiamata “Osmiza”… e nel cercare di spiegare ad un’amica bresciana cos’è un’osmiza mi sono posta delle domande in merito all’origine di questa nostra “usanza mangereccia”.

Dopo un po’ di ricerche ho scoperto che tale nome deriva dallo sloveno “osmica” (la “c” si pronuncia sempre “z”), da qui il nome “osmiza” oppure “osmizza” che sta ad indicare un luogo in cui si vendono e si consumano vini e prodotti tipici, tra cui uova, salumi e formaggi: ciò viene organizzato nelle abitazioni degli abitanti dell’altopiano del Carso, dove vengono sistemati tavoli e panche per potersi sedere tranquillamente a chiacchierare sgranocchiando queste squisitezze.

Le osmize sono caratteristiche di tutto il Carso giuliano (ma nella zona di Gorizia sono chiamate “private”), Slovenia compresa e recentemente si diffondono sempre maggiormente anche presso i nostri cugini austriaci: a Vienna sono conosciute con il nome Heuriger, mentre in Carinzia si chiamano Buschenschank.

Sembra che la loro origine sia molto antica, addirittura databile all’epoca di Carlo Magno, epoca in cui l’Istria e Tergeste vennero abbandonate dai bizantini per entrare a far parte del Regno Franco; in tale epoca venne emessa un’ordinanza, da parte di Carlo Magno, che consentiva a tutti i viticoltori dell’Impero il diritto di vendere direttamente i propri prodotti,  segnalando tale attività mediante l’affissione di un “frasco” lungo la strada.

Ancora in periodo medievale i contadini sostenevano il proprio diritto di vendere il vino prodotto in casa in esenzione da dazi, pertanto tale pratica venne mantenuta in essere grazie ad un decreto, emesso nel 1784 da Giuseppe II d’Asburgo , che permetteva la vendita di vino sfuso di produzione propria per un periodo di otto giorni: infatti il termine “osmiza” proviene da “osem”, che significa “otto” in lingua slovena. L’osmiza continuò ad essere segnalata dal frasco lungo la strada e sull’abitazione, pena la confisca della licenza.

Oggi  il  periodo di apertura può essere superiore agli otto giorni e viene calcolato sulla base della quantità di vino prodotto, quindi c’è molta più libertà di scelta in merito all’organizzazione dell’osmiza, però l’usanza del frasco non è mai decaduta; a tal proposito allego una foto, che ho trovato sul web, ma che è assolutamente identica a quella che abbiamo incontrato noi domenica lungo la strada… anche l’osmiza è la stessa, ma eravamo tanto prese a chiacchierare che mi sono completamente scordata di scattare delle foto!

220px-Frasca_di_osmizza_a_SamatorzaFoto tratta dal web

Ah, una piccola curiosità ancora… a Trieste la frase “andar per frasche” significa appunto andare a bere il vino!

Dopo esservi sciroppati tutto il post beccatevi i  miei complimenti per essere arrivati sino in fondo e, essendo ormai in tema vinicolo, annusate… sentite il profumino? Questo è quanto ho cucinato per stasera, un piatto semplice, di origine ebraica aschkenazita, considerato la “coccola” per eccellenza nella tradizione culinaria di questo popolo… anzi, io personalmente amo moltissimo la cucina ebraica, a mio avviso è qualcosa di originalissimo nelle preparazioni, pur utilizzando ingredienti di uso comune! La ricetta però l’ho appresa da Stefania di Arabafelice in cucina e l’ho messa in pratica più volte, nonostante la diffidenza iniziale; infatti l’uso delle verdure lessate insieme al pollo mi dava una nota stonata, temevo di ritrovarmi nel piatto una brodaglia vegetale molliccia, dura da mandar giù per una che detesta il minestrone di verdura! Invece la presenza del vino bianco in cottura cambia completamente tutto…. provate!

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Ho acquistato un pollo intero, eviscerato, che ho leggermente appiattito con le mani e rosolato brevemente in una pentola con l’olio evo, da ambo i lati, poi ho aggiunto 250 ml. di vino bianco, le carote tagliate in quattro parti nel senso della lunghezza, i porri tagliati grossolanamente, del sedano e del prezzemolo, poi ho aggiunto sale (non lesinare sul sale…), pepe, un paio di foglie di alloro e ho ricoperto le verdure d’acqua, lasciando pochi cm. di pollo scoperto. Non appena raggiunto il bollore ho abbassato la fiamma, coperto il tutto e lasciato andare di cottura per un’ora e quaranta… e basta!!! Tutto qua!!!

Il profumo che si sprigiona è delizioso e basta spezzettare il pollo e poi impiattarlo insieme alle verdure (paradisiache…io ne ho aggiunte più di quelle previste nella ricetta), con un mestolo del brodo di cottura, caldissimo e un po’ di riso basmati, cotto a parte: con poco si ha una cena da re! Gustosa, sanissima, economica e facilissima da preparare! Ah…servito con della senape è irresistibile!

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Riepilogo degli ingredienti:

1 pollo intero

2 porri (io ne ho usati 3)

2 carote (ne ho usate 3)

sedano e prezzemolo a piacere (una costa per ciascun ortaggio secondo me è perfetto)

un paio di foglie di alloro

250 ml. di vino bianco

acqua q.b.

sale

pepe (rosa, ma io ho usato quello nero perchè avevo solo quello)

olio evo

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Dopo avercela fatta ad arrivare al termine di questo post un po’ di musica ve la meritate….

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Un po' del mio mondo

Un regalo inaspettato: un Sunshine Award ricevuto con il cuore…

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Il blog del quale facevo parte sino a qualche tempo addietro aveva ricevuto svariati riconoscimenti, cosa che chiaramente mi aveva fatto piacere, ma questo regalino, fattomi da un’amica blogger conosciuta da poco (grazie Edvige…), è un qualcosa di speciale, di inaspettato… innanzitutto perchè “Cucinaincontroluce” è solo ed unicamente opera mia, nel bene e nel male, e poi perchè è stato creato da poco e non mi aspettavo un apprezzamento tale in così breve tempo… grazie Edvige, l’affetto che mi hai trasmesso da subito è stato un qualcosa di bellissimo ed inaspettato e anche nel rendermi partecipe di questo Sunshine Award non ti sei smentita!

Ora però cerco di procedere (a tentoni) con il rispetto delle poche regole poste in essere dall’ideatore di questo riconoscimento, iniziando con il rispondere alle dieci domande che mi sono state girate (e che possono far conoscere qualcosa di me…):

il colore preferito : l’arancione, perchè è solare e vitale;

l‘animale preferito: il cane, perchè ne ho sempre avuto uno accanto e sono stata amata incondizionatamente;

il numero preferito: non ce l’ho, ma adoro la matematica e i numeri sono tutti bellissimi… quando sono nervosa mentalmente percorro i numeri di Fibonacci;

il drink preferito non alcoolico: semplice succo di kiwi;
preferisci Fb o Twitter : assolutamente Facebook perchè mi ha permesso di recuperare amici perduti in giro per il mondo;
preferisci ricevere o fare regali: entrambi, purchè cercati con il cuore e scelti pensando a chi si ha di fronte;
modello preferito: qualsiasi persona intelligente;
giorno preferito della settimana: il sabato, perchè finalmente stacco dall’ufficio;
fiore preferito: il girasole, perchè è solare e meravigliosamente “ruspante”.
E adesso mi trovo dinanzi al difficile compito di assegnare lo stesso premio ad altri dieci blog… c’è chi l’ha già ricevuto, chi non lo vorrà come già accaduto in passato, ma è un gioco da fare tutti insieme, quindi non protestate che tanto io vi scelgo lo stesso!
Libera di Accantoalcamino
Brii di Briggishome … aggiunta in extremis (ho perso un pezzo di elenco)… eh, lo so, sono alle prime armi e mi imbrano con poco… scusami Brii!!!
… e per l’ultimo sono in grossa difficoltà: ho appena iniziato e, provenendo da un altro blog la cui collaborazione è venuta miseramente a mancare a causa del comportamento assolutamente disonesto di una “socia”, mi trovo ad aver poche “frequentazioni” in quanto ho preferito tagliare i ponti con tutti e “ricominciare da me”, senza voler necessariamente mantenere tutti i contatti che allora avevo. Preferisco così, ricominciare da zero ed essere apprezzata per ciò che sto facendo ora, senza vivere di rendita… quindi mi devo fermare qui, almeno per ora!
Un bacio a queste poche persone che ogni giorno mi ispirano nelle piccole mansioni quotidiane…. siete grandi!
Autoproduzione/ Un po' del mio mondo

Ancora sapone! Una giornata gelida ed un massaggio scrub al caffè…

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Penultimo giorno di vacanze natalizie (per mio figlio, non certamente per me che ho battuto ogni record di presenza in ufficio!), ma non potevo proprio dirgli di no… dopo settimane di “martellamento” continuo per farsi portare allo Skatepark!

Lo skate nuovo gliel’ha portato S.Nicolò e, da quando ha provato a salire sulla prima tavola, è stato amore a prima vista, alla faccia di tutte le volte in cui ho cercato di insegnarli a pattinare, io che adoro volteggiare sulle rotelline…

Non mi è rimasto che caricare figliolo e skateboard sullo scooter e rassegnarmi, l’ho visto timidamente iniziare a prendere le “coordinate” per testare l’equilibrio, guardando ammirato ed intimorito i ragazzi più grandi, esperti e sicuri nel volteggiare ed esibirsi in acrobazie che a me facevano venire i brividi… gli scintillavano gli occhietti mentre io attendevo pazientemente su una panchina ghiacciata, a gelarmi il fondoschiena mentre il sole iniziava a scendere al di sotto dell’orizzonte, mentre si tuffava nel mare e lui era sempre più eccitato dai piccoli, grandi passi che riusciva a fare a forza di provare, provare, provare….

Nel frattempo si accendevano le luci, illuminando un cielo dai mille colori ed io, imbaccuccata e con le mani guantate, che scattavo a raffica, con quelle piccole potenzialità che mi può dare l’obiettivo di un telefonino: questo è il cielo (gelato) che ammantava tutta la sua felicità di quel pomeriggio rubato allo studio e tanto atteso!

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Nel rincasare pregustavo una doccia bollente, che mi potesse riscaldare sino nel profondo, di quelle che ti mettono addosso i brividi di piacere, e ho pensato a come sarebbe stato bello farla con un bel sapone esfoliante, di quello che poi richiama una massaggio energico con l’olio di mandorle e ti senti tutta rossa e bollente… il sapone ancora non è pronto, lo vedete dalle foto che il colore  non è uniforme e necessita di ulteriore stagionatura, però è bello sapere che è lì, che tra un paio di mesi potrò rincasare dal freddo invernale e farmela questa doccia bollente al caffè! Sono le piccole cose più belle, preziose perchè desiderate, semplici momenti, ma voluti intensamente, com’è stato lo Skatepark per mio figlio….

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Questo sapone è stato realizzato con il consueto procedimento, utilizzando, quale base acquosa da unire alla soda, 300 gr. di caffè lungo freddo e, al nastro, dei fondi di caffè esausto (ho utilizzato 2-3 cucchiaiate, a gusto personale)… una beauty farm domestica che non ha nulla da invidiare alla migliore Spa!

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Nel mentre aspettavo il mio bimbo, piena di amore ed ammirazione (perchè sono pazza di lui!!!), resistevo al freddo che mi attanagliava le gambe immergendomi nella musica del mio lettore mp3, sempre presente nel consueto borsone da Mary Poppins che mi tiene compagnia dal mattino alla sera… ora clicco e cerco uno dei brani più belli da ascoltare insieme a voi…

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Autoproduzione/ Dolci e desserts

Farsi lo yoghurt in casa senza yoghurtiera… ed è delizioso!

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Dopo tanti giorni di feste e bagordi vi sentite belli pienotti e rimpinzati, vero?

Io no…prrrr!!!! Ahahah, come ogni anno intorno a Natale mi passa l’appetito, non amo nè panettoni, nè pandori, nè il cioccolato, quindi questo tripudio di colesterolo finisce con il darmi la nausea, però vi voglio bene e quindi penso alle vostre arterie con un bel yoghurtone home-made!

Il tutto nasce dalla mia intolleranza al latte, alimento del quale sono tremendamente ghiotta, ma non reggo nemmeno quello privo di lattosio, non c’è nulla da fare e più passano gli anni e peggio sto, ero arrivata a privarmi anche degli yoghurt, almeno finchè ho scoperto che se la fermentazione viene fatta “a modino”, quindi con il dovuto rispetto dei necessari tempi affinchè vi sia la completa modificazione del lattosio… lo yoghurt me lo posso mangiare a vagonate!

Evidentemente a livello industriale i tempi sono notelvolmente ristretti con la conseguenza che il mio corpo se ne accorge scatenando immediatamente una reazione immunitaria tremenda, ma siccome sono una che non si arrende facilmente ho trovato questa soluzione, tralaltro veloce ed economica.

E’ sufficiente far arrivare all’ebollizione un litro di latte e farlo poi sobbollire lentamente per i successivi quindici minuti, poi spegnere il fuoco e lasciare il tutto a riposare, scoperto, per mezzora; a questo punto aggiungere un vasetto di yoghurt (il primo sarà necessariamente quello acquistato, ma poi andrete avanti con il vostro yoghurt autoprodotto, salvo ricominciare  da capo nel caso in cui inacidisse troppo per i vostri gusti), mescolare  e travasare nei contenitori in vetro della marmellata.

Io li tengo al calduccio sino al giorno seguente nel forno (spento), dopodichè li ripongo in frigorifero: sembra durino sino a cinque giorni, ma io me li divoro subito, quindi non offro idonee garanzie di scadenza.. 🙂

Di una semplicità disarmante, ma ho voluto postare questo procedimento poichè ancora mi sento chiedere se non uso la yoghurtiera, il che mi fa supporre che non si tratti di una procedura particolarmente diffusa, benchè estremamente efficace.

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In questi giorni, nonostante non abbia saltato un giorno di ufficio, ma complice la chiusura delle scuole (e gnometto più tranquillo), mi sono sentita un po’ più rilassata e ho voluto intraprendere qualche lavoretto non strettamente necessario, ma estremamente piacevole, come questa preparazione; a tal proposito desidero riportare le bellissime parole inviatemi dall’amica più cara che ho… lei che mi conosce bene… e che sa che farò di tutto per metterle in pratica:

Non smettere mai di correre verso un traguardo, non smettere di essere
te stesso, lotta sempre per ciò che desideri.
Vivi per la tua vita, ama chi ti ama e aiuta quando puoi, sogna sempre
mete impossibili, regalati in ogni istante attimi di vita eterna e in
tutto questo immenso vivere racchiudi la magia dell’amore..
– Madre Teresa di Calcutta –

Da parte mia, per ora, ci metto le note di uno dei brani musicali che più amo… ascoltando ciò che ci fa sentire a proprio agio l’impegno procede come un fiume in piena….

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Autoproduzione/ Un po' del mio mondo

Primo post dell’anno con il sapone all’arancia e il regalo di un’amica!

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Ieri sera ho sformato il secondo sapone, prodotto secondo il solito procedimento, ma utilizzando, al posto del the verde, un infuso di scorze d’arancia essiccate e con l’aggiunta, al nastro, di scorzette essiccate e tritate: mi piace da matti fare il sapone e averlo sformato e tagliato proprio l’ultimo giorno dell’anno mi è sembrato di buon auspicio per una produzione futura ricca di possibili variazioni.

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Oggi non ci sono ricette, solo riposo assoluto e un post di auguri che arrivi a tutti i miei affetti: il mio è stato un anno strano, spero l’ultimo di un concatenamento di delusioni e di dolori…  ho ricevuto manifestazioni di affetto da parecchie persone, meno del solito, ma sicuramente sincere… ho ricevuto dei pensieri inaspettati e questo della foto è stato uno di questi, un quadretto ricamato e speditomi da Claudia, una persona che nemmeno ho mai incontrato, un’amica di web, ma che a me piace un sacco! Non me l’aspettavo, eppure è il secondo Natale che riesce a stupirmi, cosa che a me accade di rado… dev’essere una tipa forte ad averla come amica “fisicamente” vicina!

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Ho ricevuto delle riposte inaspettate da alcuni bloggers che pensavo nemmeno mi considerassero… e che invece mi hanno scritto delle parole bellissime e provenienti dal cuore…

Ho ricevuto da mio figlio la povera Bubu tutta infiocchettata, ma che ha pazientemente tenuto duro rassegnata sino alla “consegna” del dono alla mamma…

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Bubu infiocchettata! (e questo è un altro regalo: Libera mi ha telefonato e mi ha spiegato come usare i colori sul blog…. e poi lo dice a me che sono tecnologica!!!) Grazie amica mia!!!!

Ho ricevuto una rapidissima risposta ad una mail, inviata con tanto timore e timidezza, che forse può preludere al recupero di un rapporto al quale tengo moltissimo…

Ho sentito l’affetto vero di un’amica della quale ogni tanto dubitavo, ma che per me ha fatto un gesto bellissimo… grazie mia vecchia amica “di esami”!!!

Come posso dubitare del futuro? Mi aspetta un 2013 che può portare di tutto, ma certamente non mi leverà l’amore che mi circonda! Grazie a chi mi rende la vita più bella!

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